email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FILM / RECENSIONI Austria

Recensione: Chasing the Line

di 

- Il film di Andreas Schmied, che segue la leggenda dello sci austriaco Franz Klammer per diversi giorni durante le Olimpiadi invernali del 1976, fa un appello allo spirito collettivo dello sport

Recensione: Chasing the Line
Julian Waldner in Chasing the Line

"Hai sempre voluto diventare famoso?" chiede la fidanzata di Franz Klammer, Eva (Valerie Huber), alla neo-medaglia d'oro olimpica. "In realtà", risponde Klammer (Julian Waldner) con una smorfia, "ho sempre solo voluto sciare". Il 5 febbraio 1976, lo sciatore austriaco provocò un'ondata di euforia in tutta la nazione alpina quando vinse la gara di discesa libera alle Olimpiadi invernali di Innsbruck contro lo sciatore svizzero Bernhard Russi, largamente favorito. Klammer era già allora una leggenda in divenire e il film biografico del regista Andreas Schmied, Chasing the Line, si concentra sui cinque giorni che precedono la gara. Il film uscirà nelle sale austriache il 28 ottobre, distribuito da Constantin Film Verleih.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ricco di emozionanti sequenze di gara sulle piste, automobili e look invernali belli e colorati e di altri simili equipaggiamenti nostalgici, il film evoca il piacere di una capsula del tempo ed è, per di più, il ritratto di uno dei migliori sciatori austriaci. Ma il vero focus narrativo risiede altrove: il film esamina l'immensa pressione esercitata sul ventiduenne. Il giovane Klammer ha sulle spalle le aspettative di un'intera nazione, oltre che una campagna di marketing su cui, il fornitore di sci Fischer continua a spingere moltissimo.

Dotando il ragazzo di un nuovo e costoso paio di sci, il cui design "innovativo" secondo Klammer "ha buchi come il formaggio”, entrano in gioco elementi di conflitto che raramente rendono piacevole una storia di sport. La maggior parte dei film biografici racconta il superamento delle avversità da parte del protagonista e la sfida finale con l’avversario di un Paese rivale. Non questa volta.

Chasing the Line non solo rinuncia al popolare tropo del "fermarsi prima del momento culmine con un flashback della propria vita", ma restringe anche la linea temporale a pochi giorni, come i recenti film sportivi Borg/McEnroe [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
o La battaglia dei sessi (2017), dando vita a un dramma più mirato e avvincente. Al centro c'è la questione – spesso trascurata – del valore dell’equipaggiamento sportivo rispetto all'atleta. Cosa rende vincente uno sportivo? Il suo costoso sponsor oppure la sua capacità e coraggio?

Più familiare è l'inclusione della dolcissima storia d'amore tra Franz e la sua ragazza, Eva. Nel suo ruolo di “roccia” durante questi cinque giorni eccezionali, Eva stessa deve imparare ad essere non solo la fidanzata di Franz, ma anche la donna al fianco della celebrità Klammer, senza perdere la propria identità. Questo è un aspetto nobile e potente della narrazione, ma in alcuni momenti sembra troppo forzato e ci distrae dalla storia principale. Se Eva sosterrà l'esame universitario il giorno della gara o se andrà a Innsbruck per tifare Franz sembra un conflitto già morto in partenza.

Waldner non solo fornisce un ritratto del connazionale Klammer con il dialetto appropriato, ma riesce anche a incanalare abilmente il suo conflitto interiore, la paura e la sua fiducia nella vittoria. In un certo senso, Chasing the Line funziona come dramma di formazione, che affronta temi come la commercializzazione dello sport ma anche il percorso di Klammer nel forgiare la propria identità di atleta. I nuovi sci, così come la scintillante tuta dorata, rimarranno – come è ben noto – nell'armadietto, poiché il giovane dimostrerà che è l'elemento umano a renderlo un vincitore. E mentre supera con successo il traguardo, lo fa anche il film, che costituisce un'aggiunta affascinante e pertinente al genere.

Chasing the Line è stato prodotto dall'austriaca EPO Film, Samsara Film, Sabotage Films Vienna e Servus TV.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Virginia Leo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy