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VENEZIA 2022 Giornate degli Autori

Recensione: Casa Susanna

di 

- VENEZIA 2022: Sébastien Lifshitz torna a indagare le sfumature dell'identità e firma un documentario notevole su un ritrovo di travestiti americani degli anni '50 e '60

Recensione: Casa Susanna

"Era la libertà totale, la possibilità di essere me stesso per una volta, di stare con persone che capivano". Tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60, una tenuta immersa nel cuore delle Catskill Mountains, a nord di New York City, accoglieva durante i fine settimana quello che allora era il più grande gruppo di travestiti della storia, una pratica che la legge americana all'epoca condannava come una "degenerazione sessuale" punibile con l'internamento psichiatrico. Questo luogo emblematico che collegava fra loro individui isolati era Casa Susanna [+leggi anche:
trailer
intervista: Sébastien Lifshitz
scheda film
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, come il titolo del nuovo e affascinante documentario del cineasta francese Sébastien Lifshitz, presentato come evento speciale alle Giornate degli Autori della 79ma Mostra di Venezia, e che poi parteciperà al Festival di Toronto nella sezione TIFF Docs.

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Sulla base di fotografie scattate all'epoca, quattro testimonianze (due dirette, una della figlia di uno dei partecipanti – che scrisse sotto falso nome il libro A Year Among the Girls – e una del nipote della proprietaria del sito, che era un bambino nei primi anni '60) e le splendide immagini d'atmosfera delle Catskill (firmate da Paul Guilhaume), il film solleva il velo su quella che rappresentò un'identità collettiva, una sottocultura di una minoranza sessuale composta da uomini che soffrivano e si interrogavano in solitudine, in preda a frustrazione, senso di colpa, vergogna e incertezza, e in origine riuniti attorno alla rivista underground Transvestia diretta da Virginia Prince.

Intorno ai bungalow di Casa Susanna e nel fienile dove si organizzavano spettacoli di cabaret, era una festa, la gioia di sentirsi se stessi, di pettinarsi, di truccarsi, di mettersi i tacchi a spillo, ecc., senza il peso schiacciante del giudizio sociale, le minacce della legge, la paura di perdere tutto, il dubbio su chi ci si sentisse di essere veramente. Vestiti come tipiche casalinghe americane della classe media degli anni '50 e '60, potevano tutti liberamente "giocare con il fuoco con i loro alter ego". Uno spazio di libertà assoluta che Tito/Susanna e sua moglie Marie, proprietaria della tenuta e parrucchiera sulla Quinta Strada a New York, offrivano loro. Ma il "club" era strettamente riservato ai travestiti eterosessuali e il tema della transessualità era assente; un orientamento in realtà più complesso, come dimostrerà il resto del film, fornendo le testimonianze di quelle che poi sarebbero diventate Katherine e Diane, e che raccontano il loro percorso dalla A alla Z.

Molto ben costruito, messo in scena e montato, Casa Susanna non è solo un'opera di importanza sociologica storica, ma anche un film nostalgico e sensibile (Casa Susanna chiuse dopo pochi anni). Un'opera ben riuscita in linea con le precedenti opere del raffinato Sébastien Lifshitz.

Prodotto da Agat Films e coprodotto da Arte France e American Experience Films, Casa Susanna è venduto da PBS International.

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(Tradotto dal francese)


Photogallery 03/09/2022: Venezia 2022 - Casa Susanna

10 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Sébastien Lifshitz, Muriel Meynard, Tina Baz
© 2022 Dario Caruso & Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - @studio.photo.dar, Dario Caruso, fadege.it, @fadege.it

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