FESTIVAL DEL CINEMA SLOVENO 2022
Recensione: The Summer of ‘91
- Nel suo nuovo documentario, Žiga Virc realizza un collage di video amatoriali che ruotano attorno alla politica, alla guerra e alla vita stessa

La Slovenia è stata la prima delle repubbliche jugoslave a staccarsi dalla federazione e a diventare indipendente dopo una guerra di dieci giorni avvenuta all'inizio dell'estate 1991. Sebbene ci sia un ampio consenso nella società slovena sulla guerra e sulla successiva indipendenza come una mossa necessaria, i partiti politici e i loro elettori sono divisi sull'interpretazione degli eventi. Per la destra, la guerra è fondamentale ed è il punto di partenza per la nuova mitologia, mentre la sinistra ha un approccio più concreto all'argomento.
Anche il cinema sloveno e il Festival del Cinema Sloveno (FSF) non sono immuni da questa questione ideologica, soprattutto quando c'è un anniversario "a cifra tonda". Dopo il bando dell'anno scorso che invitava gli artisti a tematizzare gli eventi di 30 anni fa, l'edizione di quest'anno del FSF ospita una nuova sezione competitiva chiamata Films 30, con cinque documentari sul tema nazionale. The Summer of '91 [+leggi anche:
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scheda film], diretto da Žiga Virc (Houston, We Have a Problem! [+leggi anche:
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intervista: Žiga Virc
scheda film]), è uno di questi cinque film.
Noto per il suo approccio provocatorio verso temi delicati, basato su rivelazioni inaspettate, sia nei suoi cortometraggi (come la perla del 2009 Trieste Is Ours!) che nei suoi lungometraggi (Houston... è un perfetto esempio di mockumentary che fa riflettere), Virc opta qui per qualcosa di completamente diverso - una relativa mancanza di commenti propri e l'assunzione di una posizione ideologicamente neutrale su un argomento carico di ideologia. The Summer of '91 è in realtà un collage di video amatoriali raccolti da diverse persone provenienti da tutto il Paese nell'arco di tempo che va dal dicembre 1990 e il plebiscito in cui gli abitanti della Slovenia votarono per la secessione, all'estate del 1992 e il primo anniversario della guerra.
La parte centrale del film è costituita dagli eventi della guerra visti attraverso le lenti dei partecipanti e degli osservatori, ma Virc ci indica anche che in quel periodo la vita di tutti giorni continuava a svolgersi, sebbene oscurata dalla "narrativa principale". Per esempio, alcune persone avevano programmato il loro matrimonio proprio nella data di inizio della guerra, e ad alcuni bambini è capitato di compiere gli anni proprio durante il picco delle operazioni militari. Virc sceglie anche di aprire e chiudere il film con lo stesso complesso musicale che esegue "Caravan of Love" degli Isley Jasper Isley per i titoli di testa e "Will You Still Love Me Tomorrow" delle Shirelles per la sequenza finale, chiudendo il cerchio simbolico, mostrando la vita che continua, nel bene e nel male.
Tuttavia, la mancanza di una narrazione e di un commento diretto sul filmato non significa che Virc non commenti in qualche modo gli eventi; egli mostra il suo punto di vista politico solo attraverso l'arte della selezione del materiale per il collage, lasciando che siano le persone nel filmato a parlare. Anche se il materiale grezzo è stato sicuramente elaborato - determinati passaggi di esso sono stati processati in modo diverso e si nota la differenza in base alla provenienza del materiale - non c'è motivo di dubitare dell'autenticità dell'intera opera. Dal punto di vista tecnico, The Summer of '91 è un'opera convincente: il sound design e la post-produzione delle immagini di Matej Nahtgal sono i punti di forza, mentre il montatore Špela Murenc riesce a mantenere il ritmo e la compattezza del film, che alla fine raggiunge i 72 minuti.
The Summer of ‘91 è una produzione slovena. Boštjan Virc è il produttore per Studio Virc, mentre il film ha ricevuto supporto tecnico da Viba Film.
(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)
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