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PALIĆ 2022

Recensione: Roses. Film-Cabaret

di 

- Guardando questo energico documentario ucraino di Irena Stetsenko, non solo si desidera assistere a una performance del suo gruppo di attiviste, le Dakh Daughters, ma anche farne parte

Recensione: Roses. Film-Cabaret

Donne sul piede di guerra (intellettuale), sul palco e – coraggiose oltre che ribelli – per le strade convulse di Kiev. Sono le protagoniste di Roses. Film-Cabaret, un film non-fiction  scritto e diretto da Irena Stetsenko e che prevede un'immersione frenetica nelle viscere e nello spirito della Freak Cabaret Dakh Daughters Band (che la regista conosce a fondo e la cui complicità si rileva nelle sue immagini ), che nei suoi spettacoli unisce musica, performance e militanza politica. Questo film è stato proiettato  la scorsa settimana nella sezione Country in Focus della 29a edizione del Palić European Film Festival, dedicato all'Ucraina, dopo essere stato presentato in anteprima l'anno scorso al Docudays UA International Documentary Human Rights Film Festival, ed essere passato attraverso altre rassegne come lo Sheffield Doc/Fest, il Baltic Sea Docs o l'Astra Film Festival.

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Ma non lasciatevi confondere dal titolo: il cabaret praticato da queste guerriere non è basato sulla carnalità e sull'esibizionismo epidermico a cui siamo abituati all'interno degli standard più comuni di questo tipo di spettacoli (e che abbiamo visto in film come Glittering Misfits [+leggi anche:
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). Perché queste ragazze invece hanno il viso truccato, strumenti personalizzati e indossano abiti di ispirazione barocca che non sfruttano la loro carnalità. Il loro scopo è intrattenere, non solo l’epidermide ma anche il cuore e, soprattutto, il cervello, mettendo in discussione tante questioni sociali e politiche.

Con un montaggio indiavolato che non dà tregua (al ritmo vibrante delle canzoni che si sentono nel film) per gentile concessione di Mykola Bazarkin, Roses. Film-Cabaret intervalla le esibizioni della band (che a tratti sembrano versioni femminili delle loro maestà sataniche, gli Stones, che si scontrano con l'universo di Lindsay Kemp), i loro viaggi in treno o in aereo, momenti intimi e complici nei camerini (dove non mancano le riconciliazione familiari) e interviste a ciascuno dei suoi sette membri, che svelano aspetti della formazione, preoccupazioni e desideri, sempre con grande entusiasmo e tanta giovinezza.

La macchina da presa della regista esordiente nel lungometraggio le accompagna (per cinque anni) anche quando escono per strada, vestite per l'occasione, denunciando in modo festoso, sensibile e divertente situazioni che considerano terribili, davanti al polizia e con i manifestanti, trasmettenda lo stesso cosa che trasmette questo film: un senso unico di lotta, rispetto e libertà, che ci hanno fatto sentire il fan numero uno di questa grande band, furiosa e travolgente, così come il documentario di cui è protagonista.

Roses. Film-Cabaret – che ha ricevuto una menzione speciale dopo la sua prima al Docudays UA e poi un premio al Festival internazionale del cinema ucraino BRUKIVKA – è una produzione dell'ucraina DGTL RLGN.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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