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BERLINALE 2023 Encounters

Recensione: El eco

di 

- BERLINALE 2023: Il documentario di Tatiana Huezo ci porta in un remoto villaggio messicano dove i bambini di una famiglia numerosa lottano contro il cambiamento climatico e i conflitti interpersonali

Recensione: El eco

La regista messicano-salvadoregna Tatiana Huezo fa seguito al suo Noche de fuego [+leggi anche:
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, vincitore della menzione speciale in Un Certain Regard a Cannes, con El eco [+leggi anche:
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, un altro film su ragazze che crescono in circostanze difficili in un villaggio messicano. Ma questa volta si tratta di un documentario, le ragazze sono più giovani e l'ambientazione è troppo remota perché i cartelli della droga possano interessarsi a loro. La regista ci immerge invece nella vita di El Eco, dove una famiglia numerosa lotta contro il cambiamento climatico e si confronta con le relazioni interpersonali. Il film è stato presentato in anteprima mondiale nella sezione Encounters della Berlinale.

All'inizio pensiamo che il nostro eroe sia l'adolescente Montse, apparentemente la secondogenita di una madre di cui non afferriamo mai il nome e un padre che vediamo a malapena nel film: è quasi sempre lontano, impegnato in lavori di costruzione, fonte principale delle rare ma sempre presenti tensioni all'interno della famiglia. A lei viene affidata la cura dell'anziana nonna che, per sua ammissione, è stata la prima donna ad arrivare in questo villaggio. C'è amore e tenerezza nel loro rapporto, ma quando la nonna muore, verso la metà del film, Montse esce lentamente dall'attenzione di Huezo, per poi tornare in uno dei rari momenti drammatici del film.

Nel frattempo, seguiamo alcuni bambini più piccoli e stiamo soprattutto con le ragazze. Devono tutti crescere in fretta, perché ci sono pecore, oche e mais di cui occuparsi. Vanno anche a scuola, il che ci permette di osservarle da vicino, come la piccola e deliziosa Paz Ma che tiene una "lezione" per le sue bambole e i suoi giocattoli di peluche.

Nel film non ci sono indicatori temporali, ma è chiaro che stiamo assistendo a diverse stagioni. Quando una pioggia torrenziale colpisce il villaggio, devono salvare una pecora dall'annegamento e camminare nel fango fino alle ginocchia. Quando arriva una gelata improvvisa, il grano viene distrutto e loro vanno a raccogliere legna per riscaldarsi.

Ma il punto del film non è ciò che sta accadendo, bensì ciò che è. Huezo è un regista di talento ed esperienza, capace di estrarre l'essenza dalle cose più piccole. L'ambientazione geografica è aspra ma anche bella, e l'alternarsi delle stagioni costituisce un ottimo sfondo per l'intensa fotografia di Ernesto Pardo. La sua efficacia è al massimo quando la sua macchina da presa entra in casa e coglie piccoli momenti, o si concentra sulla pelle o sugli occhi. Il sound design di Lena Esquenazi, ampio e dettagliato, è più dominante della scarna colonna sonora di Leonardo Heiblum e Jacobo Lieberman, in cui gli archi squittiscono e stridono silenziosamente, piuttosto che armonizzare.

Per l'ambientazione, lo svolgimento decisamente poco avvincente e l'estetica del regista, sembra un esempio di "slow cinema", ma il montaggio di Huezo e Lucrecia Gutiérrez è in realtà piuttosto veloce. Spesso ci vengono mostrati solo i risultati delle decisioni dei protagonisti attraverso una narrazione ellittica, anche se i punti chiave sono sviluppati con parsimonia ma con chiarezza. Con questo approccio, un piccolo evento diventa grande e lo spettatore si trova spesso a commuoversi inaspettatamente.

Fedele al suo titolo, El eco si occupa dello sfondo, di residui, di cose non dette e mai fatte. Potrebbe letteralmente riferirsi agli echi della genitorialità o della crescita, ma c'è molto di più. In questo remoto villaggio messicano, i miti sono ancora vivi e non solo gli animali ma anche le piante hanno un'anima. È un film bellissimo che riesce a essere contemporaneamente sobrio e coinvolgente, poetico e terreno.

El eco è una coproduzione tra la messicana Radiola Films e la tedesca The Match Factory, che si occupa delle vendite internazionali.

(Tradotto dall'inglese)

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