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FILM / RECENSIONI Regno Unito

Recensione: Winners

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- Il film di Hassan Nazer segue un giovane rifugiato afghano in una zona remota dell'Iran, che entra miracolosamente in possesso dell'Oscar vinto da Asghar Farhadi nel 2017

Recensione: Winners
Parsa Magari e Helia Mohammadkhani in Winners

Dove vanno a finire tutti quei premi? Vediamo talenti che li stringono forte su un palco sotto i riflettori, e successivamente nelle foto ufficiali, poi quasi mai più. Il regista iraniano residente in Scozia Hassan Nazer fa un'analisi appropriata del significato di questi oggetti, soprattutto per l'industria cinematografica del suo paese, dove la passione per il cinema e la cultura politica repressiva sono sempre in contrasto. Winners, il secondo lungometraggio di Nazer – interamente finanziato dal Regno Unito ma girato nella sua città natale di Garmsar con attori locali – ritrae un Iran sia rurale che urbano appassionato di cinema, ma incapace di riconoscerlo apertamente o mostrarlo senza paura. I bistrattati Oscar e Orsi d'argento che guidano la trama, passando da personaggio a personaggio come se fossero baratti senza valore, sono una metafora perfetta di ciò che i registi iraniani devono sopportare dopo essere stati venerati nei festival internazionali. Presentato in anteprima quest'anno al Festival di Edimburgo, dove ha vinto il Premio del Pubblico, ora il film ha acquisito maggiore importanza nel suo paese dopo essere stato selezionato per la corsa all'Oscar per conto del Regno Unito (leggi la news).

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Mentre scriveva Winners, Nasser ha voluto allontanarsi dal tono tipico del cinema iraniano di oggi, mantenendo l'autenticità che lo contraddistingue, ma contrapponendola a ciò che egli definisce una sensibilità più "europea". Ciò avviene principalmente attraverso aspetti più fantastici (l'idea di un desiderio che si avvera) che si discostano dal realismo a cui il cinema iraniano è solitamente associato. Winners è una storia speculativa, che garantisce ai suoi personaggi principali la giustizia poetica che una narrazione più credibile negherebbe loro, alimentando al contempo una malinconia che aggiunge attualità alla storia, con il riferimento nel plot alla recente persecuzione di Jafar Panahi da parte dello Stato.

Winners si focalizza inizialmente su Yahya (Parsa Magari), un rifugiato afghano preadolescente che vive una vita modesta a Padeh, un'area arida nel nord del paese. Appassionato di cinema, trova inconsapevolmente l'Oscar che Asghar Farhadi ha ricevuto nel 2017 per Il cliente [+leggi anche:
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mentre va a scuola, dopo che questo è stato smarrito da un anziano postino che avrebbe dovuto tenerlo fino a quando non fosse stato consegnato al suo vero destinatario (a cui era stato negato il diritto di partecipare alla cerimonia quell'anno, dopo che Trump aveva istituito il suo “Muslim ban” all'inizio della sua sciagurata presidenza). Il destino dell'Oscar – che Yahya e la sua amica Layla (Helia Mohammadkhani) non riconoscono come tale – perde gradualmente importanza nella trama, poiché veniamo reindirizzati a Nasser Khan (Reza Naji) e al suo assistente, Saber (Hossein Abedini), commercianti di rottami che usano i bambini delle scuole locali per rovistare in una discarica vicina. Il fatto che questo sia descritto come un gioioso rituale avventuroso per bambini è un altro promemoria che ci troviamo in un mondo un po' lontano dalla realtà.

Se il film fa fatica ad aiutare lo spettatore a sospendere la sua incredulità, permette all'artificio stesso del suo dispositivo di generare osservazioni rilevanti sulla cultura cinematografica iraniana evitando tutte le banalità sul famoso "potere del cinema". Personaggi della vita reale appaiono e si svelano gradualmente nella storia, ma potrebbero essere i sogni di questo regista.

Winners è una produzione britannica, guidata da Sylph Productions e Edge City Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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