Recensione: A Taste of Whale
- Il giornalista e regista francese Vincent Kelner serve un piatto gustoso e cucinato alla perfezione, destinato a diventare uno dei film ambientali di maggior successo del 2022

Le immagini sinistre dei faroesi immersi in un mare di sangue mentre tagliano i globicefali durante la tradizionale caccia nota come "Grind" sono uno spettacolo particolarmente doloroso per gli attivisti per i diritti degli animali, ma anche per le persone comuni. Probabilmente, è uno degli argomenti visivi più potenti per la causa del vegetarianismo, ma è anche una tradizione che appassiona gli abitanti delle Isole Faroe. Il secondo documentario del giornalista e regista francese Vincent Kelner, A Taste of Whale [+leggi anche:
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intervista: Vincent Kelner
scheda film], presentato in anteprima mondiale al concorso F:ACT di CPH:DOX, offre un piatto sostanzioso sull’argomento, stimolante e straordinariamente equilibrato.
Kelner è attento a presentare entrambe le campane prima di mostrarci effettivamente il Grind un'ora dopo l'inizio del film, anche se lo prefigura già nel design dei titoli di testa. La prima inquadratura è un primo piano di uno dei principali protagonisti, l’insegnante Jens, con gocce di sangue sugli occhiali. Poi lo vediamo tagliare carne di balena davanti a casa sua. "Mi sento molto più vicino alla natura che se compro il pollo al supermercato", dice, ponendo la questione sul contrasto tra l'allevamento industriale di animali e la caccia.
Lamya, l'attivista capo dell'organizzazione Sea Shepherd, i cui membri erano gli eroi del documentario del National Geographic del 2019 Sea of Shadows [+leggi anche:
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scheda film], sulla connessione tra pesca intensiva e criminalità organizzata, afferma che questi sono solo due modi diversi di uccidere gli animali. Le barche di Sea Shepherd arrivano per trascorrere l'estate al largo delle Isole Faroe e per cercare di fermare il Grind, portandosi dietro Pamela Anderson per un'accesa conferenza stampa.
Kelner costruisce pazientemente la storia attraverso interviste con i faroesi, in cui il pescatore Tórik è particolarmente schietto, così come con gli attivisti, ma è l'ambientalista locale Rúni a fornire gli argomenti più ragionevoli. Chiarisce che si tratta essenzialmente di una questione emotiva spacciata per etica. Per i faroesi, una comunità affiatata nota per la sua resistenza alle influenze straniere, questa è una tradizione che difendono tanto più ferocemente quanto più vengono attaccati, anche se, come Jens, concordano sul fatto che sia brutale. Per la maggior parte della gente, l'immagine dell'uccisione delle balene è difficile da sopportare, ma l'insegnante dice che, fondamentalmente, non è diverso dal macellare un maiale. Tórik la definisce persino "empatia patologica per le balene", ricordando il documentario vincitore dell'Oscar del 2010 The Cove, in cui l'intero Giappone veniva demonizzato per la sua caccia alle balene. E poiché ai faroesi oggi non manca il cibo, Lamya considera giustamente l'uccisione non necessaria.
Tutte queste opinioni contrastanti sono posizionate nel modo più sobrio attraverso il montaggio dinamico di Olivier Marzin, inframmezzate da inquadrature epiche e ampie delle isole che possiedono un'innegabile e aspra bellezza. Insieme alla sua acuta comprensione dei loro costumi, questo sembra far pendere la bilancia di Kelner verso la posizione faroese, ma ogni volta che lo spettatore pensa di poter rilevare una preferenza per una delle parti in causa, il regista sposta il peso dall'altra parte.
Nell'ultima mezz'ora, sembra che la soluzione al problema possa essere trovata nei dati scientifici e medici. A quel punto, Kelner avrà servito un piatto gustoso e cucinato alla perfezione in cui ciascuno degli ingredienti, gusti e consistenze può essere rilevato individualmente, e il consumatore può decidere cosa farne. Ma la famosa citazione di Paul McCartney che apre il documentario - "Se le pareti dei macelli fossero di vetro, tutti sarebbero vegetariani" - rende chiarissimo il punto centrale del film e trascende tutte le polemiche sul Grind.
A Taste of Whale è prodotto dalla francese Warboys, e la tedesca Films Boutique detiene i diritti internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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