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ROMA 2022

Recensione: Educazione fisica

di 

- Unità di tempo e luogo per il secondo film di Stefano Cipani, sceneggiato dai fratelli D’Innocenzo, che si regge tutto sui dialoghi e la prova degli attori, ma il cui tono resta incerto

Recensione: Educazione fisica
Angela Finocchiaro, Raffaella Rea, Claudio Santamaria e Sergio Rubini in Educazione fisica

Se vostro figlio commettesse un crimine, che cosa fareste? Lo denuncereste o lo proteggereste? I nostri ragazzi [+leggi anche:
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di Ivano De Matteo, visto a Venezia nel 2014, si poneva questo inquietante interrogativo mostrando il lato oscuro di due famiglie apparentemente perbene messe di fronte a un terribile atto compiuto dai figli adolescenti. Questo stesso interrogativo torna in Educazione fisica [+leggi anche:
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, il nuovo film di Stefano Cipani (Mio fratello rincorre i dinosauri [+leggi anche:
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), presentato alla 17ma Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, in cui stavolta ad essere coinvolte sono tre famiglie, l’età dei colpevoli è ancora più bassa e le reazioni dei genitori più terrificanti.

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Tratto dall’opera teatrale “La palestra” di Giorgio Scianna e sceneggiato dai fratelli D’Innocenzo (Favolacce [+leggi anche:
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, America Latina [+leggi anche:
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), Educazione fisica tocca i temi delicati e attuali della colpa, della responsabilità e dell’educazione che diamo ai nostri figli, specialmente nell’era dei social. In scena ci sono quattro genitori di tre alunni di scuola media: Franco, Carmen e i coniugi Aldo e Rossella (interpretati rispettivamente da Claudio Santamaria, Raffaella Rea, Sergio Rubini e Angela Finocchiaro). La preside (Giovanna Mezzogiorno) li ha convocati nella palestra della scuola per informarli di un fattaccio accaduto e che coinvolge i loro ragazzi.

All’inizio, i quattro protagonisti non sanno il motivo per cui si trovano lì riuniti, in quella palestra piena di graffiti alle pareti e di attrezzi arrugginiti (il set è stato interamente ricostruito a Cinecittà). Aspettano la preside, e questa attesa è l’occasione per presentarci i personaggi: Franco è un imprenditore benestante e spocchioso, Carmen è una madre divorziata (e ha una relazione segreta con Franco, che è sposato), mentre Aldo e Rossella sono una coppia modesta e in là con gli anni, genitori di un figlio adottivo.

Quando la preside arriva, è una terribile notizia quella che viene comunicata loro: alcuni giorni prima, una ragazza è stata stuprata proprio in quella palestra, dopo la lezione di educazione fisica, e i nomi che sono emersi, quali responsabili dell’atto scellerato, sono quelli di Christian, Giordano e Arsen, tre tredicenni, i loro figli. “Ma è impossibile, sono ancora dei bambini!”, è la prima reazione incredula dei genitori, che le pensano tutte pur di sostenere (e convincere se stessi) che sia tutto un errore. E invece no, ci sono le prove, e nell’era degli smartphone queste stanno ovviamente in un video, girato da uno dei ragazzi mentre approfittavano a turno della loro compagna di scuola.

Davanti all’evidenza, comincia a uscire da queste persone il peggio. “Se l’è cercata”, insinuano i genitori che fanno branco gettando fango sulla giovane vittima, mentre la preside è irremovibile: l’atto va denunciato alla polizia. E la situazione, con loro rinchiusi nella palestra mentre i loro figli colpevoli giocano ignari in cortile (li si intravede tramite una finestra rotta), si fa sempre più tesa, fino a esplodere. Capaci di un compromesso che va oltre ogni etica pur di non dare una lezione ai propri figli e insegnar loro cosa è giusto o sbagliato, è soprattutto se stessi che i quattro protagonisti vogliono proteggere. Un film di impianto teatrale, girato tutto in sequenza seguendo il crescendo di emozioni, con un lavoro attoriale importante, e che lascia lo spettatore con molte domande, ma il cui tono resta un po’ incerto tra dramma, satira sociale e commedia nera.

Educazione fisica è prodotto da Paco Cinematografica con Rai Cinema in coproduzione con la polacca Agresywna Banda. Il film sarà distribuito prossimamente al cinema da 01 Distribution.

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