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BLACK NIGHTS 2021 Concorso opere prime

Recensione: Alice, Through the Looking

di 

- Il regista di teatro sperimentale e compositore sinfonico Adam Donen arriva al Festival Black Nights con un adattamento molto libero e molto eccentrico del classico per bambini di Lewis Carroll

Recensione: Alice, Through the Looking
Saskia Axten in Alice, Through the Looking

C'è solo un po' di Lewis Carroll, e solo una minima parte di Proust, in Alice, Through the Looking [+leggi anche:
intervista: Adam Donen
scheda film
]
. Più che altro, è un veicolo per la visione teatrale e stralunata del mondo del regista Adam Donen: un soliloquio di 90 minuti o se vogliamo un one-man-show, che riesce a tenere alto il ritmo e a non stancarci mai. Ricorda, anche se in modo molto lontano, i film surrealisti degli anni Sessanta, come quelli di Buñuel, di Godard e di Chytilová, nei quali anche il più informato e attento degli spettatori farebbe fatica a sintetizzare e spiegare razionalmente ciò che è accaduto. Ci ha sconcertato, ma in modo positivo, nel Concorso per opere prime delle Black Nights di Tallinn appena concluse.

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Donen - il suo curriculum include l'ideazione di drammi olografici e una fortunata ma breve carriera indie-rock a metà degli anni Duemila - cerca di imporre la sua sensibilità e le sue impronte digitali su ogni elemento di questo suo film d'esordio, ma l'effetto è accattivante, come quello di un uomo di spettacolo che lavora minuziosamente per garantire che il suo pubblico non possa mai annoiarsi (anche se potrebbe accusarlo di pretenziosità, pieno com'è di discorsi lacaniani). Il punto di partenza è Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll e il suo seguito Attraverso lo specchio, ma invece di realizzare un adattamento fedele, Donen agisce in uno spirito più carrolliano, piegando la linea della trama originale in forme stravaganti. Psichedelico e politico, ha nel suo mirino satirico anche la staticità del tipico cinema britannico e il clima politico post-Brexit del Paese.

Sebbene il film sia infarcito (un participio passato alla Donen) di parole polisillabiche e di camei di intellettuali di sinistra famosi come Slavoj Žižek e Vanessa Redgrave, lo scrittore e regista sudafricano in realtà semplifica il famoso testo ludico e pieno di enigmi di Carroll. C'è solo un arco di trama lineare da seguire, in quanto la famosa ricerca del Bianconiglio diventa l'ossessione di Alice (Saskia Axten) per un'avventura di una notte (Elijah Rowen) nelle settimane successive. Digressioni e gag si accumulano su altre digressioni, prima che, mezz'ora dopo, appaia finalmente un altro punto fermo di Carroll: il bruco blu fumatore di narghilè che diventa la psicanalista trans Catherine Pillar e il suo alter ego da investigatore hardboiled Cat Pillar (Joerg Stadler). Nulla viene realmente svelato, e la caratterizzazione rinuncia ad una certa ricchezza a favore di monologhi distaccati e verbosi, puntando molto sull'umorismo del vocabolario di livello dottorale che suona assurdo quando fuoriesce dalle bocche di questi attori.

Le immagini memorabili e i tempi comici sono comunque abbondanti: l'impressione è che Donen possa crescere ulteriormente quando la sua carriera cinematografica proseguirà e inizierà a ricevere un feedback costruttivo da parte del pubblico e dell'industria. Una delle immagini migliori, nell'atto finale, più critico nei confronti della Brexit, coinvolge una sosia della Regina Elisabetta II che uccide a sangue freddo personaggi come Patrick Bateman, con schizzi di sangue fresco che le punteggiano il viso. Poi si passa a una colonia di pinguini su una spiaggia sudafricana, filmata in formato windowbox. Corrisponde forse ad Alice che si ingrandisce e si rimpicciolisce a piacimento nel testo originale? E all'interno delle regole della logica onirica del film, analisi come queste sono inutili? Alice è un piacevole specie di mal di testa.

Alice, Through the Looking è una produzione britannica di 12th Battalion Productions. Le vendite internazionali sono gestite da Czar Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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