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SAN SEBASTIAN 2022 Concorso

Recensione: Suro

di 

- L'esordiente Mikel Gurrea irrompe con forza nel panorama cinematografico spagnolo con questo duello solido, feroce e inquietante di contraddizioni e ambiguità umane

Recensione: Suro
Vicky Luengo e Pol López in Suro

Non è la prima volta che un'opera prima spagnola concorre per la Conchiglia d'Oro nella sezione ufficiale del Festival di San Sebastián, basti ricordare Alas de mariposa di Juanma Bajo Ulloa, che vinse il primo premio del festival basco nel 1991.  Proviene dalla stessa San Sebastián Mikel Gurrea, che debutta alla regia di un lungometraggio con Suro [+leggi anche:
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intervista: Mikel Gurrea
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("tappo di sughero" in catalano), un film che si distingue dal resto dei suoi rivali spagnoli in questa sezione del concorso per la sua solidità, verve e maturità narrativa.

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Interpretato da Vicky Luengo (splendida nella serie Antidisturbios [+leggi anche:
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) e Pol López (visto in El sustituto [+leggi anche:
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), si apre e si chiude con due balli: nel primo una coppia dà libero sfogo alla propria complicità, al sex appeal e alla passione; nel finale balla solo uno dei due membri, pieno di rabbia. In mezzo c'è la cronaca di un lento disfacimento di quei legami iniziali che sembravano solidi, battuti dal vento delle idee e dal fuoco di una nuova realtà da affrontare.

Perché i pensieri dei due personaggi centrali, contraddittori come è tutti noi, sono perfettamente intuibili grazie a una sceneggiatura, scritta dallo stesso Gurrea insieme all'argentino Francisco Kosterlitz, attraverso la quale scopriamo, proprio come quelle querce da sughero che vengono spogliate della loro pelle, cosa c'è davvero sotto.

Con elementi della natura selvaggia  e strutture sociali radicate che minacciano il progetto personale di questi giovani architetti, il film mette a nudo anche le servitù del capitalismo, le mutazioni delle ideologie e il cambiamento dei princìpi quando cambia il nostro ruolo nella meccanica degli affari. Anche l'immigrazione, il lavoro clandestino e il razzismo saranno i detonatori di questa bomba a orologeria che aumenta di intensità man mano che il film procede.

Con dialoghi in catalano e girato in loco nell'Alt Empordà (Girona), dove avviene l'estrazione del sughero, Suro si affida tanto al lavoro brioso dei suoi attori professionisti (che sguardi!) quanto a quello degli autentici pelatori che infondono verità alle scene rurali, cosa che accade anche in Secaderos [+leggi anche:
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intervista: Rocío Mesa
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, di Rocío Mesa, un'altra opera prima proiettata qui, nella sezione New Directors.

Il fatto che il team guidata da José Luis Rebordinos, direttore artistico di questo evento cinematografico che compie settant’anni, abbia deciso che questo film d'esordio debba giocare nella prima divisione del concorso conferma la fiducia riposta in esso dal festival, che lo ha già sostenuto con il suo programma di formazione Ikusmira Berriak. Per questo non sarebbe una sorpresa se finisse per ricevere un premio (ha già vinto, poche ore fa, il premio dell'Associazione degli sceneggiatori baschi).

Suro è prodotto da Lastor Media, Malmo Pictures e Irusoin. Le endite internazionali sono gestite dalla britannica Reason8 Films.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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