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SUNDANCE 2023 Concorso World Cinema Documentary

Recensione: Is There Anybody Out There?

di 

- In questo toccante documentario, la regista disabile Ella Glendining racconta il viaggio della sua vita, e poi allarga l'obiettivo per trovare altri come lei

Recensione: Is There Anybody Out There?

È curioso come un documentario che svela l'esperienza di una persona la cui disabilità è così rara da collocarla in una categoria globale di poche decine di altre persone possa raggiungere una tale universalità. Questo perché la regista Ella Glendining, pur avendo tutto il diritto di meritarsi le luci della ribalta nel suo autoritratto, si rende conto che l'osservazione di se stessi dipende da ciò che riusciamo a percepire al di fuori di noi. Nonostante il tema della rappresentazione abbia subito un po' di contraccolpi da ogni lato, nonostante i passi avanti compiuti nell'ultimo decennio, il primo lungometraggio di Glendining, Is There Anybody Out There?, presentato in anteprima al Concorso World Cinema Documentary di Sundance, è un'ulteriore affermazione della necessità di "sentirsi visti", e forse anche del cinema che favorisce questo passaggio.

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Adesso nei suoi vent'anni, Glendining è nata senza articolazioni dell'anca e con femori molto corti, il che le conferisce una statura più piccola rispetto agli altri adulti della sua età e le richiede l'uso della sedia a rotelle per una maggiore mobilità. Questo è uno di quei documentari che sembrano spontanei solo all'apparenza, in cui la cronologia e le rivelazioni sono distribuite con cura per ottenere il massimo impatto, e Glendining e la sua montatrice Rachel Roberts ottengono un grande successo scardinando i preconcetti del pubblico. Glendining e Roberts raggiungono un equilibrio abile, contrapponendo l'ottimismo e la forza che porta con sé oggi a disarmanti e candide riprese degli anni '90 della sua prima vita e del suo sviluppo, insieme a interviste attuali in cui i suoi genitori separati approfondiscono in modo articolato i loro sentimenti e le loro paure iniziali.

Un altro elemento è il tempo: guardando gli interventi chirurgici all'avanguardia che oggi vengono offerti ai giovani che vivono con la sua condizione, e l'incertezza dei suoi stessi medici sul trattamento corretto a causa della mancanza di precedenti, il film è intriso di una rara forma di gratitudine per gli approcci contemporanei alla disabilità. I tagli ai filmati del famoso "horror" hollywoodiano del 1932 Freaks e un documentario televisivo britannico degli anni Settanta su un altro ragazzo disabile ci mostrano come si sia creato uno spazio per una rappresentazione credibile, un luogo per persone come Ella, che si trovano ora ad affrontare l'onere di definire se stessi, laddove in precedenza era il pregiudizio sociale a stabilire i parametri. Ciononostante, è impossibile non ricordare i flashback del bullismo infantile o del rifiuto nel mondo del lavoro.

Anche i passaggi in cui il film suscita disagio - in cui si vorrebbe un maggiore approfondimento riguardo al partner non disabile di Ella, Scott, e alla sua gravidanza nei primi due atti - ricevono risposte affascinanti, in quanto la cineasta mette in luce in modo diretto, in situazioni di grande tensione sociale, ciò che tutti noi potremmo chiederci. Ella si rivolge persino ai finanziatori del film, che chiedono una maggiore esegesi del posto di Scott nella sua vita, e si sottrae all'idea che possa essere caratterizzato come l'eroe non disabile" del suo film - in un'opera di scottante confessione, Ella consente il suo diritto alla privacy.

Nella sezione del film dedicata al viaggio americano post-COVID, in cui la ragazza incontra persone con caratteristiche simili alle sue, con cui ha stretto amicizia tramite Facebook e TikTok, ci imbattiamo in Priscilla, una truccatrice che ha la sua stessa età. Smorzando la tensione di imbarazzo che il pubblico potrebbe provare, le due condividono storie di guerra per quanto riguarda gli appuntamenti amorosi, e si chiedono apertamente se sono soggette a "feticci" da parte di potenziali partner normodotati. Un'intervista simile a quella di Louis Theroux al dottor Dror Paley, chirurgo alquanto sinistro, fa scivolare il film in un territorio di documentazione d'attualità meno personalizzato, in quanto i pro e i contro della chirurgia correttiva in età precoce sono percepiti in modo imparziale da tutte le parti.

Is There Anybody Out There? è una produzione tra Regno Unito e Stati Uniti di Hot Property Films, Chicken & Egg Pictures e Tigerlily Two Productions. Le sue vendite internazionali sono gestite da Autlook Filmsales.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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