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VENEZIA 2022 Fuori concorso

Recensione: The Matchmaker

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- VENEZIA 2022: Si parla tanto in questo documentario, eppure Benedetta Argentieri non dice molto

Recensione: The Matchmaker

Alla 79a Mostra del Cinema di Venezia, dove i documentari sono stati di gran moda - e uno, All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras, è riuscito addirittura a portarsi a casa il Leone d'Oro (leggi la news) - è un po' ironico che anche alcuni esempi più mediocri abbiano fatto il loro ingresso. Il titolo fuori concorso di Benedetta Argentieri, The Matchmaker [+leggi anche:
trailer
intervista: Benedetta Argentieri
scheda film
]
, è in gran parte poco stimolante e sembra tremendamente frettoloso, anche se è facile capire perché qualcuno abbia creduto nel suo potenziale: la sua protagonista, Tooba Gondal, cresciuta a Londra, è una delle più famose jihadiste britanniche, che si dice abbia "reclutato" molte giovani donne per farle sposare con membri dell'ISIS.

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Nel doc tuttavia Tooba si comporta bene. È piacevole e tranquilla, in modo quasi preoccupante, anche quando è costretta ad ascoltare alcuni dei suoi post più inquietanti sui social media, tra cui tweet che parlano di "massacrare gli infedeli". La sua storia è quella di una persona che era alla ricerca di qualcosa e che apparentemente ha trovato la pace nella religione, almeno per un po'. Ha trovato un senso in essa, anche se non è cresciuta in una famiglia estremista, e forse ha trovato anche il potere.

Ci sono molte discussioni su donne che improvvisamente hanno lasciato le loro case e i loro amici e hanno deciso di sposare i combattenti dell'ISIS. È qualcosa che il pubblico in generale non riesce a capire, per niente, e questo documentario non risolverà di certo l'enigma. Ma c'è un punto che Argentieri sembra voler sottolineare: non ci sono solo gli uomini dietro a tante vite distrutte. Parlando dei crimini nazisti, uno scrittore polacco disse: “È la gente che ha condannato la gente a questo destino". In questo caso, le donne hanno condannato le donne a questo destino, sapendo perfettamente cosa le aspettava.

È agghiacciante quando Gondal recita l'elenco dei suoi mariti già deceduti, ammettendo di amarne uno ma di non sopportarne un altro. Eppure si sa che ha incoraggiato altre persone a fare la stessa cosa, a fare le stesse scelte. Sappiamo che l'infelicità ama la compagnia, ma questa è una storia contorta.

Purtroppo nulla nel film viene portato a una conclusione e si ha la sensazione che Argentieri sia stato privata di un finale. Così com'è ora, The Matchmaker può essere solo fugacemente interessante come ritratto di un cattivo che in realtà non appare tale, e forse questa è sempre stata l'arma principale di Gondal. Oppure può servire a dimostrare che, mentre a tutti piace dipingere le donne dell'ISIS come sprovvedute e passive, alcune gestivano intere reti. Ma la storia si esaurisce, senza mai andare oltre il dolce sorriso della protagonista. Ad Argentieri viene concesso uno sguardo, ma poi la porta le viene sbattuta in faccia.

Qualcuno afferma che le donne dell'ISIS "non cambieranno mai": al momento sono solo in fuga e vivono alla giornata. Nel 2019, Gondal ha pubblicato una lettera aperta al pubblico britannico, sostenendo di essere solo un "bersaglio vulnerabile". Il che fa anche pensare che, accettando di fare questo doc, possa aver sperato che servisse a perorare la sua causa: pare che Argentieri l'abbia trovata in un campo in Siria, per intenderci. È una situazione torbida e complicata, che avrebbe potuto essere gestita meglio. Sembra che Gondal abbia fretta di trasmettere il suo messaggio e di ottenere l'assoluzione, anche se non riesce mai a confessare i suoi peccati.

The Matchmaker è prodotto dall’italiana Fandango, che si ooccupa anche delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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