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BERLINALE 2022 Concorso

Recensione: La Ligne - La Linea invisibile

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- BERLINALE 2022: Ursula Meier esplora in modo sottile un piccolo e tumultuoso perimetro di emozioni molto intense e contraddittorie in un film in cui brilla un cast femminile, guidato dalla rivelazione Stéphanie Blanchoud

Recensione: La Ligne - La Linea invisibile
Stéphanie Blanchoud in La Ligne - La Linea invisibile

È con una scena sconcertante che rappresenta un'epica discussione familiare, la cui violenza espressiva è amplificata dalla totale assenza di suono diretto, qui sostituito dalla musica classica, che Ursula Meier fa il suo ritorno in concorso alla Berlinale con La Ligne - La Linea invisibile [+leggi anche:
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, dieci anni dopo aver vinto il premio speciale della giuria del festival per L’enfant d’en haut [+leggi anche:
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. Si tratta del terzo lungometraggio di finzione della regista franco-svizzera (scoperta alla Settimana della Critica di Cannes 2008 con Home [+leggi anche:
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) che conferma la sua abilità nell'analizzare la profonda ambivalenza dei legami emotivi, l'amore e le ferite, il peso del passato, il rimorso e il perdono. Il film esplora una vasta gamma di distanze flessibili, dove il fuoco del cuore ribolle sotto il ghiaccio delle cicatrici, in un mix paradossale di emozioni istintive, cose non dette, sguardi e confini, visibili e invisibili.

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"Se non si attiene a questo ordine restrittivo, va dritta in prigione!". La trentenne Margaret (la carismatica Stéphanie Blanchoud) è stata avvertita: in attesa della sua citazione in tribunale e per il rischio di recidiva, le è proibito per tre mesi di contattare la madre e di avvicinarsi entro 100 metri da casa sua. Una situazione eccezionale scaturita dal litigio iniziale che ha visto Cristina (Valeria Bruni Tedeschi) cadere violentemente sul suo pianoforte a seguito di un violento schiaffo della figlia maggiore, letteralmente fuori di sé e infine trascinata e gettata nella neve dal resto della famiglia.

Piuttosto malconcia, Margaret trova rifugio presso un collega musicista Julian (Benjamin Biolay), un amico che tuttavia non è molto felice di ospitarla ("io non ti chiedo niente, tu non chiedi niente a me"). In cerca di perdono, la giovane donna molto impulsiva ed esuberante inizia a girare giorno e notte intorno alla casa di famiglia, tenuta lontana da una linea blu tracciata a 100 metri di distanza, mentre le sue due sorelle, l'adolescente Marion (Elli Spagnolo) e Louise (India Capelli) in procinto di partorire, navigano tra due fuochi. Perché la madre (e nessuno osa dirlo a Margaret) ha perso il 50% del suo udito per il colpo, e con esso il suo lavoro come insegnante di pianoforte e la musica che ha riempito un vuoto nella sua vita, e che ha anche compensato i suoi sentimenti complicati nei confronti delle sue tre figlie, in particolare Margaret.

Analizzando il tumulto di questa piccola isola familiare, adagiata in un complesso residenziale suburbano fiancheggiato da un canale, una strada e una linea ferroviaria, il tutto racchiuso in un maestoso panorama montano, Ursula Meier dimostra il suo dono nell'usare spazi e simboli sottili a proprio vantaggio visivo. L'eccellente sceneggiatura (firmata dalla regista con Stéphanie Blanchoud e Antoine Jaccoud), l'intero cast femminile e l'acuta capacità di catturare le emozioni umane in modo realistico, dall'animalità all'elevazione dell'anima, conferiscono a La Ligne - La Linea invisibile una densità e una verità perfettamente in accordo con uno stile "anti-psicologico" che traccia di proposito i propri limiti.

Prodotto dagli svizzeri di Bandita Films con i francesi di Les Films de Pierre e i belgi di Les Films du Fleuve, La Ligne - La Linea invisibile che è coprodotto anche da Arte France Cinéma, RTS, RTBF, Voo e Be TV, è venduto da Memento International.

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(Tradotto dal francese)

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