VENEZIA 2022 Settimana Internazionale della Critica
Recensione: Margini
- VENEZIA 2022: Il film di Niccolò Falsetti su tre amici che suonano musica punk in periferia è abbastanza fresco e vivace da poter essere apprezzato anche da chi non ama il genere

Se qualcuno pensa che la scena punk sia morta, si sbaglia di grosso. Basta fare un giro su wikipedia o googlare la parola punk per scoprire che ogni singolo paese europeo, per limitarsi al vecchio continente, ha i propri gruppi declinati nei vari sottostili dell’originale corrente musicale nata negli anni 70, ed è sostenuta da miriadi di fanzine on line e locali in cui si suona, dalla Norvegia alla Turchia di Erdoğan. Margini [+leggi anche:
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intervista: Niccolò Falsetti
scheda film], diretto da Niccolò Falsetti e in concorso alla Settimana Internazionale della Critica della 79ma Mostra di Venezia, racconta una storia punk di periferia. Scritto dal regista con Francesco Turbanti e Tommaso Renzoni, il film nasce dall’esperienza diretta di Falsetti e Turbanti con il gruppo punk PEGS a Grosseto.
E nel film siamo appunto a Grosseto, estate 2008, dove Edoardo (Emanuele Linfatti), Iacopo (Matteo Creatini) e Michele (Francesco Turbanti) sono i membri di una band hardcore. Iacopo, il bassista, è un musicista classico prestato allo street punk, a settembre ha le prove con il maestro Barenboim prima di partire per il tour. Edoardo suona la chitarra, vive con la madre Tiziana (Valentina Carnelutti), incompreso assoluto con le sue magliette degli Discharge, Hüsker Dü, Black Flag, come del resto il batterista Michele. Disoccupati senza un soldo e incazzati, emarginati in una città di 80mila abitanti, come conferma con ironia e amarezza il titolo del film. Il cavallo di battaglia della band è “Punk è moda (non per noi)” in cui cantano che non possono permettere che i giornali e tv “ci dicano cos’è il punk, è molto più che borchie, anfibi e capelli colorati, non lo puoi trovare nelle discoteche e neppure più nei centri sociali, non è un fenomeno giovanile, non è una delle tante mode del momento, e il tempo ci sarà testimone!”
La grande occasione si presenta quando viene loro proposto di aprire il concerto a Bologna dei Defense, famosa band punk hardcore americana. Ma il concerto viene annullato e i tre decidono che sarà la montagna ad andare da Maometto e invitano i Defense a suonare a Grosseto. La situazione si fa complicata quando Iacopo scopre di avere le prove proprio il giorno fissato per l’evento, mentre Michele ha già comprato i costosissimi biglietti d’aereo con la carta di credito della sua donna (Silvia D’Amico), cassiera al supermercato, e Eduardo ha definitivamente litigato con il compagno della mamma (Nicola Rignanese), disposto a dar loro il locale e l’amplificazione. Cosa fa un vero punk quando la situazione precipita?
Recitato con una affilata e rapida parlata toscana che in certi momenti avrebbe bisogno dei sottotitoli, Margini è un piccolo film, vero, vivo e scalpitante, realizzato da chi conosce ideologia e sottocultura punk, e volutamente caotico (il regista fa parte di un collettivo di autori e filmmakers che negli anni ha realizzato documentari, cortometraggi, campagne virali, progetti crossmediali, serie web, e di più di un centinaio fra contenuti brandizzati e pubblicità). Le scene del concerto sono girate molto bene (spoiler: il concerto si farà, in qualche modo), e l’irrisione della società di provincia è l’ultimo gesto di ribellione di una generazione (30-40enni) che ancora prova a “sognare in grande”. Anche se le t-shirt degli Hüsker Dü sono fuori tempo massimo. Un pubblico giovane e meno giovane, non necessariamente amante del punk, apprezzerà la vivacità e la naturalezza del film.
Margini è una produzione italiana di dispàrte, Manetti bros. Film con Rai Cinema. Le vendite internazionali sono di Fandango Sales, l’uscita in Italia è prevista per il 15 settembre con Fandango.
Photogallery 02/09/2022: Venezia 2022 - Margini
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© 2022 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it
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