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VENEZIA 2022 Orizzonti Extra

Recensione: Un vizio di famiglia

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- VENEZIA 2022: Nel film di suspense rococò di Sébastien Marnier, Laure Calamy cerca di unirsi a una famiglia di Trump francesi

Recensione: Un vizio di famiglia
sx-dx: Laure Calamy, Doria Tillier, Dominique Blanc, Céleste Brunnquell e Véronique Ruggia in Un vizio di famiglia

È una cosa gradita a un festival importante, anche se in questo periodo è aumentato il numero di film di genere, per quanto elevati o artistici: un thriller trash e pacchiano che ti attira, disarmando le tue facoltà critiche. Un vizio di famiglia [+leggi anche:
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di Sébastien Marnier sembra il tipo di film che si poteva vedere a notte fonda in TV nell'era pre-streaming, magari dopo averne perso i primi quindici minuti, e che vi costringe a rimanere incollati fino alla fine. Al diavolo le palpebre cadenti. Oppure, per essere meno lusinghieri, sembra il tipo di intrattenimento veloce, non impegnativo, che potrebbe far passare qualche ora di un lungo volo.

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Tornando alla sezione della Mostra del Cinema di Venezia dedicata ai film di genere e al pubblico, questa volta denominata Orizzonti Extra dopo che L'ultima ora [+leggi anche:
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 del 2018 era in Sconfini, Un vizio di famiglia potrebbe essere descritto come un "thriller spumeggiante", e se Hitchcock e (successivamente) François Ozon si sono talvolta specializzati in questo genere, il lavoro di Marnier non riesce a superare la natura contraddittoria di questo appellativo. Un altro elemento in comune con altri thriller francesi è un atteggiamento piuttosto disinvolto nei confronti del pastiche e della citazione, in cui è difficile distinguere le citazioni da veri e propri furti; la sceneggiatura corrisponde in modo sospetto a diversi elementi di design e di trama di Knives Out di Rian Johnson, anche se la direzione più crudele e antiumanista in cui Marnier finisce per portarci lascia un retrogusto più persistente.

Laure Calamy, una delle più brillanti attrici francesi attualmente in attività, è la viscida Stéphane, un'operaia di linea in un impianto di lavorazione del pesce con un occhio alla mobilità superiore. Le prime fasi della trama, che è importante non rivelare completamente ai futuri spettatori, la vedono alternare l'assistenza alla fidanzata incarcerata e instabile (Suzanne Clément) e un cauto avvicinamento alla sua nuova famiglia biologica, dopo aver scoperto l'identità del padre all'inizio del film. Per un felicissimo colpo di fortuna, Serge (Jacques Weber), il patriarca, è un magnate del settore immobiliare locale, con una catena di hotel che porta anche il suo nome (si sente Marnier dare un colpetto alla pancia, quasi una gomitata in 3D che esce dallo schermo del cinema); all'inizio lui e Stéphane si incontrano addirittura in quella che sembra la clubhouse di un campo da golf.

Una volta arrivati nella sua residenza sgargiantemente nouveau-riche, Stéphane deve affrontare una gelida introduzione con la figlia del magnate, George (Doria Tiller) - che sta gradualmente prendendo il controllo del suo impero e che le dice letteralmente in faccia: "Non sei gradita qui" - e con la sua vanitosa e altezzosa consorte, Louise (Dominique Blanc). Il personaggio della Blanc, grazie alla sua disinvoltura, diventa un punto di identificazione per il pubblico tanto quanto Stéphane, stravolgendo l'archetipo sessista della " gold digger " e trasformandolo in un modo tutto suo di approfittare allegramente dei ricchi sfondati.

Intitolare il film originale L'origine du mal è una trovata poco convincente: ci chiede di trarre una posizione morale da come il racconto vede i suoi personaggi, quando ciò che vediamo davanti a noi è così evidentemente e cinicamente pessimista sulla natura umana. E mentre impariamo a conoscere meglio le motivazioni di Stéphane, nonostante i notevoli sforzi di Calamy, la caratterizzazione scritta sulla pagina non le permette di recitare a sufficienza, e quindi di convincere, i suoi volubili cambiamenti di cuore. Marnier vuole creare qualcosa di simile a La Cérémonie di Chabrol, ma aggiunge dello Splenda quando in realtà servirebbe dell'arsenico.

Un vizio di famiglia è una coproduzione tra Francia e Canada di Avenue B Productions e Micro_scope. Le vendite internazionali sono gestite da Charades.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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