Recensione: Erasmus in Gaza
- Chiara Avesani e Matteo Delbò firmano un emozionante racconto di formazione documentando il percorso del primo studente Erasmus nella striscia di Gaza, un aspirante chirurgo italiano

Il percorso di un giovane studente italiano, aspirante chirurgo, nella striscia di Gaza, e la sua straordinaria crescita professionale e umana, sono al centro di Erasmus in Gaza, l’emozionante documentario diretto da Chiara Avesani e Matteo Delbò, presentato nella sezione Contemporary Lives del 18° Biografilm Festival di Bologna. Un film che, insieme all’esperienza di Riccardo Corradini, il primo studente al mondo a partecipare al programma europeo di scambi universitari Erasmus nel problematico territorio palestinese confinante con Israele, restituisce anche il senso di cosa significhi, in particolare per i più giovani, vivere come prigionieri in casa propria e sotto la minaccia costante delle bombe.
Riccardo, 24 anni, laureando in medicina dell’Università di Siena, desidera specializzarsi in chirurgia d’urgenza e per approfondire i suoi studi sulle ferite da armi da fuoco sceglie una meta calda che periodicamente vede gli ospedali riempirsi di feriti: la striscia di Gaza, dove – ci viene detto – nel 2018, nel solo periodo marzo-settembre se ne sono contati 18mila. “È un’occasione per capire se sono all’altezza”, dice salutando parenti e amici a Siena. Entrare a Gaza, se non sei della stampa o di una ONG, è complicato, studenti stranieri lì non se ne vedono mai, e una volta arrivato a casa della famiglia che lo ospiterà, ad accogliere Riccardo c’è il buio, letteralmente, per i razionamenti di energia elettrica voluti da Israele. Il giovane medico viene comunque visto e trattato dai locali come in altre epoche si trattavano gli stranieri: con curiosità, rispetto e attenzione a non fargli mancare niente. “Per noi è un’opportunità per comunicare con qualcuno che viene da fuori”, gli dicono i suoi colleghi medici laureandi di Gaza, ai quali è impedito viaggiare e per i quali “avere un visto per uscire sarebbe come vincere un milione di dollari”.
La routine accademica, alternata a momenti di svago (tra cui una festa di ballo per soli uomini) e di conoscenza della cultura locale, viene presto spezzata dalla realtà del conflitto israelo-palestinese, che irrompe con il suo carico di ossa frantumate dai proiettili, gambe amputate e bambini sofferenti. Per Riccardo è il primo vero test sul campo, è turbato, si chiede se tutto questo faccia per lui. Poco dopo arrivano anche le bombe israeliane a pochi passi da casa, e l’uscita dalla propria comfort zone si tramuta in panico. Riccardo, come altri stranieri presenti a Gaza, viene trasferito in un posto più sicuro, a Betlemme, e si lascia alle spalle quelli che sono diventati i suoi amici e la sua nuova famiglia, che non possono uscire “solo perché hanno un passaporto sbagliato”. Ma quando le acque si calmano, temporaneamente, e gli è, consentito di rientrare a Gaza, comincia una nuova fase per lui che gli consentirà di capire cosa vuole fare davvero nella vita.
Ricco di incontri, esperienze e riflessioni, Erasmus in Gaza è un vibrante racconto di formazione in presa diretta, che con un montaggio dinamico e mai superfluo sa cogliere l’essenza di ogni tappa dell’articolato percorso di crescita di questo giovane studente, trasmettendo allo stesso tempo la sua passione, le sue paure, i valori della fratellanza umana e la nobiltà del mestiere del medico, in un luogo dove dopo ogni scarica di bombe, si alza la musica e si festeggia per il fatto di essere ancora vivi.
Erasmus in Gaza è prodotto dalla spagnola Arpa Films, in collaborazione con Feltrinelli Real Cinema; la distribuzione internazionale è affidata alla francese Java Films.
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