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FILM / RECENSIONI Spagna / Argentina

Recensione: Contando ovejas

di 

- Il primo lungometraggio di José Corral Llorente è una bizzarra commedia nera con punte di thriller e di cinema sociale

Recensione: Contando ovejas
Natalia de Molina ed Eneko Sagardoy in Contando ovejas

Ci sono film che ti sorprendono davvero. Che riescono a trasportarti in altri mondi, a portarti fuori dalla realtà, ad andare oltre le tue aspettative o le tue idee riguardo ad essa o alle possibilità del cinema. Di solito sono pochi, ma quando succede è qualcosa di meraviglioso. Tra i recenti ricordo con particolare affetto La reina de los lagartos [+leggi anche:
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del collettivo Burnin' Percebes. Era un bel film. Fantasioso, rischioso, strano, esilarante, inaspettato. Raccontava una storia d'amore che non avrà sbancato il botteghino, ma che rimarrà nella memoria di alcuni spettatori. Lo cito ora perché in parte (con le dovute distinzioni, che sono tante), il film che Filmax lancia in Spagna oggi, 13 aprile, Contando ovejas [+leggi anche:
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, opera prima di José Corral Llorente, con protagonisti Eneko Sagardoy e Natalia de Molina, me lo ricorda.

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Anche Contando ovejas è una rarità. Una commedia audace, con un umorismo fuori dal comune. È anche un film pieno di immaginazione, perché in buona parte tratta delle storie che immaginiamo per poter vivere. Il film racconta la storia di Ernesto (un magnifico Sagardoy, che si sobbarca gran parte del peso del film con una interpretazione difficile), il tuttofare di un vecchio edificio di Madrid dove vive anche Leandro (Juan Grandinetti), un trafficante di droga che organizza feste nel suo appartamento per vendere la sua merce a tutti i festaioli della città. Ignorato da tutta questa bella gente che sfila ogni notte sulle sue scale, e incapace di dormire per tutto il frastuono che fanno, Ernesto vive praticamente in isolamento, dedicando il suo tempo libero alla costruzione di piccole figure che poi anima per realizzare i suoi film. Ma tutto inizierà a cambiare nella sua vita quando, attraverso il suo hobby, compaiono tre peculiari coinquilini (curiosamente, uno di questi personaggi a sorpresa è doppiato da Manolo Solo) che cercheranno di aiutarlo a uscire dall'incubo in cui vive.

Ispirato al singolare universo del suo cortometraggio d’animazione Down by Love (premiato al Festival di Malaga), con fantasia e umorismo, Corral costruisce una bizzarra commedia nera con punte di thriller e di cinema sociale (e un po' di horror) che è allo stesso tempo divertente e triste. Perché in fondo, nonostante il suo aspetto gentile, quello che racconta il film è devastante. L'isolamento, la precarietà (economica ed emotiva), la violenza, la paura del rifiuto, il desiderio di inserirsi, il bisogno di amare e di essere amati, la distanza tra ciò che appariamo o vorremmo essere e ciò che siamo, tra la vita che sogniamo e quello che abbiamo in realtà, e la solitudine, soprattutto, la solitudine: di questo parla Contando ovejas.

Il film ha alcuni momenti esilaranti e altri strazianti. Proprio in questo contrasto, nella capacità di far ridere nonostante la durezza di ciò che viene raccontato, risiede una delle sue grandi qualità. E anche nella sua capacità di sconcertare. Lo sconcerto nasce da quel riuscito contrasto di toni, da quella leggerezza e da quell'immaginario fantastico (sia nella sostanza che nella forma) con cui viene raccontato l'amaro realismo della storia, da quella singolare commistione tra le due cose, tra finzione e realtà.

Contando ovejas è un’opera prima, un film piccolo e interessante, senza grandi o edificanti pretese (il che è apprezzabile), piuttosto marziano, diverso da quelle commedie che di solito conquistano il botteghino. Ho lasciato il cinema con una piacevole sensazione, per essermi divertita, e anche perché, sapendo quanto è difficile fare questi film, non si può fare a meno di festeggiare la loro uscita nelle sale.

Contando ovejas è una coproduzione spagnola delle compagnie Aquí y Allí Films, Lanube Películas e l’argentina Wanka Cine.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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