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BERLINALE 2022 Generation

Recensione: Moja Vesna

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- BERLINALE 2022: Il primo film di Sara Kern è una toccante storia di perdita e dolore, raccontata dal punto di vista di una bambina di dieci anni interpretata dalla straordinaria Loti Kovačič

Recensione: Moja Vesna
Mackenzie Mazur, Loti Kovačič e Gregor Baković in Moja Vesna

Alcuni registi sono portati per raccontare storie toccanti che trattano temi difficili, e hanno il talento necessario per farlo. La regista sloveno-australiana Sara Kern è fra questi. Dopo il suo sensazionale cortometraggio presentato a Venezia 2016 Good Luck Orlo!, approda alla sezione Generation Kplus della Berlinale con il suo primo lungometraggio, Moja Vesna [+leggi anche:
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Una famiglia slovena che vive alla periferia di Melbourne è stata colpita da una tragedia: la madre è morta di recente. La protagonista del film, Moja (Loti Kovačič), di dieci anni, non vuole accettarlo e decide di concentrarsi sulla gravidanza della sorella di 20 anni Vesna (Mackenzie Mazur). Dal canto suo, però, Vesna è incapace di affrontare il dolore e si comporta come se non fosse consapevole del suo stato. A volte depressa, a volte maniacale, scrive poesie e fuma una sigaretta dopo l’altra, mentre Moja raccoglie vestiti e accessori per bambini che le persone regalano tramite annunci. Il padre, Miloš (il veterano del cinema sloveno Gregor Baković), soffre in silenzio e fa del suo meglio per tenere unita la famiglia, ma chiaramente non è in grado.

Mentre raccoglie articoli per bambini, Moja incontra un tipo di famiglia completamente diverso, composto dalla tenera e sensibile mamma Miranda (Claudia Karvan) e dalla vivace ed estroversa figlia Danger (Flora Feldman). La loro casa è molto più bella, più luminosa e meglio tenuta, situata in un quartiere più ricco, e Moja si illumina quando Danger le propone di diventare amiche, quasi come se ne fosse onorata. Quando Danger va a trovarla, Moja mente su sua madre e la ragazza presume che sia Vesna.

La tensione in casa è palpabile: Vesna si scaglia ripetutamente contro Miloš e incolpa sua madre di "averlo fatto apposta", alludendo a un suicidio. Mentre Moja cerca di ravvivare l'umore di Vesna, assistiamo a una scena triste e commovente: per il suo compleanno, prepara una "torta" con panna montata e fragole, e cerca di aggiungere gocce di cioccolato strofinando insieme due metà di un Oreo.

La scenografia di Maddison Haywood mette lo spettatore nei panni di questa famiglia, con gli interni squallidi e scarsamente illuminati della casa, e l'asfalto nudo e grigio all'esterno. Il sole splende solo nell'ultimo atto, e nella prima metà del film, il direttore della fotografia Lev Predan Kowarski non mette mai tutti e tre i membri della famiglia nella stessa inquadratura: è Moja che va dall'uno o dall'altro, mostrando cura e offrendo conforto. Questo forte mix di separazione e claustrofobia è rafforzato dal formato 4:3.

La decisione di Kern di raccontare la storia dal punto di vista di Moja, supportata dal lavoro di macchina che mette sempre a fuoco la sua percezione, funziona davvero bene. Forse con un’altra piccola attrice non avrebbe funzionato, ma Kovačič è semplicemente incredibile: ha talento e una sorta di carisma sommesso che la telecamera adora. Questo permette a Mazur di scatenarsi, a volte fino all'esagerazione, mentre Baković può trattenersi, accentuando lo squilibrio.

A volte, può sembrare che Kern spinga un po’ troppo su quella che è già una storia molto difficile. Ma questa è una qualità che anche Good Luck Orlo! aveva, quindi è una caratteristica dell'estetica della regista che si può decidere di accettare o meno. È chiaro, tuttavia, che Kern sa esattamente cosa sta facendo.

Moja Vesna è una coproduzione tra l’australiana Sweetshop & Green e la slovena Cvinger Film. La francese Wide detiene i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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