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CANNES 2022 Concorso

Recensione: Due fratelli

di 

- CANNES 2022: Léonor Serraille sale di livello con un secondo lungometraggio di grande finezza che racconta quindici anni di contrastante esistenza di un trio familiare

Recensione: Due fratelli
Stéphane Bak, Kenzo Sambin e Annabelle Lengronne in Due fratelli

"Ognuno di noi esamini i propri pensieri; li troveremo completamente occupati dal passato e dal futuro. Non pensiamo quasi mai al presente, e quando ci pensiamo, è solo in relazione al futuro". Non temete, amanti delle storie a lungo termine e dei film avvincenti in cui ci si ama beati senza farsi troppe domande: questa citazione di Blaise Pascal non compare direttamente in Due fratelli [+leggi anche:
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intervista: Léonor Serraille
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di Léonor Serraille, presentato in concorso al 75° Festival di Cannes, anche se naturalmente non è un caso che si insinui nella storia. Perché la regista francese (che ha vinto la Caméra d’Or 2017 con Jeune femme [+leggi anche:
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intervista: Léonor Serraille
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) vanta delle capacità discretamente formidabili e sa perfettamente come condensare l'intelligenza alla base delle sue intenzioni, offrendo un'analisi estremamente raffinata delle sfumature all'interno del microcosmo di una famiglia franco-ivoriana (una madre e i suoi due figli) seguita nel tempo, tra il 1989 e il 2005.

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"La mamma parlava in un modo che la rendeva impaziente, ma allo stesso tempo guardava altrove". Quando Rose (la simpatica Annabelle Lengronne) arriva da Abidjan, Jean ha dieci anni (Sidy Fofana) e il suo fratellino Ernest ne ha cinque (Milan Doucansi). Hanno lasciato un padre e molti altri fratelli, e sono stati accolti da una famiglia in una stanza per tre all'interno di un appartamento situato in un sobborgo di Parigi. "Bisogna essere dei campioni, lavorare ancora di più a scuola e non piangere mai davanti a nessuno", anche se si può piangere di nascosto, come a volte fa Rose, perché questa madre tanto amorevole che lavora come addetta alle pulizie in un hotel parigino è comunque una donna che cerca di realizzarsi in quanto tale, senza dipendere da un uomo. Il tempo passa e tutto cambia in seguito a un incontro che proietta il trio a Rouen, per un secondo capitolo incentrato sul diciannovenne Jean (Stéphane Bak) che praticamente fa da padre a Ernest, che ora ha 13 anni (Kenzo Sambin), dal momento che la loro madre torna a casa solo nei fine settimana, dal suo lavoro a Parigi. È l'adolescenza e l'inizio dell'età adulta, e Jean si ribella al loro nuovo patrigno (Jean-Christophe Folly) e subisce il boomerang psicologico di un carico di aspettative troppo pesante per lui fin dall'infanzia. Spetterà quindi al fratellino – ricettacolo e testimone di tutto – una volta raggiunta l'età adulta (Ahmed Sylla), trarre il meglio che potrà da questi nuovi inizi e dalla chiusura di questi cicli segnata da tumulto e cambiamento. È un equilibrio dinamico in cui sentimenti ed errori, complicità e incomprensioni, sogni e disattenzione, intrecciati con cambiamenti di prospettiva nel tempo, sono il crogiolo universale di ogni singola famiglia.

Opera realizzata in maniera sottile sulla base di una sceneggiatura altamente sofisticata la cui portata temporale e le tre prospettive – collocate successivamente al centro della storia – non minano mai l'intensità e la veridicità del presente, Un petit frère si dispiega con delicatezza, senza mai forzare il dramma e offrendo frequenti pause per respirare (il castello, il ballo, ecc.). Incredibilmente ben montato su immagini delicate e fantasiose firmate dalla direttrice della fotografia Hélène Louvart, il film dimostra l'abilità sottile ma sbalorditiva di Léonor Serraille, che nasconde un'incredibile varietà di talenti sotto un velo di modestia e semplicità, la cui vastità è senza dubbio ancora da scoprire.

Prodotto da Blue Monday Productions e coprodotto da France 3 Cinéma, Due fratelli è venduto nel mondo da mk2 Films.

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(Tradotto dal francese)


Photogallery 28/05/2022: Cannes 2022 - Un petit frère

25 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Léonor Serraille, Ahmed Sylla, Stéphane Bak, Sidy Fofana, Kenzo Sambin, Annabelle Lengronne
© 2022 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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