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MALAGA 2022

Recensione: Nosaltres no ens matarem amb pistoles

di 

- María Ripoll intende fare un ritratto di una generazione perduta, ma tutto rimane a livello di intenzioni

Recensione: Nosaltres no ens matarem amb pistoles
Elena Martín e Ingrid García-Jonsson in Nosaltres no ens matarem amb pistoles

Un'estate, cinque amici tornano nella città dove sono cresciuti per incontrarsi. Non si vedono da un po' e ognuno di loro vive ormai la propria vita altrove. Sono tutti sulla trentina e si sentono come se avessero raggiunto l'età in cui il dado è già stato tratto, tentando di muoversi tra lavori instabili e alti e bassi emotivi. Vogliono celebrare l’essere di nuovo insieme e il fatto che, nonostante tutto, hanno ancora qualche motivo per voler andare avanti. Questa è la trama di Nosaltres no ens matarem amb pistoles [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, il nuovo film della regista catalana María Ripoll – un adattamento dell'opera teatrale di Víctor Sánchez – presentato nel Concorso Ufficiale del Festival di Malaga.

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Sulla carta, la premessa sembrerebbe interessante, poiché il punto di partenza ha un grande potenziale: l'insicurezza, l'incertezza, la frustrazione, il disincanto, un sentimento di perdita e di vuoto, le relazioni umane, il passare del tempo e le tracce che lascia dentro di noi, e gli aspetti eccitanti e strazianti della vita. Passa da una prospettiva personale a una collettiva, il ritratto di una generazione che finisce per essere applicabile a tutti noi. Il problema con il film di Ripoll sta in ciò che lei ricava da questa trama. L'intenzione di mostrarci i conflitti che esistono in un gruppo di personaggi, il loro passato e il loro presente, attraverso una rimpatriata è un'idea semplice e classica in egual misura, ma che non la rende meno attraente. Ci sono momenti nel film che trasmettono una certa emozione, che riescono a riflettere con veridicità, atteggiamenti, sentimenti ed emozioni che, in un modo o nell'altro, tutti abbiamo vissuto ad un certo punto della nostra vita. Quella sensazione di riconoscibilità può incoraggiarci a continuare a guardare.

Tuttavia, il grosso problema del film è che nulla di tutto ciò va oltre le mere intenzioni. Ci sono momenti, sprazzi di promesse, ma non portano a niente di più. Si perde, impantanandosi in luoghi comuni e ingenuità, persino banalità. Quando vediamo degli stereotipi nei personaggi, questo non è sempre un difetto, perché a volte funzionano bene e sono rappresentativi della vita reale, ma non è questo il caso: rimangono semplici e facili caricature. In definitiva ci sembrano un pigro esercizio di stile. C'è anche una certa pigrizia nel modo in cui i conflitti vengono risolti, come se la regista avesse voluto mettere le cose in chiaro senza complicare eccessivamente le cose, come un esercizio di aritmetica veloce ed eccessivamente facile, buttando dentro un mucchio di ingredienti che potrebbero funzionare insieme per ottenere il risultato finale che desidera, il più facilmente possibile. Le storie hanno bisogno di tempo, uno spazio specifico e un tempo particolare per essere raccontate. Qui, la maggior parte dei conflitti tra i personaggi è rappresentata senza che noi riusciamo ad approfondire nessuno di essi. Graffiamo solo la superficie, rimanendo in un territorio banale: sono così banali da non essere credibili. C'è anche il desiderio di spiegare assolutamente tutto, di raggiungere un livello di complessità che il film semplicemente non possiede - con riflessioni apparentemente profonde o meravigliose - e finisce per ostacolare la narrazione di qualsiasi argomento che potrebbe essere potenzialmente interessante. Non è necessario lanciarsi in un intero discorso sulla rassegnazione e la morte delle proprie speranze e sogni per affrontare la questione. La sottigliezza è una virtù nella narrativa, ma ovviamente ciò comporta più rischi: devi sapere cosa è eccessivo e cosa no. In questo caso, ci sono troppe parole e messaggi moraleggianti. Tutto sommato, i momenti migliori del film sono quelli divertenti che riescono a farti ridere.

Nosaltres no ens matarem amb pistoles è una coproduzione delle spagnole Turanga Films, À Punt Media, Un Capricho de Producciones e TV3, sugli schermi spagnoli dal 17 giugno con Filmax.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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