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VENEZIA 2022 Giornate degli Autori

Recensione: Zafira, l'ultima regina

di 

- VENEZIA 2022: Il duo composto da Adila Bendimerad e Damien Ounouri esordisce nel lungometraggio con un film che ripercorre un evento storico dell’Algeria nel XVI secolo da un punto di vista femminile

Recensione: Zafira, l'ultima regina
Adila Bendimerad in Zafira, l'ultima regina

Si immerge in un’Algeria inedita, quella degli inizi del ‘500, tra raffinata vita di corte e battaglie brutali, fasti regali e lotte all’ultimo sangue, l’opera prima co-diretta dalla regista-attrice algerina Adila Bendimerad e il regista franco-algerino Damien Ounouri, Zafira, l'ultima regina [+leggi anche:
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scheda film
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, presentata in concorso alle 19me Giornate degli Autori della 79ma Mostra di Venezia. Un dramma storico ambizioso, anche se low budget, e molto umano, che ritrae lotte di potere, alleanze e tradimenti politici dal punto di vista di una donna e madre, la leggendaria regina Zaphira.

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È il 1516 ed è in atto l’occupazione di Algeri da parte degli spagnoli. A combattere per liberare la città – come ha già fatto con i suoi compagni corsari in altre parti del paese – arriva il feroce pirata Aroudj Barbarossa (Dali Benssalah). Mentre da una parte, sul campo di battaglia, vediamo esplodere la violenza e schizzare il sangue, dall’altra, nel lusso del palazzo, Zaphira (incarnata dalla stessa Bendimerad), moglie del re Salim Toumi (Tahar Zaoui), si diletta con le sue amiche e bada amorevolmente a suo figlio. Si intuisce presto che la regina è una donna appassionata e di tempra forte, anche dalla determinazione con cui reclama i suoi diritti di moglie al re suo marito, che troppo spesso diserta il letto coniugale per occuparsi del destino dell’Algeria.

Dopo aver finalmente sconfitto l’invasore, Barbarossa stringe un patto di alleanza con il re Salim e sale al potere. Ma le intenzioni del selvaggio pirata sembrano andare ben oltre: “Prenderò il suo palazzo, cavalcherò il suo cavallo, e sua moglie", proclama ai suoi corsari. Di fatto, di lì a breve il re viene misteriosamente assassinato nel suo hammam, e subito dopo Barbarossa chiede in sposa Zaphira. Ma la bella regina romperà tutti gli schemi, andando contro la sua stessa famiglia, e si opporrà al destino scritto per lei impedendo anche con le unghie e con i denti che le portino via il suo adorato figlio.

Ritratto pulsante di un’eroina del passato tra realtà e leggenda, giacché l’esistenza di Zaphira non è stata mai accertata, La Dernière reine sfoggia abiti d’epoca e scenografie sontuose, sequenze di lotta ben coreografate (vedi anche la scena dell’affronto fisico tra Zaphira e Aroudj, crudele e sensuale insieme), figure femminili volitive (da menzionare anche Imen Noel nei panni dell’altra moglie del re, Chegga, e Nadia Tereszkiewicz nel ruolo di Astrid “la scandinava”), il tutto tra sangue, carne, ossa. Una sorta di tragedia shakespeariana che getta luce su un periodo della storia d’Algeria mai rappresentato al cinema, realizzata con passione e appassionante.

Zafira, l'ultima regina è una produzione dell’algerina Taj Intaj con la francese Agat Films, in coproduzione con CADC (Centre Algérien de Développement du Cinéma), Birth, Orange Studio, Long Hu Bao International Entertainment, TAICCA (Taiwan Creative Content Agency), il programma di co-finanziamento internazionale di Taiwan, The Red Sea Film Festival Foundation. Le vendite internazionali sono guidate da The Party Film Sales.

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