email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

LONDRA 2021

Recensione: The Phantom of the Open

di 

- Mark Rylance è il fantasma che infesta i campi da golf più esclusivi del paese con le sue mediocri abilità di gioco, in questa amabile Brit-com di Craig Roberts

Recensione: The Phantom of the Open
Mark Rylance in The Phantom of the Open

Mark Rylance - il quale ha tutti i premi di recitazione immaginabili sul suo caminetto - è un attore molto divertente che ha messo a disposizione il suo considerevole talento per interpretare un personaggio senza alcun talento. Con tutto il rispetto per Joachim Trier, The Phantom of the Open dovrebbe essere intitolato The Worst Golfer in the World (Il peggior golfista del mondo). Mentre il personaggio di Rylance, il pensionato Maurice Flitcroft, realmente esistito, probabilmente un troll (inteso nel significato moderno utilizzato su internet) all'avanguardia, è particolarmente penoso nel suo nuovo hobby, il film di Craig Roberts è poco stimolante sotto un altro punto di vista: punta ad avere un tono ottimistico delle commedie di Ealing, ma finisce per essere l'ennesimo film britannico amabile ma insipido, di quelli che l'industria cinematografica del Regno Unito produce di riflesso. Il film è stato presentato in anteprima mondiale questa settimana come presentazione speciale al BFI London Film Festival.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Lo sceneggiatore principale di questo film, Simon Farnaby, è anche l'autore degli amatissimi film di Paddington [+leggi anche:
trailer
making of
scheda film
]
, con i quali The Phantom of the Open condivide una simile mentalità anti-snob e il desiderio di celebrare il meglio del costume nazionale - le abbondanti tazze di tè, l'umorismo tagliente - senza cadere in atteggiamenti reazionari o in un palese patriottismo. Sebbene la regia di Roberts riesca ad offrire molte gag facili ma efficaci, come i colpi da golf sbagliati e gli spettatori che trattengono le risate quando Flitcroft sbaglia una buca da due metri, l'arco narrativo del personaggio non è abbastanza incisivo o realistico: il film attribuisce il conflitto emotivo maggiore al figliastro di Flitcroft, Mike (Jake Davies), che lavora nello stesso cantiere navale a Barrow-in-Furness del padre, ma è passato a fare un lavoro manageriale più impiegatizio. Rylance centra in pieno la lentezza e i sorrisi necessari per il suo personaggio, ma ciò che avrebbe davvero migliorato questo film sarebbe stato vederlo alle prese con un vero e proprio monologo con le lacrime agli occh. O se avesse danzato - i suoi altri due figli gemelli sono DJ di soul nordico.

We’re a few decades on now from a certain golden age of British public broadcasting: the mid-1970s period when TVs had only three channels, but could provide an uncanny and perspective-widening view of the world. Whereas some had their minds reorientated by Top of the Pops (the film is set in 1976, when a new generation of British youth music was about to explode), on one quiet week night after work at the shipyard, Maurice serendipitously flicks the channel onto the US Open golf tournament. A Big Lebowski-esque stop-motion fantasy sequence then shows him whisking through the sky like a well-struck golf ball. If any film can visualise for us what the converted see in the sport…

Siamo ormai a qualche decennio di distanza da una certa epoca d'oro dell'emittenza pubblica britannica: il periodo della metà degli anni settanta, quando le TV avevano solo tre canali, ma riuscivano a fornire una visione del mondo sorprendente e capace di allargare le prospettive. Mentre alcuni avevano la mente reindirizzata da Top of the Pops (il film è ambientato nel 1976, anno in cui stava per esplodere una nuova generazione di musica giovanile britannica), Maurice, durante una tranquilla serata feriale dopo il lavoro al cantiere navale, cambia casualmente canale sul torneo di golf US Open. Una sequenza fantasy in stop-motion, simile a quella nel film Il grande Lebowski, lo mostra mentre sfreccia nel cielo come una palla da golf ben colpita. Se c'è un film che riesce a farci comprendere quello che i convertiti vedono in questo sport...

Questo dà il via a una struttura divertente, anche se ripetitiva, in cui Flitcroft si candida (e mente) come professionista autonomo e partecipa al British Open, che si tiene tipicamente in Scozia. Viene eliminato in modo esilarante, ma il film lascia ambiguo se si tratti di un furbo scherzo ai danni degli snob come il dirigente del torneo Rhys Ifans o se, come durante l'allucinazione, colpire la palla da golf sia un gesto liberatorio dalla sua costante esistenza da operaio. Da notare: quando Donald Trump ha visitato il Regno Unito, è stato spesso fotografato nel suo campo da golf scozzese, il Turnberry, e lo si potrebbe persino immaginare a bordo campo come alleato del personaggio di Ifans. Queste associazioni più profonde potevano essere sfruttate da The Phantom of the Open, ma il film si accontenta del suo ruolo simpatico e piacevole per il pubblico.

The Phantom of the Open è una produzione del Regno Unito di Baby Cow films, BBC Films e Water & Power Productions, in associazione con il BFI. Cornerstone Films ne gestisce le vendite internazionali.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy