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BERLINALE 2022 Berlinale Special

Recensione: A German Party

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- BERLINALE 2022: Il documentario di Simon Brückner segue il controverso partito di destra tedesco AfD, mostrando le tendenze antidemocratiche del gruppo politico

Recensione: A German Party

“Hai davvero intenzione di registrare tutto?" chiede una voce, in tono critico, come se avesse paura che qualsiasi cosa si dica potesse tornare a perseguitarli. Il politico Frank-Christian Hansel, a disagio, si gira verso la telecamera. "Verrà mostrato nel 2022", rispondono lui e i suoi colleghi. A quel punto, qualsiasi cosa pronunciata durante questa riunione di partito avrà poco significato.

È uno sguardo curioso sul funzionamento di un partito politico che il regista Simon Brückner offre agli spettatori con A German Party [+leggi anche:
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intervista: Hubertus Siegert
scheda film
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, che ha avuto la sua prima mondiale nella sezione Special della Berlinale. Il partito in questione è l'AfD (Alternative für Deutschland), il gruppo di destra fondato nel 2013 che è cresciuto tra gli elettori nelle province orientali della Germania e che alimenta insistentemente la rabbia a livello nazionale e internazionale sfumando i confini tra populismo e xenofobia, e si impegna in attività nazionalsocialiste di vecchia data.

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Seguendo il partito tra il 2019 e il 2021, Brückner è testimone di convegni, attivismo di base, opere di beneficenza e serate elettorali. C'è la mancata rielezione del leader parlamentare Georg Pazderski. Le sue opinioni moderate gli costarono l’elezione, contro un avversario che aveva partecipato ad una controversa cerimonia commemorativa della seconda guerra mondiale in Polonia. C'è Carsten Ubbelohde, che vuole salvare gli alberi, ma solo perché così può prevenire le turbine eoliche in quel luogo specifico e investire invece nell'energia nucleare. C'è una lotta tra l’ala moderata e quella più radicale sul punto di vista del partito sulla politica e sulla vaccinazione contro il coronavirus. E c'è il movimento giovanile Junge Alternative, un membro del quale, Aaron, è in cerca di una “minaccia” e la trova nei rifugiati in Bosnia, che stanno cercando di raggiungere la Germania.

Il pacato stile osservativo di Brückner, il lungo sguardo privo di commenti e i dibattiti ideologici hanno molto in comune con i maestri del genere come Frederick Wiseman. Ma a differenza di Wiseman, i soggetti del documentario di Brückner sono piuttosto controversi e promuovono politiche alquanto discutibili. Si potrebbe anche sostenere che Brückner dia loro troppo spazio per esprimere liberamente idee xenofobe o estremiste – una “banalizzazione del male”.

Lo scopo alla fine è costruire una franca auto-rivelazione delle tendenze estremiste nel partito, invece delle ovvie tendenze antidemocratiche del "partito del popolo". Ma a differenza di Jan Gebert, che è riuscito a creare una inversione di tendenza inquietante in When the War Comes [+leggi anche:
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, ritratto di un gruppo paramilitare slovacco, Brückner si sforza troppo di trovare la loro normalità, e quindi non cambia tono o stile.

Mentre riesce a smascherare gradualmente queste visioni radicali e antidemocratiche, non considera però la banalità già affermata della polemica politica odierna, né la consapevolezza e l'indifferenza che la società già ha acquisito. Questi politici possono scagliarsi contro stranieri, rifugiati, coronavirus e “fake news”, ma non c’è niente di nuovo o scioccante. I pochi lampi di tendenze totalitarie, le loro richieste di andarsene a coloro che non amano la Germania e il desiderio di avere "un leader forte" avrebbero un impatto ma vengono ignorati.

Brückner sceglie anche il percorso facile concentrandosi esclusivamente su Berlino e Brandeburgo. Come accennato all'inizio del documentario, le province orientali, l'ex territorio della DDR, hanno eletto quel partito con una maggioranza del 25% nel 2017. Mentre le motivazioni politiche per meriterebbero un'analisi, il film cade troppo facilmente nella trappola della vecchia narrazione tedesca "Est contro Ovest". L'intera comunità si sente come scrollata di dosso dai loro compatrioti occidentali: meno colti e istruiti, sono in cerca di vendetta.

A German Party è prodotto da Hubertus Siegert con il supporto finanziario di ZDF/3sat e rbb. E’ distribuito in Germania da Majestic.

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(Tradotto dall'inglese)


Photogallery 16/02/2022: Berlinale 2022 - A German Party

27 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Simon Brückner, Hubertus Siegert, Gesa Marten, Sebastian Winkels
© 2022 Fabrizio de Gennaro & Dario Caruso for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it, dario-caruso.fr, @studio.photo.dar, Dario Caruso

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