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SAN SEBASTIAN 2022 Concorso

Recensione: Sparta

di 

- Nella sua cruda linea autoriale, Ulrich Seidl osa prendere di petto la questione della pedofilia, trasformando il suo protagonista in qualcuno che non riesce a sfuggire a se stesso

Recensione: Sparta
Georg Friedich (a destra) in Sparta

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è il film del momento. Dopo la pubblicazione di un rapporto che lo accusava di pratiche di ripresa non etiche, il Festival di Toronto lo ha ritirato dal suo programma, ma è stato proiettato al 70° Festival di San Sebastián, dove il regista del film, il sempre controverso Ulrich Seidl (pochi come lui osano mostrare gli aspetti più raccapriccianti del nostro mondo) ha rifiutato di presentarlo perché, dice, "il film parla da solo".

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Di cosa parla Sparta? Si tratta di un argomento spinoso come la pedofilia (e l'autocontrollo). Si tratta anche di una famiglia (questo film si ricollega al suo precedente Rimini [+leggi anche:
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) il cui padre, ricoverato in manicomio, è tutt'altro che un santo. Il più giovane dei suoi figli (interpretato da Georg Friedich), che non rispetta nonostante si prenda cura di lui, non consolida la sua relazione con una donna perché qualcosa lo tormenta: gli piace di più giocare, abbracciare e intrattenersi con i bambini.

Così, la macchina da presa del regista austriaco della trilogia Paradise [+leggi anche:
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((molto più bestiale ed esplicita del film in questione) accompagna quest'uomo in Romania, dove allestisce una scuola fatiscente e la trasforma in un campo per giovani guerrieri: per farlo, recluta bambini provenienti da famiglie disastrate, ai quali offre un'oasi di svago, allenamento e lavoro di squadra. Non vediamo mai un bambino nudo sullo schermo. Ma proviamo dubbi e tensioni sul fatto che a un certo punto il personaggio adulto potrebbe abusare di uno di loro.

Trattando un tema così delicato (che è anche al centro del recente lavoro di un altro grande regista europeo di questa stagione), Sparta ritrae, nel suo stile al limite del documentario, un essere prigioniero dei suoi impulsi, che cerca di domare.

Le riprese del film non hanno rispettato le leggi sulla protezione dei bambini? Ebbene, come ci assicura José Luis Rebordinos, direttore del Festival di San Sebastian, “questa è una cosa che dovrà essere provato e confermato da un giudice". Sparta può annoiarci, infastidirci o disgustarci, ma nessuno - a meno che non ci siano le prove che sia stato commesso un crimine nel realizzarlo - dovrebbe impedirci, come spettatori, di avere la possibilità di vederlo.

Perché per altro è un lungometraggio che osa scavare nei desideri più miseri, ritraendo un tipo di essere umano che potrebbe essere seduto nella poltrona accanto. Il cinema è anche questo: parlare - con libertà - di ciò che è proibito, nascosto e terribile (non sarebbe male proporre oggi, ad esempio, la filmografia di Pier Paolo Pasolini).

Sparta, sceneggiato dal regista insieme alla sua compagna Veronika Franz, è prodotto dall'austriaca Seidl Filmproduktion GMBH, dalla tedesca Essential Filmproduktion e dalla francese Parisienne de Production, con il sostegno di Arte France Cinéma. Le vendite sono gestite dalla società francese Coproduction Office, che ha partecipato anche al finanziamento.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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