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SALONICCO 2022

Recensione: Narcosis

di 

- Nel suo lungometraggio d'esordio, ricco di emozioni controverse, il regista olandese Martijn de Jong cattura il processo multiforme del lutto in un modo insolitamente pittoresco

Recensione: Narcosis
Fedja van Huêt e Thekla Reuten in Narcosis

La perdita di una persona cara è sempre traumatica, indipendentemente dalle circostanze. Ma cosa succede se la persona non lascia alcuna traccia materiale dietro di sé? Nemmeno qualcosa da seppellire, solo ricordi? Le complesse, e difficili da distinguere, cinque fasi del lutto (negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione) costituiscono la spina dorsale di Narcosis [+leggi anche:
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di Martijn de Jong, un film intimo che sta riscuotendo successo, con una partecipazione al Concorso Internazionale del Festival Internazionale del Cinema di Salonicco, dove si è aggiudicato una Menzione Speciale e il Premio del Pubblico. E nel frattempo il film è stato annunciato come candidato ufficiale olandese agli Oscar.

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Gli uomini del mondo occidentale di oggi, che hanno bisogno di dimostrare la loro mascolinità ma non hanno mai avuto la possibilità di combattere in guerra, optano per esperienze estreme, come attività rischiose che pagano per sentirsi conquistatori del mondo. Questo deve essere stato il caso di John (Fedja van Huêt), un uomo felicemente sposato che segue la vocazione dei suoi antenati olandesi a esplorare l'ignoto, si lascia alle spalle la sua casa da favola e l'amata moglie Merel (Thekla Reuten) e i due figli (Sepp Ritsema e Lola van Zoggel) e parte per immergersi in qualche mare esotico. Ma non torna più e il suo corpo non viene mai ritrovato. La narcosi del titolo si riferisce allo stato d'animo onirico che lo ha portato lì, ai fantasmi che inizieranno a sopraffare i suoi cari dopo la sua scomparsa, sostituendo così i suoi resti assenti, o alle sporadiche sedute spiritiche di Merel nella speranza di contattare i morti? Qualunque sia la risposta, la favola che segue è abbastanza delirante da giustificare una tale scelta e da alimentare fervide associazioni nell'immaginazione dello spettatore.

All'inizio si rimane disorientati nel tentativo di separare il presente dal passato, la verità dall'immaginario, mentre la narrazione salta continuamente avanti e indietro tra passato e presente, ricordi e sogni a occhi aperti. A poco a poco, tutto inizia ad avere un senso quando lo sguardo dello spettatore viene assorbito dal flusso di coscienza di Merel, che cerca di svegliarsi da questo incubo mentre la sua vedovanza e la sua maternità da single la trascinano indietro senza pietà. I suoi tentativi di prendere decisioni razionali, come vendere la casa e voltare pagina, si alternano a reminiscenze dei momenti felici con John, che le assicurano che il processo di abbandono non avverrà tanto presto.

Accanto a Merel, i figli stanno elaborando la scomparsa del padre creando i loro regni individuali in cui rifugiarsi, e così tutti i membri della famiglia si ritrovano su un'isola solitaria all'interno di questa comune terra di dolore che tutti abitano. Questo fino a quando un'altra catastrofe non minaccia la loro unione.

Ciò che rende Narcosis un film speciale, su questo specifico tema della perdita e del lutto che altrimenti è fin troppo spesso trattato, è il modo in cui le fluttuazioni della mente sperduta di questa donna in lutto interagiscono con il fluttuante e agitato paesaggio autunnale esterno e con il ritmo generale dell'ambiente circostante. Un effetto ottenuto grazie all'armoniosa combinazione tra la raffinata interpretazione della protagonista Thekla Reuten, la poetica macchina da presa di Martijn van Broekhuizen e l'audace montaggio di Lot Rossmark. I loro talenti cinematografici si uniscono in una danza visiva fatta di pause, scorci, fotogrammi illuminati in modo etereo e contemplazioni silenziose che, messe insieme, delineano l'essenza stessa della felicità fugace e dell'incertezza della vita, che è ciò di cui il film parla in definitiva.

Narcosis è prodotta dall’olandese Oak Motion Pictures, le vendite internazionali sono curate da Coccinelle Film Sales.

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(Tradotto dall'inglese)

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