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VENEZIA 2022 Orizzonti

Recensione: The Bride

di 

- VENEZIA 2022: Il breve e tagliente film di Sérgio Tréfaut segue una donna reclutata da Daesh in attesa del proprio processo dopo l'esecuzione di suo marito

Recensione: The Bride
Joana Bernardo in The Bride

Se pensate che i paesi prosperi abbiano chiuso troppo velocemente le loro porte in risposta alla crisi migratoria dell'ultimo decennio, potete immaginare la loro severa reazione verso coloro che hanno lasciato l'Europa per unirsi allo Stato Islamico e verso il loro desiderio di essere reintegrati dopo la clamorosa sconfitta del gruppo militante da parte di una coalizione di forze irachene e internazionali. Quando questa vicenda è venuta alla luce nel Regno Unito, i media si sono concentrati sulla britannica Shamima Begum, un'adolescente reclutata dall'ISIS, e sul processo mediante il quale la Corte d'Appello del Regno Unito le ha permesso di tornare a casa per riavere la sua cittadinanza, mentre la Corte Suprema del paese si è pronunciata all'unanimità contro di lei. L'opinione pubblica si è divisa su questo tema, il che dimostra lo strano e sconnesso limbo in cui si trovano questi individui, e la disputa su quanto castigo e quanto perdono si meritino.

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È questo l'affascinante tema del nuovo lungometraggio dell'esperto documentarista brasiliano-portoghese Sérgio Tréfaut, The Bride [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, che è stato uno degli ultimi ad essere presentato nella sezione Orizzonti dell'edizione di quest’anno della Mostra di Venezia. Tréfaut ha realizzato documentari durante tutta la sua carriera (e ha co-fondato il festival DocLisboa) alternandoli a film di finzione, tutti basati su materiale storico o politico. Di conseguenza, The Bride, che dura appena 81 minuti, sembra un perfetto ibrido tra documentario e finzione, con uno stile verité di un’immediatezza da far accapponare la pelle, mostrando allo stesso tempo una linea narrativa nitida senza alcuna tortuosità. E la mancanza di giudizio di Tréfaut nei confronti della sua protagonista potrà rappresentare un limite per alcuni spettatori, nonostante il regista non mostri alcuna empatia.

Tréfaut si concentra sui coscritti europei che si sono uniti all'ISIS; la mancanza di dettagli che offre sui suoi personaggi – ad esempio, se sono stati addestrati o catturati, e le violenze che potrebbero aver commesso – forse elude un po' il problema per stimolare la potenziale simpatia degli spettatori. L’esordiente Joana Bernardo interpreta Barbara, una giovane portoghese che ha preso il nome di Umm quando lei e il marito francese, Pierre, si sono uniti al movimento a Mosul; Pierre è stato uno chef nella sua vita precedente e in uno dei tanti dialoghi sbrigativi del film (che si concentra decisamente sull'umore e le immagini più che sulle spiegazioni) apprendiamo che questo era il suo compito principale. Ciò non gli impedisce di essere fucilato davanti a un plotone d’esecuzione in una delle prime sequenze del film; Umm non versa una lacrima: una reazione ambigua e suggestiva, ma non opaca, secondo l’acuta sceneggiatura scritta dal regista.

Per dirla con un'altra religione, vediamo Umm sperimentare l'equivalente di una via crucis. Affronta la propria causa in tribunale e si trasferisce a Baghdad, mentre continua a crescere i suoi due figli, l'allegro Basil e il piccolo Mohamed, che sono nati all’interno dell'organizzazione, mentre la donna era incinta di un altro bambino. La madre di Pierre, interpretata da Lola Dueñas, una delle preferite di Almodóvar, arriva per raccogliere le spoglie di suo figlio, in una piccola scena rivelatrice, dove il linguaggio del suo corpo e l'espressione facciale sono stranamente neutri, non mostrando alcuna disperazione. Il padre di Umm ha più o meno la stessa reazione quando riesce a farle visita nel parlatorio di un carcere di Baghdad. Questo film è una descrizione del purgatorio in terra, e ce lo racconta mostrando le cose e non predicando apertamente.

The Bride è una produzione portoghese guidata da FAUX. Le vendite mondiali sono curate da Alfama Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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