email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VENEZIA 2022 Orizzonti

Recensione: L'appuntamento

di 

- VENEZIA 2022: A trent'anni di distanza, la guerra in Bosnia continua a corrodere sotto la superficie, le sue ferite pronte a riaprirsi da un momento all'altro, come dimostra Teona Strugar Mitevska

Recensione: L'appuntamento

Gli inizi non sono mai veramente freschi; sono infestati e influenzati dalle esperienze precedenti. Asja (Jelena Kordić Kuret) ha 45 anni, è single e spera ancora di formare una famiglia. Sua madre le ha organizzato un evento di speed-dating, un'occasione per conoscere nuove persone. Ma anche in questi momenti insospettabili si possono scatenare traumi e tracciare nuove linee nella sabbia, come dimostra L'appuntamento [+leggi anche:
trailer
intervista: Teona Strugar Mitevska
scheda film
]
di Teona Strugar Mitevska, presentato in anteprima nella sezione Orizzonti della 79ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Rinchiusa in un hotel in stile brutalista, che offre uno sguardo ai tempi passati della Jugoslavia, Asja si sottopone a un gioco impegnativo e un po' imbarazzante di camicie rosa abbinate, cartellini e test sociali goffi. Le stanze tra cui i partecipanti vengono accompagnati hanno nomi illustri come Zurigo e Basilea, ma il luogo in sé suggerisce poco della famigerata neutralità della Svizzera. All'esterno, la città è un conglomerato di architettura moderna ed edifici su cui i fori di proiettile vecchi di decenni sono ancora paura.

All'interno, è il divario culturale che continua a fare capolino. "Non sei serbo?" è una delle prime domande che la connazionale di Asja, Aida (Vedrana Božinović), pone immediatamente all'accompagnatore. Negli altri cicli di domande, l'appartenenza religiosa è trattata meno come un sistema di credenze e più come un modo per identificare i gruppi nazionali. Essere serbi, croati o musulmani può ancora essere una linea di demarcazione.

Zoran (Adnan Omerović), l'accompagnatore di Asja, inizia a spingersi oltre questi confini. Non è venuto a cercare l'amore, ma il perdono. Il suo incontro con Asja non è una coincidenza. I due hanno un passato comune, che dovranno rivedere nel corso dell'evento, e che a sua volta diventa sempre più esplosivo a ogni confronto, a ogni domanda posta e a ogni risposta data.

Tra attività di gruppo, pranzi mediocri e un gruppo di personaggi variopinti, che vanno dai veterani alle vittime di guerra fino alle persone nate dopo la guerra, Asja non può fare a meno di rendere il suo passato con Zoran un argomento di dibattito pubblico, trasformando i suoi compagni di avventure in giudici, giurati e boia del suo personaggio. Ma dopo tutti questi anni, qual è la risposta adeguata? Questo è ciò che sembrano chiedersi Teona Strugar Mitevska e la sua co-sceneggiatrice Elma Tataragić. Le risposte nella stanza variano. Tutti sono traumatizzati e, come dichiara Aida, "la tua storia non è più importante delle altre". Sabina (Mona Muratović), non nata nel conflitto, è infastidita, mentre il veterano Asim (Iduzin Bajrović) vuole parlare di tattiche di guerra.

Strugar Mitevska lascia che questi momenti esplodano in un caos accuratamente filmato, che funge da contrapposizione alla precedente armonia che si era creata durante i giochi. Ma anche in quei momenti, in cui la fiducia sembrava essere all'ordine del giorno, si sono manifestati momenti di incertezza e di dubbio. La confessione che il peggior ricordo d'infanzia di Asja è quello di essere stata vittima di bullismo da bambina fa infuriare Zoran. "Perché stai mentendo?", grida. Qualche istante dopo, quando gli viene chiesto di dire tre verità e una bugia, due delle sue risposte sono "Sono l'uomo più felice del mondo" e "Sono stato su Marte", il che fa pensare che abbia davvero fatto quel viaggio nello spazio.

Nel complesso, The Happiest Man in the World è una rivisitazione interessante di un trauma duraturo, e al contempo utilizza un umorismo asciutto e sornione per analizzare da vicino l'imbarazzo e il caos che ne consegue quando si partecipa a un appuntamento al buio.

L'appuntamento è una coproduzione tra Macedonia, Bosnia, Beglio, Croazia, Danimarca e Slovenia di Sisters and Brother Mitevski, Entre Chien et Loup, Vertigo, Frau Film, Terminal 3 e SCCA/pro.ba. Pyramide International ne gestisce le vendite internazionali.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

Privacy Policy