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PRODUZIONE / FINANZIAMENTI Svizzera / Italia

Samir lavora su The Miraculous Transformation of the Working Class into Foreigners

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- Il regista torna ad indagare la sua storia personale mettendola in parallelo con quella della Svizzera dov’è arrivato da bambino

Samir lavora su The Miraculous Transformation of the Working Class into Foreigners

Già nel suo ultimo film di finzione Baghdad in my Shadow [+leggi anche:
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del 2019 Samir affronta la questione della migrazione attraverso gli occhi dei suoi tre protagonisti che hanno lasciato l’Iraq, terra natale dello stesso regista, per rifugiarsi a Londra. Con il suo prossimo film documentario The Miraculous Transformation of the Working Class into Foreigners, le cui riprese sono cominciate lo scorso novembre, Samir si interessa nuovamente all’esperienza della migrazione ma questa volta riflettendo sulla storia della nazione che l’ha accolto da bambino e dove vive tutt’ora: la Svizzera.

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The Miraculous Transformation of the Working Class into Foreigners, prodotto da Dschoint Ventschr Filmproduktion (la casa de produzione dello stesso regista), insieme all’italiana Casa delle Visioni e alla RSI Radiotelevisione svizzera, è stato selezionato all’IDFA Forum e all’Apulia Film Forum dove ha attirato l’attenzione di numerose reti televisive (fra cui ARTE) e possibili coproduttori. Samir ha inoltre beneficiato di un grant di due mesi accordato dall’Istituto Svizzero di Roma per approfondire le sue ricerche, così come del sostegno dell’Ufficio Federale della Cultura, il Zurich Film Fund, il Canton Argovia e la Fondazione “Library of the Working Class”.

Il film parte da un fatto storico che, secondo il regista, ha plasmato e plasma tutt’ora la percezione che la Svizzera ha dei numerosi stranieri che la abitano. Si tratta della cosiddetta iniziativa Schwarzenbach che, all’inizio degli anni settanta mirava, a espellere dal territorio elvetico la metà dei suoi lavoratori stranieri. Sebbene il popolo abilitato a votare (allora composto esclusivamente da uomini per la stragrande maggioranza bianchi) abbia rigettato per un pelo l’iniziativa, l’ostilità che questa manifestava pubblicamente nei confronti dei tanti lavoratori stranieri che sin dall’inizio degli anni sessanta hanno aiutato l’economia svizzera ha prosperare, ha rappresentato per tanti un vero shock. Fra questi, il giovane Samir, allora migrante quindicenne che viveva a Dübendorf, un sobborgo di Zurigo. È proprio a partire dal sentimento di rigetto che ha provato e che ha plasmato il resto della sua vita che il film si sviluppa.

Il film, che mischia avvenimenti sociali dell’epoca e la storia personale del regista si avvale dell’animazione (creata con l’aiuto della tecnologia motion capture). Per la primissima volta in un documentario, The Miraculous Transformation of the Working Class into Foreigners fa capo, per collegare i diversi livelli formali del film, alle più moderne tecnologie dell’industria del game design. Il film è scandito da brevi episodi animati che condensano i ricordi del regista e riflettono la realtà esterna ma anche il mondo interiore dei personaggi. Gli avatar del regista sono stati creati grazie a programmi quali METAHUMANS e i paesaggi e gli effetti fusi con il game tool UNREAL ENGINE. Possibilità creative nuove che Samir non esita a chiamare in causa per rappresentare un passato il più realista possibile. A contestualizzare gli avvenimenti riallacciandoli al presente ci pensano storici ed esperti di migrazione che li inseriscono in un contesto scientifico.

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