Recensione: No mires a los ojos
- Paco León dirige questo film che tenta, riuscendoci a sprazzi, di trasferire sullo schermo l'universo allucinato e allucinante dello scrittore Juan José Millás

Se c'è un artista che ha fatto l’apologia della libertà vitale in Spagna, quello è Paco León: basti ricordare le sue imitazioni di presentatori in televisione o Kiki, el amor se hace [+leggi anche:
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scheda film]. Pertanto, che entri in un armadio, a questo punto, è scioccante. Ma in No mires a los ojos [+leggi anche:
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scheda film], il film di Félix Viscarret che ha aperto la 67ma Seminci – Settimana internazionale del cinema di Valladolid, non solo entra in un armadio, ma ci rimane per un po'.
E' ciò che succede anche nel romanzo Desde la sombra di Juan José Millás, che il cineasta navarrese – insieme al co-sceneggiatore David Muñoz – ha portato al cinema cercando di mantenere la stranezza, l'umorismo e il surrealismo elevati alla massima potenza che sono il tratto distintivo di uno scrittore che presto vedrà le sue parole di nuovo trasformarsi in immagini, giacché Antonio Méndez Esparza ha adattato il suo Que nadie duerma [+leggi anche:
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scheda film], di prossima uscita.
E' riuscito nel suo intento? A sprazzi. La premessa non potrebbe essere più allettante: un ragazzo riservato e solitario (incarnato da un Paco León sobrio e introverso, una performance che profuma fortemente di premi), si nasconde in un armadio nella camera da letto di una coppia sposata (Leonor Watling e Àlex Brendemühl), genitori di un'adolescente (María Romanillos). Dal suo nascondiglio, l'intruso spierà quella famiglia apparentemente perfetta.
Non racconteremo di più di una trama che è un pozzo continuo di sorprese e di suspense, una trama che attraversa quasi tutti i generi (anche il musical, in modalità doccia) e dove la realtà incontra la finzione, l'immaginazione incontra il desiderio e il lutto incontra le mancanze degli altri. Chi ha letto Millás, sia i suoi libri che i suoi articoli di giornale, sa che opera un'autentica magia collocando il lettore in un universo parallelo, divertente e inquietante, per svelare la natura umana e le sue contraddizioni.
Viscarret prova a fare la stessa cosa, ma succede che linguaggio letterario e cinematografico, come tutti sappiamo, non marciano sugli stessi binari narrativi, e ciò che il lettore completa con la propria immaginazione leggendo le pagine di un libro, allo spettatore viene offerto sotto forma di immagini nitide sullo schermo, entrando quindi in gioco la credibilità. Così, i labirinti metanarrativi di Millás perdono colpi in questo altrimenti geniale esercizio cinematografico che osa tuffarsi – come Charlie Kaufman – nei meandri della mente nevrotica, quella capace di costruire idee in accordo con i bisogni, i complessi e le carenze dell'essere che la custodisce, che sia ancora nell'armadio o ne sia già uscito.
No mires a los ojos è una produzione della compagnia spagnola Tornasol Films e della belga Entre Chien et Loup. Delle sue vendite si occupa Latido Films e della sua distribuzione in Spagna Universal Pictures International Spain, che la porta nelle sale il 4 novembre.
(Tradotto dallo spagnolo)
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