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RIGA 2022

Recensione: Day and Night

di 

- I registi polacchi Katarzyna Machalek e Lukasz Machowski sfumano i confini tra documentario e finzione nella loro esplorazione della vita da una prospettiva femminile

Recensione: Day and Night
Aleksandra Galczynska (a destra) in Day and Night

Ambientato tra le foreste della Polonia orientale - luoghi idilliaci ma con un tratto distintivo di ignoto e di mistero - Day and Night [+leggi anche:
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scheda film
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di Katarzyna Machalek e Lukasz Machowski, coproduzione polacco-britannica, è una miscela inebriante di idee e forme che esplora, tra gli altri temi, il folklore, la solidarietà femminile e l'invecchiamento, utilizzando sia la finzione che il documentario. Il film, presentato in anteprima mondiale nel Concorso Internazionale del Riga International Film Festival è un'opera spesso caotica e onirica, ricca di simbolismo e atmosfera.

Come suggerisce il titolo, il film è diviso in due parti. La prima, "Il giorno", segue le vicende della giovane Bielakowa che organizza a casa sua le prove di un gruppo folk tutto al femminile. Ma dopo essere incorsa nell'ira di Nawoja, la strega che vive nella casa accanto, Bielakowa deve cercare di evitare la maledizione che potrebbe abbattersi su di lei e sulle sue amiche. Questa narrazione è intervallata da riprese del giorno d'oggi (riprese apparentemente documentaristiche), in cui il gruppo folk è composto da donne anziane che celebrano la loro solidarietà.

“La notte", la seconda parte, segue una donna anziana che torna indietro nel tempo, ad un’amica che aveva avuto molti anni prima. Mentre il passato e il presente si intrecciano, la donna ricorda una vita difficile, spesso piena di vuoti e di fallimenti, ma che - grazie all'amicizia tra le due giovani ragazze - riusciva ancora a offrire un barlume di speranza.

C'è un costante senso di dualità in tutto il film, che contrappone continuamente il passato e il presente. In effetti, l'unica dualità in cui il film non indulge è quella tra maschio e femmina: questa è una storia che viene risolutamente raccontata da una prospettiva femminile, con i personaggi maschili che spesso assumono poco più di un ruolo di sfondo. Il film ci invita a godere della loro forza, a celebrare la loro solidarietà. Sebbene il film possa talvolta lamentare lo status mitico attribuito alle donne nel corso della storia - dalla Bibbia in poi, sono state etichettate come "streghe" - è anche una celebrazione dell'unione e della capacità di prosperare anche quando la società ci impone delle restrizioni.

La fotografia - che vede il co-regista Machowski anche in veste di direttore della fotografia - sfrutta molto le foreste nebbiose e le abitazioni isolate, e vengono evocate sia le fiabe che le storie dell'orrore. In effetti ci sono punti in cui il film sembra andare alla deriva in un cinema di genere, prima che momenti più crudi ci riportino in una realtà più riconoscibile. Tuttavia, pur rifuggendo dal realismo sociale che potrebbe caratterizzare gran parte del cinema polacco moderno, si tratta comunque di una vicenda fortemente politica. Tra la celebrazione del folklore e della tradizione e la volontà di indulgere nel surreale e nell’eccentrico, il film è anche un vivido promemoria di come la società - soprattutto quella polacca dell'ultimo decennio - non sia riuscita a migliorare la sorte di molte donne. In un presente in cui i diritti delle donne vengono negati quotidianamente, il film è un inno alla loro forza duratura, ma anche una lamentazione per il fatto che devono ancora ritrovare questa forza ogni giorno.

La natura ibrida di Day and Night, prodotto dalla Siamese Films di Machalek & Machowski, gli consentirà probabilmente di raggiungere il pubblico dei festival d'essai, mentre al di fuori di questi le possibilità sono minori.

(Tradotto dall'inglese)

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