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SAN SEBASTIÁN 2021 Zabaltegi-Tabakalera

Recensione: La Traversée

di 

- Incredibilmente creativa con il suo approccio pittorico all'animazione, Florence Miailhe firma un film molto riuscito sulla toccante epopea di due giovani migranti, adatto a tutto il pubblico

Recensione: La Traversée

"Seguivamo le stesse strade, siamo stati fermati dagli stessi soldati e siamo finiti tutti negli stessi campi". Da In This World a Sin Nombre, per citare solo due esempi tra i tanti, il tema della giovinezza presa nel vortice delle migrazioni forzate ha già ampiamente foraggiato il cinema di finzione, ma nell'animazione la questione è molto più delicata da trattare, poiché la durezza di questi viaggi sono a priori difficilmente compatibili con un target di pubblico più ampio possibile. Ma sembra che un nuovo vento artistico si sia levato con il notevole La Traversée [+leggi anche:
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scheda film
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, primo lungometraggio di Florence Miailhe, menzione speciale lo scorso giugno ad Annecy, recentemente presentato nel programma Zabaltegi-Tabakalera del 69° Festival di San Sebastisn e lanciato il 29 settembre nelle sale francesi da Gebeka Films.

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È in effetti un connubio perfetto quello che la cineasta francese opera unendo una forma di animazione molto originale, inventiva e di grande bellezza creativa (uno stile basato su pittura e schizzi) e una storia (la sceneggiatura è firmata dalla regista con Marie Desplechin) al giusto confine tra il duro realismo e le radici classiche delle fiabe.

"Ecco come siamo partiti, mio ​​fratello era in giro, mia madre piangeva, mio ​​padre urlava ed io ero emozionato: era la prima volta che lasciavo il mio villaggio". È estate. In fuga da oscuri abusi delle milizie, Kyona (13 anni) e la sua famiglia si lasciano alle spalle una vita bucolica a Novi Varna. Separata molto rapidamente dai suoi genitori (e dagli altri tre suoi fratelli più giovani) durante un controllo del treno, l'adolescente che non molla mai il suo taccuino, continua il suo viaggio con Adriel (12 anni) che ha promesso di proteggere. Il duo si tuffa in un susseguirsi di avventure nutrite da incontri contrastanti, a volte salvifici, altre volte minacciosi, ma sempre ambigui. Dai bambini di strada che campano di furti e raccogliendo immondizia ai trafficanti di esseri umani in combutta con le autorità, dalla gabbia dorata dei ricchi che adottano ai saltimbanchi che si intrufolano tra le file, dai fiumi tumultuosi da attraversare agli spietati campi di detenzione, dalle montagne innevate da scalare al silenzio della foresta profonda, da un paese all'altro e ancora un altro: Kyona e Adriel perdono gradualmente la loro innocenza ("tutto ciò che è successo prima, dimenticalo. Prima, è la morte") e cercano di conservare una scintilla di speranza e di amore superando le prove una ad una, ricreando famiglie transitorie ed esplorando i tortuosi sentieri verso la libertà.

Meravigliosamente messo in scena con la sua tavolozza di colori cangianti e una moltitudine di idee sottili tradotte in immagini con enorme grazia, La Traversée è un film semplice e profondo, sofisticato e limpido, che mescola uno spirito umanista con uno sguardo che non distoglie lo sguardo dal lato oscuro degli esseri umani. Un primo lungometraggio di grande valore artistico da non perdere (e da mostrare ai bambini) che Florence Miailhe ha dedicato a sua "nonna che, un giorno del 1905, lasciò Odessa con i suoi dieci figli, per sfuggire ai pogrom" e a "tutti coloro che un giorno o l'altro lasciano il loro paese sperando di trovare un futuro migliore altrove".

Prodotto da Les Films de L’Arlequin, i tedeschi di Balance Film e i cechi di Maur Film, coprodotto dalla società di Tolosa Xbo Films e da Arte France Cinéma, La Traversée è venduto da Indie Sales.

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(Tradotto dal francese)

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