email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

SOFIA 2022

Recensione: Sonata

di 

- Nel primo lungometraggio di Bartosz Blaschke, un giovane trova sollievo dalla sua disabilità attraverso la musica

Recensione: Sonata
Michał Sikorski in Sonata

Se consideriamo la musica o la notazione musicale una lingua, alcune persone potrebbero essere più abili nell'esprimersi attraverso la musica che nella loro lingua madre. Questa è l'idea di base di Sonata [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, il debutto alla regia dell'affermato sceneggiatore Bartosz Blaschke, che mette in scena la vita di Grzegorz Płonka (brillantemente interpretato da Michał Sikorski), un ragazzo a cui era stato erroneamente diagnosticato l'autismo e che trova una profonda forma di espressione nel pianoforte classico. Sonata è nel bel mezzo di un fortunato tour dei festival, dopo la sua prima lo scorso anno a Gdynia; questo mese è stato proiettato a Sofia, dove ha ricevuto il premio principale, il Premio della Città di Sofia (leggi la news).

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Sonata ha anche vinto il Premio del Pubblico a Gdynia, e questo spiega in qualche modo il suo particolare fascino e la sua accessibilità a ogni tipo di spettatore. Non c'è traccia di freddezza o oscurità da film d'arte nella sua composizione, ma evita anche qualsiasi tentativo hollywoodiano di edulcorare la situazione, poiché non trasforma la lotta di una vita in un ordinato arco di redenzione. Blaschke si concentra sempre sull'incertezza esistenziale del percorso di Płonka: che qualsiasi svolta o riconoscimento per il suo talento musicale possa favorire un altro arresto nella sua crescita.

Grzegorz – che i suoi genitori chiamano con i diminutivi "Gresziek" e "Grześ" – è all’inizio del film in una fase di sviluppo alquanto confusa: nelle prime scene, si rifiuta di partecipare alle attività in una classe con bambini con sindrome di Down, e risponde a un gentile commento del suo insegnante alzando il dito medio. La sua matrigna, Małgorzata (Małgorzata Foremniak), vive in un'eterna angoscia chiedendosi “che cosa faremo del povero Gresziek?”. Suo padre, Łukasz (Łukasz Simlat), è più elusivo e preferisce concentrarsi sul suo lavoro tranquillo e solitario di orologiaio, mentre osserva profeticamente che ciò che aiuterebbe suo figlio è "uscire di più e scopare".

Due fattori scatenanti – Łukasz che acquista un piccolo pianoforte a coda per il soggiorno e la scoperta che le difficoltà di Grzegorz sono legate a un problema di udito – collocano la storia nel suo binario definitivo, uno sguardo realistico alle questioni connesse di disabilità, differenza ed esclusione sociale, il tutto raccontato in modo molto consapevole dal punto di vista dei primi anni 2020, dove i costumi dei decenni precedenti si manifestano con tutte le loro incomprensioni e pregiudizi.

Il trattamento graduale dei suoi problemi di udito – prima con un dispositivo che accentua le basse frequenze nello spettro uditivo, e poi con un impianto elettronico che rimpiazza completamente il suo condotto uditivo – va di pari passo con la sua destrezza quasi miracolosa e l'amore per la musica, in particolare quella di Ludwig van Beethoven e le sue composizioni per pianoforte “Sonata al chiaro di luna” e “Per Elisa”, oggi riproposte fino alla nausea nelle pubblicità e come musica d'attesa dai call center. Ma la loro onnipresenza è riscattata, per noi spettatori e per i crescenti ammiratori del protagonista del film, dalla profonda passione delle sue performance, mentre batte e percuote i tasti dei bassi, conferendo a questi vecchi cavalli di battaglia del repertorio classico una vitalità discordante e talvolta aritmica.

Una delle tecniche di regia più sottili di Blaschke è ridurre al minimo la musica non diegetica, in modo che i contributi di Grzegorz possano emergere con una grazia sorprendente dalla fotografia naturalista e dal mix monotono di suoni della vita reale. Il film si avvia chiaramente verso una trionfante esibizione finale a un concerto per musicisti disabili, prevedibile fin dall'inizio del secondo atto. Tuttavia, cattura comunque qualcosa di particolarmente toccante, sapendo cosa ha dovuto passare Grześ per arrivarci, e ciò che dovrà ancora sopportare, essendo il destino così crudele con lui.

Sonata è una produzione polacca guidata da Media Brigade, supportata dal Polish Film Institute.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy