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IL CAIRO 2022

Recensione: L'Astronaute

di 

- L'attore-regista Nicolas Giraud firma un secondo lungometraggio che lo vede seduto in una scatola di latta pronto a raggiungere la luna

Recensione: L'Astronaute
Nicolas Giraud e Mathieu Kassovitz in L'Astronaute

Nicolas Giraud, che ha già alle spalle una solida carriera di attore nel cinema francese, ha presentato L'Astronaute [+leggi anche:
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, il suo secondo lavoro da regista assurdo ma adorabile, proiettato in anteprima nella competizione internazionale del Cairo International Film Festival. Essendo un film sfacciatamente personale per Giraud, si ha l'impressione che il risultato finale, con la sua elaborata messa in scena e scenografia, e i suoi tocchi emotivi accuratamente lievi, sia venuto proprio come lo intendeva lui e che esprima esattamente quello che voleva esprimere. Tuttavia, il film è penalizzato dal fatto di non rendersi conto di quanto sia ridicolo e poco plausibile, al punto di non riuscire a ottenere l'effetto desiderato nonostante le sue buone intenzioni.

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Forse bisognerebbe essere meno disfattisti riguardo al processo di invecchiamento e riconoscere che la vita tende ad avanzare più come una maratona che come uno sprint, ma è molto allettante scrivere, a costo di scivolare nel lapsus freudiano, che il personaggio di Giraud, Jim, un ingegnere di propulsione per la società aerospaziale francese Arianespace, è un ragazzino sognatore, piuttosto che un malinconico quarantenne rigidamente e innocentemente concentrato sugli obiettivi della sua vita. Nonostante questa professione probabilmente molto appagante, è rimasto il bambino che disse “astronauta” quando gli fu stato chiesto cosa avrebbe voluto fare da grande, e non ha mai cambiato idea. Sconsolato per essere stato rifiutato all'ultimo round per accedere al programma di voli spaziali dell'Agenzia spaziale europea (mostrato di recente in Proxima [+leggi anche:
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intervista: Alice Winocour
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di Alice Winocour), decide (ovviamente) di imbarcarsi nella costruzione di un razzo, in un laboratorio segreto allestito nella fattoria di sua nonna Odette (Hélène Vincent). Si suppone che l'enorme aggeggio sia stato realizzato in modo artigianale, ma a prima vista sembra che sia stato confiscato da un dipartimento top secret della NASA.

I primi lungometraggi realizzati da attori tendono ad essere inspiegabilmente ben interpretati, e questo non fa eccezione, con un attore come Hippolyte Girardot che qui abbandona il dramma borghese parigino per interpretare il capo di Jim in Ariane. Le esigenze del suo personaggio lo rendono un uomo schizzinoso, che alla fine del film borbotta sottovoce “Mio Dio, ce l'ha fatta” mentre il razzo decolla. Mathieu Kassovitz interpreta in modo unico il triste e barbuto Alexandre, un ex astronauta che ha trascorso del tempo sulla Stazione Spaziale Internazionale ed è consulente del folle progetto di Jim.

Le immagini e l'estetica sembrano ispirati, e imitano da vicino, blockbuster recenti come Ad Astra e Arrival, optando per immagini desaturate e musica minimalista. È attraverso questi elementi che il film convince meglio come versione francese di questo recente ciclo di film spaziali, senza perdere mai di vista i presunti limiti di questo tipo di cinema nazionale, e con un tocco di autoriflessione che puoi sentire in tutti i "no" che Jim sente quando propone il progetto dei suoi sogni. Inoltre, ricorda l'arguto cortometraggio di Wallace e Gromit, Una fantastica gita, in quanto condivide la stessa spinta narrativa di un coraggioso dilettante che architetta un lancio nello spazio con improbabile punto di partenza una grigia periferia (anche se Jim non ha un rispostiglio pieno di cracker). Nonostante la sua superficie apparentemente realistica, The Astronaut sembrerebbe più plausibile e in grado di superare alcuni vincoli di budget se fosse animato e più lontano dal quotidiano. Aardman Animation, nell’era delle animazioni in plastilina con tanto di impronte digitali visibili, e premiate agli Oscar, ha capito quale fosse il modo migliore per raccontare questo genere di storia già trent'anni fa.

The Astronaut è una coproduzione franco-belga, guidata da Nord-Ouest Films e Artémis Productions. Orange Studio ha coprodotto, oltre a gestire le vendite all'estero.

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(Tradotto dall'inglese)

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