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VILNIUS 2022

Recensione: Mirror

di 

- Il documentario di Siddhant Sarin e Debankon Singh Solanky racconta le conseguenze di un attacco con l'acido a due donne indiane

Recensione: Mirror

È sicuramente uno sguardo delicato e genuino, quello offerto da Siddhant Sarin e Debankon Singh Solanky nel loro documentario Mirror. Il film è proiettato nella sezione Panorama del Vilnius International Film Festival di quest'anno (24 marzo-3 aprile) dopo la sua prima mondiale al Festival Internazionale del Documentario di Budapest due mesi fa.

Nel dettaglio, Sarin e Singh Solanky raccontano la vita di due giovani donne indiane, Ritu Saini e Faraha Khan, sopravvissute entrambe agli attacchi con l'acido perpetrati dai loro partner. Quanto è profondo questo trauma, nel cambiare e rimodellare la propria identità? Come può la vittima di un tale orrore ritrovare un senso di normalità e femminilità? Cosa può fare per sensibilizzare l'opinione pubblica e combattere le discriminazioni? Anche se gli attacchi con l'acido si stanno purtroppo verificando in tutto il mondo, i paesi del sud-est asiatico, inclusa l'India, sembrano registrare un numero crescente di casi. Secondo l'Acid Survivors' Trust International, vengono segnalati circa 250-300 casi ogni anno, ma il numero effettivo potrebbe potenzialmente superare i 1.000.

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Nel loro film i due registi adottano un approccio osservativo, che non è mai invadente e non scade mai nel sentimentalismo. Ritu e Faraha, nonostante l'evidente dolore che sopportano, cercano di attirare l'attenzione con le loro storie attraverso i social media, impegnandosi attivamente in dibattiti con "la stessa società che le ha marginalizzate”. Questi sforzi danno loro un motivo in più per andare avanti e le aiutano ad accettare la realtà che sono costretti ad affrontare. Allo stesso tempo, assistiamo a scorci della loro vita quotidiana, durante i quali rivelano prudentemente maggiori informazioni sul loro passato, sulle loro paure e sui loro interessi. Ad esempio, scopriamo che la vista danneggiata di Faraha le impedisce di lavorare come una volta: la sua passione era il ricamo e una volta possedeva un'azienda che raccoglieva anche ordini dai mercati esteri. Attraverso le loro interazioni con i medici, impariamo anche a conoscere le pesanti implicazioni e le terapie che devono affrontare.

Il documentario di Sarin e Singh Solanky è sicuramente il risultato di una ricerca ben condotta. Le due protagoniste si aprono gradualmente davanti alla telecamera, nonostante i pesanti carichi emotivi, e sono molto generose nel darci spunti di riflessione. Esteticamente parlando, è un'opera piuttosto “grezza", che sembra, per la maggior parte, più uno studio documentaristico che un lavoro finalizzato. Tuttavia, è evidente che l'obiettivo dei due registi è quello di fare luce sull'argomento, e tale approccio non richiede necessariamente un linguaggio visivo raffinato e sofisticato. È un pezzo sincero di cinema, ed è più che sufficiente per Sarin e Singh Solanky per svolgere il loro compito.

Mirror è una coproduzione tra l'indiana Teh Films, la lituana Studija Nominum e la sudcoreana Seesaw Pictures. Il famoso documentarista lituano Arūnas Matelis è trai produttori. Studija Nominum si occupa anche della sua distribuzione.

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(Tradotto dall'inglese)

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