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FESTIVAL / PREMI Italia

Il Bolzano Film Festival Bozen parla tedesco e italiano

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- La 35esima edizione del festival si svolgerà dal 5 al 10 aprile con 8 lungometraggi e 8 documentari da Italia, Germania, Svizzera e Austria e un focus su Albania e Kosovo

Il Bolzano Film Festival Bozen parla tedesco e italiano
Atlas di Niccolò Castelli

“Dopo due anni difficili, quest’anno riusciamo a garantire un’edizione del festival in presenza, con molti ospiti ad accompagnare i loro film e ai talks  e abbiamo deciso di offrire anche un programma online di alcuni dei nostri film, a fine festival”. Helene Christanell, direttrice del Bolzano Film Festival Bozen introduce così la 35esima edizione del festival, che si svolgerà dal 5 al 10 aprile in diverse locations di Bolzano e a Merano Bressanone e Caldaro.

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La rassegna Focus Europe, presente al festival dal 2016, sarà quest’anno interamente dedicata ad Albania e Kosovo, con quattro lungometraggi e quattro corti, tra i quali Hive [+leggi anche:
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intervista: Blerta Basholli
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, primo lungometraggio della regista kosovara Blerta Basholli, pluripremiato al Sundance 2021 e rappresentante del Kosovo agli Oscar 2022.

“Il programma è caratterizzato da molte opere di giovani regist*”, aggiunge Christanell. I lungometraggi in concorso hanno un focus sulla famiglia, sul ruolo di essere madre; i documentari quest’anno invece sono concentrati su uno sguardo politico su emergenze umanitarie e giornalismo d’inchiesta”. Il Premio della Provincia di Bolzano al miglior film degli otto in concorso verrà assegnato da una giuria composta dall’attrice Eleonora Daniel, la sceneggiatrice Claudia Landsberger ed il regista Corrado Ravazzini. Dal Ticino arriva il film di Niccolò Castelli Atlas [+leggi anche:
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intervista: Niccolò Castelli
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che racconta della lunga e dolorosa lotta di Allegra, sopravvissuta a un attentato terroristico. Il bolzanino Ronny Trocker porta al festival Il fattore umano [+leggi anche:
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intervista: Ronny Trocker
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, storia di una famiglia europea modello, messa in crisi da una misteriosa effrazione in casa. Donato Rotunno firma Io sto bene [+leggi anche:
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, storia dell’amicizia tra un anziano italiano emigrato in Lussemburgo negli anni Sessanta e una giovane ragazza che tenta di affermarsi come musicista. La regista Sarah Blaßkiewitz porta Precious Ivie [+leggi anche:
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intervista: Sarah Blaßkiewitz
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, storia di una ragazza tedesca di origine senegalese, tra integrazione e razzismo. Märzengrund [+leggi anche:
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è una coproduzione Austria/Germania di Adrian Goiginger, documentario incentrato su un diciottenne di una valle austriaca che sceglie un ritiro in solitudine, a contatto solo con la natura. Della difficoltà del rapporto madre/figlio parla My Son, della regista Lena Stahl. Dalla Svizzera tedesca arriva il film di Peter Luisi Prinzessin, storia della profonda amicizia che lega uno zio e la nipote. La regista italiana Giorgia Cecere torna dopo 11 anni a Bolzano con Sulla Giostra [+leggi anche:
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, commedia al femminile sull’accettazione del proprio destino.

A valutare il migliore tra gli otto documentari selezionati, sarà la giuria composta dal giornalista tedesco Moritz Holfelder, dal docente e curatore di festival Sven Ilgner e dalla regista italiana Michela Occhipinti. Yuri Ancarani è in concorso con Atlantide [+leggi anche:
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intervista: Yuri Ancarani
intervista: Yuri Ancarani e Marco Alessi
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, coproduzione internazionale sui giovani della laguna di Venezia. Dall’Austria Eva-Maria, di Lukas Ladner, mentre tre registi italiani, Pietro Marcello, Alice Rohrwacher e Francesco Munzi firmano Futura [+leggi anche:
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. Il tedesco Daniel Andreas Sager è presente con Behind the Headlines, la coppia di registi lituano/italiani Virginija Vareikyte e Maximilien Dejoie con I’ll Stand by You, la svizzera Marina Belobrovaja con Our Child [+leggi anche:
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, l’austriaco Jannis Lenz con Soldat Ahmet [+leggi anche:
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mentre la tedesca Manuela Federl presenta The Game. Gambling Between Life and Death.

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