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ZURIGO 2021

Recensione: Les Nouvelles Èves

di 

- Il documentario collettivo (e militante) svizzero si impone come un grido contro gli stereotipi di genere

Recensione: Les Nouvelles Èves

Presentato nella sezione Special Screenings dello Zurich Film Festival, Les Nouvelles Èves è un documentario collettivo realizzato da Camille Budin, Annie Gisler, Jela Hasler, Thaïs Odermatt, Wendy Pillonel, Anna Thommen e prodotto da Judith Lichtneckert e Liliane Ott. Attraverso uno sguardo lucido e acuto, le sei registe svizzere o svizzere d’adozione hanno spinto il pubblico a riflettere sul concetto di "femminilità" in quanto costruzione sociale, un grido di battaglia contro un patriarcato che cerca in tutti i modi di preservare i propri decadenti privilegi.

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Un anno dopo lo Sciopero nazionale delle donne in Svizzera, il dibattito sull’eguaglianza è ancora di scottante attualità. Con Les Nouvelles Èves, le registe indagano nel quotidiano di sei protagoniste provenienti da contesti professionali e famigliari diversi per cercare di capire cosa significa, oggi, essere etichettate in quanto "donne". Grazie ad un interessante andirivieni da un ritratto all’altro le registe riescono a mettere virtualmente in relazione queste sei «eroine del quotidiano» come le definiscono, sei protagoniste che lottano coscientemente contro gli stereotipi di genere, contro un copione grottesco che la società patriarcale vorrebbe interpretassero senza porsi domande.

Quali sono le vie di fuga da una prigione che vorrebbe formattare le così dette “donne” trasformandole in esseri docili e sottomessi? Come fare per emergere in quanto individui in una società che considera il binarismo di genere come una grottesca evidenza? Les Nouvelles Èves osserva con tenerezza ed empatia sei “donne” che hanno deciso di ribellarsi contro le norme legate al loro genere, sei individui che intendono esprimere con coraggio la propria identità pensando a sé stesse prima che alle aspettative di una società che le ha etichettate dalla nascita.

Le sei registe lasciano la parola alle loro protagoniste evitando di intervenire con dei commenti che ne indebolirebbero forse la testimonianza. Il cinema diventa, grazie allo sguardo al contempo lucido e benevolo che portano sulle loro “eroine del quotidiano”, una sorta di palcoscenico che accoglie voci dissidenti. La parola si libera regalando a chi troppo spesso ne è privato, l’opportunità di esprimere un’individualità soffocata da un patriarcato che tenta di zittire chi non segue le regole. Malgrado il cammino sia ancora lungo, Les Nouvelles Èves ci mostra che una realtà al di là degli stereotipi di genere è possibile, anzi necessaria. Vivere la propria vita senza curarsi dello sguardo degli altri diventa un atto militante, un primo passo necessario verso il riconoscimento di un’identità non più soffocata dagli stereotipi.

Malgrado la sincerità di un film indubbiamente necessario che dipinge con coraggio il quotidiano di sei “nuove Eva” alle prese con una società che le vorrebbe tutte uguali, il film avrebbe dovuto forse mettere in avanti con più determinazione il concetto di binarismo di genere in quanto costruzione sociale. Sarebbe stato interessante andare oltre il sacro santo e necessario dibattito sull’eguaglianza “uomo” vs “donna” mostrando quanto lo spettro delle possibilità e delle lotte per quanto riguarda l’identità di genere sia grande e variegato e non certo esclusivamente binario. Proporre per esempio un ritratto di una donna trans avrebbe permesso di mettere l’accento sui pericolosi e tristemente troppo banalizzati stereotipi legati ad una “femminilità” innata e naturale.

Les nouvelles Éves è prodotto dalla zurighese Emilia Productions in coproduzione con SRG SSR e laureato del concorso Migros-Kulturprozent CH-Dokfilmwettbewerb 2021. Emilia Productions si occupa anche delle vendite all’internazionale.

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(Tradotto dall'inglese)

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