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FILM / RECENSIONI Francia / Belgio

Recensione: 16 ans

di 

- Philippe Lioret rivisita con penetrante limpidità e grande acutezza contemporanea la storia archetipica di Romeo e Giulietta

Recensione: 16 ans
Sabrina Levoye e Teïlo Azaïs in 16 ans

"Nessuno capisce come siamo arrivati ​​qui". Tuttavia, tutto sembra così semplice, innocente e naturale come il battito del cuore quando due liceali si innamorano: ci si osserva di nascosto, poi si parla della musica che si ama, si fa un tratto di strada insieme, si condividono gli stessi desideri adolescenziali, si è felici come due atomi che si uniscono spontaneamente per formare una molecola. Ma non siamo soli, siamo circondati da una società alla quale a volte apparteniamo nostro malgrado e contro la quale si acuisce lo spirito di rivolta della gioventù e la sua acuta sensibilità all'ingiustizia. Se si aggiunge un pizzico di fatalità, l'amore può trasformarsi in tragedia. Con 16 ans, il suo nuovo lungometraggio che Paname Distribution e Orange Studio lanceranno domani nei cinema francesi, è una riuscita reinterpretazione contemporanea del mitico Romeo e Giulietta di William Shakespeare quella che offre Philippe Lioret, regista molto a suo agio nell'espressione e nel ritratto istantaneo di sentimenti, inclinazioni e dilemmi (Le fils de Jean [+leggi anche:
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"Non sono sicuro che sia una buona idea per te uscire con la sorella di questo tipo. Magari ci sono altre persone con cui uscire oltre a quelle della Croce Bianca". Siamo nella periferia di Parigi, ai giorni nostri, e al posto dei Capuleti e dei Montecchi, o dei Jets e degli Sharks di West Side Story, abbiamo il complesso popolare della famiglia di Nora (Sabrina Levoye) e la villa con piscina del quartiere residenziale di Léo (Teïlo Azaïs), il cui padre Franck (Jean-Pierre Lorit) gestisce l'ipermercato della città. Ed è proprio da lì che viene licenziato il magazziniere Tarek (Nassim Lyes), fratello maggiore di Nora, accusato di aver rubato una bottiglia di vino da 500 euro e soprattutto di essersi difeso con troppa veemenza. Un evento che avrà conseguenze sempre più gravi su tutti i protagonisti, in particolare sui nostri due giovani piccioncini al penultimo anno di liceo che però non desiderano altro che amarsi.

Con la sua camera mobile, 16 ans trascrive perfettamente il movimento, l'idealismo e l'intimità delle emozioni adolescenziali, coadiuvato dalla freschezza dei suoi due interpreti principali. E senza fare un film a tesi, Philippe Lioret dissemina abilmente (il regista firma l’ottima sceneggiatura da solo) molte riflessioni sulla pressione della società contemporanea (rapporti con la gerarchia, il denaro, il peso dell'immagine e delle rappresentazioni che vogliamo offrire al mondo, precarietà economica a tutti i livelli, aggressività ambientale, tensioni nei nuclei familiari, sentimenti crudi, ecc.). Tanti microelementi il ​​cui progressivo accumulo genera una situazione esplosiva e straziante, quando invece, lungi dall'essere inevitabile, tutta questa spirale avrebbe in realtà origine solo da un iniziale malinteso nutrito dai pregiudizi. Ma nonostante tutto, l'amore resiste, rafforzandosi nella tempesta e sfidando tutti gli ostacoli fino a sfidare la morte.

Prodotto da Fin Août Productions e coprodotto da France 3 Cinéma e dai belgi di Gapbusters, 16 ans è venduto nel mondo da Orange Studio.

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(Tradotto dal francese)

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