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BLACK NIGHTS 2022 Concorso

Recensione: Ann

di 

- Il nuovo lungometraggio di Ciaran Creagh svela una pagina importante della storia d'Irlanda, ma diversi difetti tecnici e di regia compromettono la qualità del risultato finale

Recensione: Ann
Zara Devlin in Ann

Solo di recente, nel 2018, l'Irlanda è riuscita finalmente a garantire il diritto all'aborto attraverso un referendum. Decenni di battaglie e scontri hanno portato a questo risultato politico tanto atteso e necessario. Nel 1984, quando questo diritto era ancora un miraggio, a Granard, un piccolo villaggio della contea di Longford, si sono verificati una serie di tragici eventi che sono ritratti nel nuovo film di Ciaran Creagh, intitolato Ann [+leggi anche:
trailer
intervista: Ciaran Creagh
scheda film
]
e presentato in anteprima mondiale in concorso ufficiale al Black Nights Film Festival di Tallinn di quest'anno.

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Una mattina, la quindicenne Ann Lovett (Zara Devlin) si sveglia e sente che quel giorno partorirà il suo bambino. Indossa l’uniforme, ma invece di andare a scuola finisce per vagare per le strade del villaggio. Vittima dell'oppressione religiosa della sua famiglia e della società, Ann non può che farsi prendere dal panico e partorisce sotto una statua della Vergine Maria in una grotta vicino alla casa del prete della congregazione.

Possiamo certamente riconoscere l'urgenza di raccontare questa storia, poiché si tratta di una pagina importante della storia irlandese e di una testimonianza di ciò che il bigottismo e il pregiudizio possono portare. Tuttavia, il film di Creagh soffre di diverse carenze, che in ultima analisi incidono sulla qualità del progetto complessivo.

Il primo difetto degno di nota riguarda la scenografia. L’intero film risulta un po' disomogeneo perché presenta abiti, veicoli, acconciature e oggetti di scena che sembrano appartenere più agli anni Sessanta e Settanta che ai primi anni Ottanta. Tra gli altri piccoli dettagli fuori posto, possiamo notare un pacchetto di sigarette dei giorni nostri aperto da uno dei personaggi. Inoltre, in alcune inquadrature ravvicinate, il bambino si rivela per quel che è, una bambola.

Il secondo problema principale è il ritmo del film. L'impostazione è piuttosto lenta e ci vogliono circa 40 minuti perché le cose si facciano più coinvolgenti. In particolare, le azioni e i dialoghi sembrano seguire un approccio eccessivamente naturalistico, che può allontanare gli spettatori dalla storia e produrre sequenze difficili da trattare per il montatore. Per questo motivo, ci si può chiedere se una forma breve sarebbe stata una scelta migliore per raccontare questa storia.

Inoltre, la qualità della recitazione è disomogenea: se da un lato ci sono alcuni momenti accattivanti e piuttosto emozionanti - ad esempio, quando i due genitori (interpretati da Eileen Walsh e Ian Beattie) iniziano a rendersi conto che le cose si stanno mettendo male e che la loro figlia potrebbe morire - allo stesso tempo, vediamo quanto siano irrealistici i tempi di reazione dopo che due giovani ragazzi scoprono il corpo della ragazza, e questo vale anche per le reazioni di alcuni degli altri abitanti del villaggio incontrati lungo il percorso.

L'immagine finale della madre di Ann, in tutta la sua semplicità, non è forse la più originale, ma è piuttosto efficace e incarna benissimo il conflitto centrale tra religione e libertà di scelta trattato in tutto il film. Nel complesso, Ann è una storia che doveva essere raccontata e che merita di essere diffusa. È molto attuale, considerando come alcuni Paesi del mondo stiano negando alle loro popolazioni un diritto umano così importante. Allo stesso tempo, però, una "confezione" non all'altezza potrebbe deludere il pubblico.

Ann è una produzione dell’irlandese Hill Sixteen Feature. La tedesca Media Luna si occupa delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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