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POPOLI 2023

Al Festival dei Popoli il meglio del cinema documentario internazionale

di 

- Dal 4 novembre a Firenze 124 film documentari e grandi ospiti come Liv Ullmann, Pedro Costa, Ulrich Seidl, Anton Corbijn

Al Festival dei Popoli il meglio del cinema documentario internazionale
Liv Ullmann in Liv Ullmann - A Road Less Travelled di Dheeraj Akolkar

Dal 4 al 12 novembre a Firenze il 64mo Festival dei Popoli propone 124 film documentari e ospiti come l’attrice premio Oscar Liv Ullmann, in occasione del biopic a lei dedicato Liv Ullmann - A Road Less Travelled [+leggi anche:
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intervista: Liv Ullmann
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di Dheeraj Akolkar, il fotografo e regista Anton Corbijn, che presenta Squaring the Circle (The Story of Hipgnosis) [+leggi anche:
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, e il cantante Pete Doherty, alla ricerca di una redenzione artistica in Peter Doherty: Stranger in My Own Skin [+leggi anche:
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di Katia deVidas. Tre le masterclass: con il portoghese Pedro Costa, l’austriaco Ulrich Seidl, che presenterà il suo ultimo lavoro, Wicked Games: Rimini Sparta, con cui il regista è ritornato al suo progetto originale da cui successivamente erano nati Rimini [+leggi anche:
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intervista: Ulrich Seidl
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e Sparta [+leggi anche:
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, e Tatiana Huezo, la regista messicana premiata all’ultima Berlinale per il documentario El eco [+leggi anche:
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Il festival diretto da Alessandro Stellino sarà inaugurato dalla produzione statunitense Joan Baez I Am a Noise, ritratto intimo della leggendaria cantante e attivista americana di Karen O’Connor, Miri Navasky, Maeve O’Boyle. Il Concorso Internazionale del festival presenta 18 titoli, tra lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi, valutati da una giuria composta dalla regista Nataša Urban (Serbia), dalla produttrice Alice Lemaire (Belgio) e dal curatore e distributore Johannes Klein (Germania). Tra i lungometraggi spiccano Hypermoon [+leggi anche:
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intervista: Mia Engberg
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, che chiude la trilogia di Belleville della regista svedese Mia Engberg; Les Oubliés de la Belle Étoile [+leggi anche:
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della francese Clémence Davigo in cui un gruppo di anziani racconta gli abusi subiti negli anni Cinquanta e Sessanta nel centro correzionale per ragazzi di Mercury; Zinzindurrunkarratz dello spagnolo Oskar Alegria, che aveva presentato il suo secondo film Zumiriki [+leggi anche:
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intervista: Oskar Alegría
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alla Mostra di Venezia 2019 e torna ora con una riflessione sul cinema; Je ne sais pas où vous serez demain, con cui il filmmaker francese Emmanuel Roy entra all’interno del Centro di detenzione amministrativa (CRA) di Marsiglia, dove una dottoressa fornisce una consulenza ai migranti in attesa di rimpatrio; Dancing on the Edge of a Volcano [+leggi anche:
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intervista: Cyril Aris
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di Cyril Aris, che segue i retroscena delle riprese del primo lungometraggio di Mounia Akl, Costa Brava, Lebanon [+leggi anche:
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, minacciate dall’esplosione nel porto di Beirut nel 2020; The Buriti Flower [+leggi anche:
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intervista: João Salaviza e Renée Nade…
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(Portogallo/Brasile) di Joao Salaviza e Renee Nader Messora, Premio al miglior cast in Un Certain Regard a Cannes 2023; Calls from Moscow [+leggi anche:
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(Cuba/Germania/Norvegia) del cubano Luis Alejandro Yero; The Mother of All Lies del marocchino Asmae El Moudir, l’Œil d’or ex-aequo a Cannes 2023 come miglior documentario; e ancora il mediometraggio Taxibol dell’italiano Tommaso Santambrogio, che parte dall’incontro fra il cineasta filippino Lav Diaz e un taxista cubano.

Nel Concorso Italiano 7 documentari, da Dalla parte sbagliata di Luca Miniero a Vista mare [+leggi anche:
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di Julia Gutweniger e Florian Kofler, Souvenirs of War di Georg Zeller, Agàpe di Velania A. Mesay, Nessun posto al mondo di Vanina Lappa, Sting Like a Bee [+leggi anche:
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di Leone Balduzzi, Toxicily [+leggi anche:
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di François-Xavier Destors e Alfonso Pinto.

Da segnalare ancora, nella sezione Doc Highlights, il dialogo tra generazioni di donne in Grandmother’s Footsteps di Lola Peploe (con l’ultima apparizione sullo schermo di Bernardo Bertolucci), e il viaggio al Polo sud del premio Oscar Luc Jacquet in Antarctica Calling [+leggi anche:
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