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CINEUROPA

Il Best of 2022 di Cineuropa

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- Ecco i risultati del sondaggio tra i giornalisti di Cineuropa. Quali sono le migliori opere europee dell'anno?

Il Best of 2022 di Cineuropa

È passato un anno, e siamo ancora qui. Il 2021 ci ha permesso, non senza fatica, di riprenderci dal 2020 (dai un'occhiata alla nostra lista dei migliori film del 2021 qui), ma è stato solo nel 2022 che l'industria è tornata alla "normalità", e i festival cinematografici sono tornati alle loro consuete date, ai loro programmi e ai bagliori sul tappeto rosso. In mezzo a tutto questo, qual è lo stato della produzione europea di film e serie, ora ben intrecciati? L'eterna lotta tra veterani e nuovi talenti per conquistare le luci della ribalta si è probabilmente spostata a favore di questi ultimi, le voci più nuove si stanno prendendo la scena, anche se alcune delle più vecchie stanno dimostrando di poter offrire film altrettanto freschi e audaci.

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Ecco i risultati del sondaggio tra i giornalisti di Cineuropa. Quali sono le migliori opere europee dell'anno?

25 Safe Place [+leggi anche:
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intervista: Juraj Lerotić
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, Juraj Lerotić (Croazia/Slovenia)

"Tutti hanno bisogno di un luogo sicuro, sia in senso fisico che metaforico. Per esempio, la sicurezza è la componente chiave dei concetti di casa e famiglia, che sono così radicati nella nostra società e nella nostra psicologia. Ma cosa succede se il luogo sicuro viene negato a qualcuno? Safe Place è un dramma psicologico teso che tratta il suo tema serio da un punto di vista sincero che appartiene a coloro che ne sono colpiti indirettamente." (Marko Stojiljković)

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(Leggi l'intervista con Juraj Lerotić)

24 The Eclipse [+leggi anche:
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intervista: Nataša Urban
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, Nataša Urban (Norvegia)

"The Eclipse è una straordinaria esplorazione della memoria e della responsabilità collettiva e personale. Combinando il 16mm con immagini in Super 8 manipolate, e con una squisita colonna sonora analogica dominata dalle modulazioni del nastro magnetico, la regista ha creato un'opera multistrato che risuona su diversi livelli distinti." (Vladan Petkovic)

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(Leggi l'intervista con Nataša Urban)

23 El agua [+leggi anche:
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intervista: Elena López Riera
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, Elena López Riera (Svizzera/Spagna/Francia)

"Anche esoterismo, tradizione e la pesante eredità familiare fluttuano – e talvolta sprofondano – in questa calma tesa prima dello scoppio della furiosa tempesta che tutto travolge, in un film che dimostra ancora una volta che López Riera nuota armoniosamente e senza paura in qualsiasi genere cinematografico." (Alfonso Rivera)

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(Leggi l'intervista con Elena López Riera)

22 The Quiet Girl [+leggi anche:
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intervista: Colm Bairéad
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, Colm Bairéad (Irlanda)

"The Quiet Girl è uno dei titoli più sorprendenti della Berlinale di quest'anno. Bairéad dà forma a questo racconto con due semplici strumenti: tre ottimi attori protagonisti che interpretano le loro parti con grande onestà – in particolare Clinch, che, pur avendo poche battute, riesce sempre ad essere una presenza potente e intensa – e l'uso del “tempo naturalistico”." (Davide Abbatescianni)

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(Leggi l'intervista con Colm Bairéad)

21 Tengo sueños eléctricos [+leggi anche:
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intervista: Valentina Maurel
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, Valentina Maurel (Belgio/Francia/Costa Rica)

"Tengo sueños eléctricos non fa parte del classico filone coming-of-age, in cui una ragazza si trasforma in una giovane donna nell’arco di un'estate. Eva guarda oltre. Come e perché la violenza è diventata linguaggio, inscrivendosi nel cuore della sua intimità familiare, diventando un flusso colloquiale tra lei e suo padre, a volte anche con sua madre? Cosa fare con questo retaggio, questa violenza trasmessa come eredità?" (Aurore Engelen)

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(Leggi l'intervista con Valentina Maurel)

20 As bestas [+leggi anche:
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intervista: Valentina Maurel
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, Rodrigo Sorogoyen (Spagna/Francia)

"Diviso in due tempi, As bestas non solo disturba, ma commuove anche profondamente. Sotto la sua trama di film violento (impossibile non ricordare titoli come, Cane di paglia o Un tranquillo weekend di paura, per citare alcuni titoli del sottogenere “non sei il benvenuto qui”) palpita una travolgente storia d'amore: un idealismo condiviso capace di superare ogni paura, tragedia e minaccia." (Alfonso Rivera)

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(Leggi l'intervista con Rodrigo Sorogoyen e Isabel Peña)

19 Mutzenbacher [+leggi anche:
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intervista: Ruth Beckermann
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, Ruth Beckermann (Austria)

"In Mutzenbacher, uno degli film più curiosi della sezione Encounters della Berlinale di quest'anno, Beckermann recupera una delle opere letterarie più scandalose del suo paese natale (o di qualsiasi altro paese) del secolo scorso e la confronta con la morale contemporanea. Coinvolgendo un gruppo di uomini di varie età, chiede loro di condividere le loro riflessioni sull'argomento in questione. Non si vedono mai donne, ma di certo se ne parla." (Jan Lumholdt)

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(Leggi l'intervista con Ruth Beckermann)

18 Holy Spider [+leggi anche:
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intervista: Ali Abbasi
intervista: Ali Abbasi
intervista: Zar Amir Ebrahimi
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, Ali Abbasi (Danimarca/Germania/Francia/Svezia)

"Potrebbe essere un modo strano per descrivere questa storia oscura e inquietante, di fatto ispirata a un caso reale, ma Abbasi non dimentica mai che i film – anche quelli ambiziosi e indubbiamente complessi – devono essere anche divertenti da guardare. C'è qualcosa in questo film che mette completamente a disagio, ma non è la sua violenza. È principalmente perché il modo in cui le persone reagiscono qui, il modo in cui disumanizzano le donne in modo rapido e semplice, appare riconoscibile e vero." (Marta Bałaga)

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(Leggi l'intervista con Ali Abbasi)

17 Les Pires [+leggi anche:
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intervista: Romane Gueret e Lise Akoka
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, Lise Akoka & Romane Gueret (Francia)

"Il primo lungometraggio di Akoka e Gueret offre materiale per una discussione sociologica molto attuale. Ma, soprattutto, il film ha un cuore che batte forte e un potere liberatorio delle emozioni, vivace e allo stesso tempo compiuto a livello cinematografico per il suo modo di intrecciare due mondi incompresi che, a scoprirsi a vicenda, ci guadagnano entrambi." (Fabien Lemercier)

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(Leggi l'intervista con Lise Akoka e Romane Gueret)

16 Pamfir [+leggi anche:
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intervista: Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk
intervista: Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk
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, Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk (Ukraina/Francia/Polonia/Cile/Lussemburgo/Germania)

"Pamfir è un film ucraino originale, diverso da qualsiasi altro film del paese, che non solo parla della guerra (c'è anche una battuta sul conflitto nell'Est), ma racconta anche la storia di una tragedia familiare, che avrà facilmente risonanza con molti spettatori di diversi paesi." (Nataliia Serebriakova)

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(Leggi l'intervista con Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk)

15 Rimini [+leggi anche:
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intervista: Ulrich Seidl
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, Ulrich Seidl (Austria/Germania/Francia)

"Ma per quanto sia spietato e pungente come sempre - per i estimatori di Seidl - si può comunque intravedere una svolta, caratterizzandola come una "opera tarda". Rimini si guadagna anche l'alloro per lo studio sensibile della caducità dell’esistenza, oltre che per lo sguardo lacerante su molte altre cose che Seidl vede in noi, come al suo solito." (David Katz)

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(Leggi l'intervista con Ulrich Seidl)

14 Will-o'-the-Wisp [+leggi anche:
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intervista: João Pedro Rodrigues
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, João Pedro Rodrigues (Portogallo/Francia)

"Folklore, ecologia, desiderio queer e grande coreografia in stile musical hollywoodiano: ritroviamo tutto nel breve ma delizioso nuovo lungometraggio di Rodrigues. I film con descrizioni seducenti come questa non sono rari nei cataloghi dei festival, ma spesso si rimane delusi dopo averli visti. Non è il caso di Will-o’-the-Wisp, un film totalmente all'altezza di quanto annuncia e che peraltro presenta, sotto la sua piacevolissima superficie, diversi spunti di riflessione." (David Katz)

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(Leggi l'intervista con João Pedro Rodrigues)

13 Un bel mattino [+leggi anche:
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, Mia Hansen-Løve (Francia)

"Giocando molto delicatamente con i colori e le fantasie di un tema comune a tutti, Hansen-Løve costruisce pazientemente un limpido film sulla coscienza di esistere (giusto l’esserci) dove l'amore in tutti i suoi paradossi funge da filo conduttore. A tratti molto commovente, il film mantiene tuttavia una forma di modestia e moderazione che non nasconde nulla ma che dice tutto." (Fabien Lemercier)

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12 Mantícora [+leggi anche:
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intervista: Carlos Vermut
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, Carlos Vermut (Spagna)

"Se Carlos Vermut non esistesse, bisognerebbe inventarlo. Grazie al suo lavoro audiovisivo tutt'altro che accomodante, il cinema spagnolo raggiunge livelli di disturbo che pochi osano persino immaginare. Tutto quello che possiamo dire è che alcuni troveranno la storia amorale o scandalosa, ma che – sotto la sua superficie – risponde al bisogno di affetto che tutti noi abbiamo, anche il mostro più abominevole e abietto che si possa immaginare." (Alfonso Rivera)

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(Leggi l'intervista con Carlos Vermut)

11 Cerdita [+leggi anche:
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intervista: Carlota Pereda
scheda film
]
, Carlota Pereda (Spagna)

"Non si può non menzionare Carrie quando si parla di Cerdita: ancora una volta, il corpo di una ragazza viene trattato come il suo principale nemico e le immagini di una ragazza ricoperta di sangue ricordano quel famigerato secchio. Ma questo film sta in piedi (e spezza il cuore) da solo, un lavoro incredibilmente abile che dimostra che una rivoluzione nel cinema di genere è davvero in corso." (Marta Bałaga)

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(Leggi l'intervista con Carlota Pereda)

10 Alcarràs [+leggi anche:
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intervista: Carla Simón
intervista: Carla Simón
intervista: Giovanni Pompili
scheda film
]
, Carla Simón (Spagna/Italia)

"Non succede nulla in Alcarràs, eppure tutto accade, poiché il mondo intero di una famiglia sta per cambiare per sempre. Simón pratica il tipo di regia “da dentro", avvicinandosi il più possibile, sbirciando tra i rami e apparentemente facendo del suo meglio per astenersi dall'abbracciare i protagonisti. È a dir poco miracoloso che tutti abbiano i propri momenti per esistere e piccole cose di cui prendersi cura. Potrebbe essere una delle registe più tenere in circolazione." (Marta Bałaga)

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(Leggi l'intervista con Carla Simón)

9 R.M.N. [+leggi anche:
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intervista: Cristian Mungiu
intervista: Judith State
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, Cristian Mungiu (Romania/Francia/Belgio/Svezia)

"Tutta l’arte sottile di Mungiu sta nell’introdurre e dare realmente vita a un numero enorme di personaggi secondari, dipingendo così un ritratto molto completo del microcosmo che potrebbe essere quasi documentaristico, se il regista non avesse anche il talento specifico di saper sondare con sensibilità la vita privata dei personaggi. Tutto crea un affresco perfetto, appassionante e astuto, che prende forma attorno alla questione chiave del collettivo di fronte agli impulsi di vita e di morte." (Fabien Lemercier)

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(Leggi l'intervista con Cristian Mungiu)

8 Close [+leggi anche:
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intervista: Eden Dambrine
intervista: Lukas Dhont
intervista: Lukas Dhont
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, Lukas Dhont (Belgio/Francia/Paesi Bassi)

"Attraversando le quattro stagioni del lavoro familiare nei campi fioriti e negli elementi della natura, Close riesce a fare un ottimo lavoro sul filo del rasoio cinematografico, incisivo e riflessivo allo stesso tempo, fondendo realismo, lirismo, melodramma, con una fluidità commovente e senza sbavature." (Fabien Lemercier)

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(Leggi l'intervista con Lukas Dhont)

7 Triangle of Sadness [+leggi anche:
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intervista: Eden Dambrine
intervista: Lukas Dhont
intervista: Lukas Dhont
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, Ruben Östlund (Svezia/Germania/Francia/Turchia/Grecia/Danimarca/Regno Unito/Stati Uniti)

"La "robinsonata" di Östlund (se possiamo) offre il massimo della malizia e il minimo della nobiltà, in ogni senso: i passeggeri schifosamente ricchi sullo yacht appariscente destinato al naufragio è tanto immonda quanto ricca. Mentre si prepara una tempesta e la stessa merce venduta dal nostro venditore russo colpisce il proverbiale ventilatore (e un sacco di rifiuti corporei volano nel film, in modo non proverbiale), ci troviamo di fronte alle classiche difficoltà dell'isola deserta, che è meglio non raccontare qui." (Jan Lumholdt)

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(Leggi l'intervista con Ruben Östlund)

6 Gli spiriti dell'isola [+leggi anche:
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, Martin McDonagh (Irlanda/Regno Unito/Stati Uniti)

"A volte sembra quasi strano ridere durante i film di Martin McDonagh. Sono esilaranti, infinitamente citazionistici e allo stesso tempo molto, molto tristi. È difficile dire come tutto questo si unisca, ma è così. È quasi come se, dopo aver capito che il mondo è destinato a fallire e che ogni speranza è svanita, ci si mettesse a sedere e si sorridesse. Gli spiriti dell'isola è un film più piccolo, per portata e spirito, in quanto una piccola comunità isolana è improvvisamente testimone di qualcosa di eccitante: la fine di un'amicizia di una vita." (Marta Bałaga)

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5 EO [+leggi anche:
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intervista: Eden Dambrine
intervista: Lukas Dhont
intervista: Lukas Dhont
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, Jerzy Skolimowski (Polonia/Italia)

"Tra i film che vedono gli animali come protagonisti, spicca EO. La rappresentazione del regista veterano polacco delle alterne fortune di un asino è strana e a tratti esilarante. C'è qualcosa in questo film che sembra molto giovane, persino da scuola di cinema, ma è piuttosto stimolante che invece di andare sul sicuro, Skolimowski abbia ancora voglia di giocare." (Marta Bałaga)

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4 Godland [+leggi anche:
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intervista: Elliott Crosset Hove
intervista: Hlynur Pálmason
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, Hlynur Pálmason (Danimarca/Islanda/Francia/Svezia)

"Godland è un'opera di altissimo livello artistico, che esplora in profondità il legame schiacciante tra i poteri millenari della natura e le enormi falle morali che si rivelano quando gli esseri umani sono spinti ai loro limiti. Questo film conferma la progressiva ascesa verso i vertici del cinema mondiale di un regista di grande talento." (Fabien Lemercier)

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(Leggi l'intervista con Hlynur Pálmason)

3 Aftersun [+leggi anche:
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, Charlotte Wells (Regno Unito/Stati Uniti)

"Perfect performers, refined and inventive direction, a sense of rhythm, lighting and framing, an emotional sensitivity, a small crossover and a deft reversal of the film's major narrative subject, which shifts from the father to his daughter, a harmonious weaving of symbols and motifs that tell different stories: beneath its "banal" appearance, Aftersun is a truly impressive first feature." (Fabien Lemercier)

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2 Pacifiction [+leggi anche:
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intervista: Albert Serra
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]
, Albert Serra (Francia/Spagna/Germania/Portogallo)

"Con Pacifiction, Serra sembra mettere da parte la sua ossessione per il romanticismo e la pittura, puntando finalmente i riflettori sul nostro terrificante mondo moderno. Sebbene contenga alcuni elementi di un classico thriller paranoico, Pacifiction è in realtà uno studio dettagliato del personaggio, che non mostra alcun interesse per la progressione della trama, quanto piuttosto per offrire un ritratto completo di un essere umano." (David Katz)

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(Leggi l'intervista con Albert Serra)

1 Saint Omer [+leggi anche:
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intervista: Alice Diop
intervista: Kayije Kagame
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, Alice Diop (Francia)

"Svelando "la storia di una donna fantasma che nessuno conosce" e quella di una "lenta scomparsa a cui una madre trascina il figlio", Saint Omer lavora con finezza sulla distanza, sui pregiudizi e sulle percezioni di un crimine che va oltre ogni possibile comprensione, distillando qua e là indizi sull'esatto contenuto del suo messaggio (il razzismo è trattato in modo molto discreto). Un'opacità che dà forza a un film allo stesso tempo avvincente e criptico, in perfetta sintonia con la sua tormentata protagonista." (Fabien Lemercier)

(Leggi la recensione)
(Leggi l'intervista con Alice Diop)

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(Tradotto dall'inglese)

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