email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

LONDRA 2021

Recensione: Dashcam

di 

- Nel nuovo horror volutamente assurdo di Rob Savage una vlogger rapper no-Covid di Los Angeles trasmette in streaming la sua battaglia con un demone misterioso

Recensione: Dashcam

Annie Hardy, musicista grunge di Los Angeles diventata vlogger, è davvero un bel tipo. Se i lockdown dello scorso anno sembravano inquietanti passi verso un futuro alla Mad Max, Hardy, a bordo di un Suv truccato che vaga per le nuove terre desolate, fa freestyle e urla invettive cospirazioniste ai passanti, per non parlare dei suoi fedeli follower che tendono a ridursi drasticamente. Interpretando una versione potenziata e pro-Trump di se stessa, nel nuovo efficace film del regista emergente dell’horror Rob Savage, Dashcam [+leggi anche:
intervista: Rob Savage
scheda film
]
, la ragazza decide di averne avuto abbastanza delle ingiustizie sociali e di una Los Angeles attenta al Covid, e vola oltreoceno per seminare il caos a Londra. Come si fa quando sei un libero professionista creativo che lavora a distanza. Questo film, non particolarmente spaventoso ma comunque sorprendente è stato presentato in anteprima al TIFF e ha appena avuto la sua anteprima nazionale al Festival BFI di Londra, dove ha ricevuto una risposta critica molto più generosa.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

L’horror viene generalmente considerato uno dei generi cinematografici più belli dal punto di vista visivo, motivo per cui, la sottocategoria “found footage” è spesso sembrata controintuitiva e un alibi per i registi per evitare di lavorare tanto. Ma nel 2020, molte persone tendono a possedere almeno due dispositivi ad alta definizione, alcuni dei quali possono fare video con risoluzione in 4K, tecnicamente la stessa qualità di immagine di molti blockbuster di Hollywood. Più che la maggior parte dei nuovi film, Dashcam ha la stessa immediatezza di un tweet pubblicato di recente e sembra stranamente collegato allo spirito del tempo, di come noi oggi – specialmente i giovani – consumiamo immagini e informazioni: dove pettegoli e chiacchieroni come Annie hanno assunto il ruolo sociale di conduttori di telegiornali e Twitch.tv è la nuova CNN.

Per gli obiettivi di Savage (e Savage non è un nome adatto per un autore horror, come i fratelli Grimm), ha ideato un gioco, un indovinello cinematografico, dove questo personaggio molto contemporaneo cade in una imboscata da parte di un demone vendicativo a seguito di un rituale occulto. Lo streming viene hackerato e Annie diventa come un personaggio di un videogioco in terza persona che affronta l’avversario più difficile. Una volta a Londra ruba le chiavi della macchina del suo ex compagno di band Stretch (Amar Chadha Patel) e accetta una chiamata dal suo lavoro secondario come fattorino – come probabilmente direbbe il box dei comenti in live streaming di Annie, per acchiappare “like”. Nel fatiscente negozio di kebab in cui arriva, scopre di dover fare una buona azione: dare ad Angela (Angela Enahoro), che si trova lì e misteriosamente malata, un passaggio al pronto soccorso. Quando Angela inizia a vomitare un liquido giallo e putrido, Annie inizia una lotta fatale con lei, incoraggiata dal numero di follower in costante aumento del suo stream, il tutto ripreso senza interruzioni dall'imperturbabile dashcam con le sue immagini a scatti.

Savage vuole provocare un po' di sofferenza ai suoi spettatori e rendere il suo secondo lungometraggio una prova di resistenza, nel senso più positivo e cinematografico del termine. L'auto, ovviamente, si ribalta; il veicolo trema violentemente – così come la telecamera di bordo – dando la nausea allo spettatore. Nonostante la risoluzione delle immagini filmate e la sensibilità alla scarsa illuminazione, l’obiettivo della dashcam è ancora abbastanza primitivo, per cui bisogna strizzare gli occhi per distinguere gli oggetti in lontananza. Stiamo forse guardando un film sperimentale, quel tipo di film che viene proiettato in una sala più piccola rispetto ai film di genere dei festival cinematografici? L’intelligenza e l’autoconsapevolezza di Savage – dopo la seduta spiritica su Zoom di Host [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
 – con queste app video pervasive suggeriscono che sì, potrebbe essere così.

Dashcam è una produzione britannico-statunitense di Blumhouse Productions e Shadowhouse Films.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Carmen Dibenedetto)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy