Recensione: Cinco lobitos
- La regista esordiente nel lungometraggio Alauda Ruiz de Azúa approfondisce le relazioni madre-figlia con un film intimo interpretato da Laia Costa e Susi Sánchez

Il tema della maternità è attualmente molto in voga nel mondo culturale e mediatico: se ne occupano canzoni e film; basti citare, tra gli altri, Madres paralelas [+leggi anche:
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scheda film] di Pedro Almodóvar (regista sempre interessato a questa materia, come dimostra il suo precedente Tutto su mia madre), e La figlia oscura [+leggi anche:
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scheda film] di Maggie Gyllenhaal, con la sempre efficace Olivia Colman nel ruolo di protagonista. A questa tendenza, o forse per caso, si aggiunge Cinco lobitos [+leggi anche:
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intervista: Alauda Ruiz de Azúa
scheda film], il primo lungometraggio di Alauda Ruiz de Azúa, presentato nella sezione Panorama della 72ma edizione del Festival di Berlino e in corsa per il premio GWFF come miglior opera prima.
Fin dal titolo, la regista basca ci ricorda che, così come una ninna nanna si trasmette di generazione in generazione (quella del titolo originale spagnolo è particularmente famosa), si trasmette anche un modo di essere e di agire. Per questo, dopo che buona parte della vita è trascorsa, quando i ruoli si invertono e dobbiamo prenderci cura dei nostri anziani, ognuno si rende conto di quanto sia difficile e faticoso tale lavoro: in quei momenti, il nostro punto di vista precedente e personale da cui osservare – e giudicare – i nostri genitori viene capovolto completamente e definitivamente. Di tutto questo, e di quelle donne che hanno dedicato – e sacrificato – la propria vita per servire gli altri, mettendo la propria esistenza in secondo piano (come ha ritratto anche David Martín de los Santos in La vida era eso [+leggi anche:
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intervista: Damián París e Rosa García…
intervista: David Martín de los Santos
scheda film]) parla Cinco lobitos.
Senza nascondere la sua grande ammirazione per i maestri giapponesi Ozu e Kore-eda, Ruiz de Azúa introduce – come loro – la sua telecamera nella vita quotidiana e domestica, e senza fanfare narrative ma con grande delicatezza, ispeziona i rapporti e le tensioni di due coppie/famiglie, di generazioni diverse: mentre alcune sensazioni ed emozioni vengono gridate, altre vengono sussurrate e la maggior parte vengono intuite.
Perché quando, per qualsiasi motivo, torniamo alla casa di famiglia, dove abbiamo trascorso la nostra infanzia e per alcuni aspetti il tempo sembra congelato, constatiamo che lì continuano a regnare vecchie strutture, tensioni radicate e ruoli inamovibili. Lo testimoniano anche i protagonisti di questa piccola grande storia, altamente empatica, interpretati da Laia Costa, Susi Sánchez e Ramón Barea: questi ultimi due interpreti incarnano personaggi che nascondono segreti e bugie che prima o poi finiscono per venire alla luce.
Cinco lobitos è uno dei progetti che ha partecipato alla seconda edizione della Incubadora della ECAM. È una coproduzione di Encanta Films, Sayaka Producciones e Buena Pinta Media. Latido Films si occupa delle vendite internazionali, e Bteam Pictures distribuirà il film nelle sale spagnole il prossimo 20 maggio.
(Tradotto dallo spagnolo)
Photogallery 11/02/2022: Berlinale 2022 - Cinco lobitos
11 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.



© 2022 Dario Caruso for Cineuropa - dario-caruso.fr, @studio.photo.dar, Dario Caruso
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