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BERLINALE 2023 Concorso

Recensione: 20.000 specie di api

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- BERLINALE 2023: Estíbaliz Urresola debutta alla regia di un lungometraggio con un film sensibile, rivendicativo ed emozionante, interpretato da un gruppo di eccellenti attrici

Recensione: 20.000 specie di api
Patricia López Arnaiz e Sofía Otero in 20.000 specie di api

Qualche anno fa, in occasione di un Festival del cinema europeo di Siviglia colpito dalla terribile pandemia, questo cronista si era molto emozionato guardando il documentario Una niña [+leggi anche:
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di Sébastien Lifshitz, che mostrava come una madre coraggiosa avesse lottato duramente perché sua figlia fosse accettata a scuola con l’identità di genere con cui la bambina si identificava. Lo scorso dicembre, la spagnola Marta Nieto è stata al festival francese di Les Arcs per presentare il suo cortometraggio Son, in cui racconta come una madre e suo figlio si perdono in un labirinto che è una grande metafora dei problemi di identità e accettazione affrontati dai bambini transgender (l'attrice sta preparando il suo primo lungometraggio da regista, sullo stesso soggetto, intitolato La mitad de Ana). Protagonista di questo cortometraggio è Patricia López Arnaiz, la stessa interprete che incarna uno dei personaggi principali di 20.000 specie di api [+leggi anche:
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, opera prima di Estíbaliz Urresola in concorso nella sezione ufficiale del 73° Festival di Berlino. E non è azzardato pensare che Carla Simón, che un anno fa ha conquistato l'Orso d'Oro e ora fa parte di questa giuria berlinese, troverà delle similitudini con il suo Alcarràs [+leggi anche:
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in questo film, anch'esso incentrato sulla vita rurale, i cambiamenti e la casa, anche se i conflitti che suscita sono diversi, ma ugualmente universali.

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In 20.000 specie di api incontriamo una famiglia composta da una coppia di sposi e la loro prole durante l'estate: il più giovane dei figli inizia a esprimere il desiderio di farsi chiamare Lucía. Ciò causerà un'ecatombe sia nella rigida struttura sociale di cui fa parte sia nel modo in cui gli altri vedono se stessi, in particolare sua madre.

Urresola, che ha anche scritto la sceneggiatura, ambienta l'azione in una cittadina basca, in un microcosmo dove interagiscono donne di diverse generazioni nascondendo aspetti torbidi del loro passato, abituate all'inerzia della vergogna e del pudore che impedisce loro di vivere pienamente la propria vita e di affrontare con coraggio le metamorfosi che il futuro pone loro davanti. Ecco perché l'emergere della figlia/sorella/nipote/nipote transessuale sarà uno shock per tutte loro: ognuna reagirà in modi diversi, opposti o contrastanti, poiché non sempre il cambiamento è ben accetto quando arriva.

La regista, il cui corto Cuerdas è stato proiettato alla Semaine de la Critique di Cannes, tratta i temi della pluralità, l’esplorazione e la trasformazione con una sensibilità stratosferica, una narrazione ricca di sottigliezze e simboli (nonostante la durata di due ore sia eccessiva) e un lavoro superbo delle sue attrici. Patricia López Arnaiz e Ane Gabarain sono enormi come in Ane [+leggi anche:
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, rispettivamente, ma non ci sono abbastanza aggettivi per elogiare Sofía Otero (attenzione a questa creatura, è impossibile non inchinarsi al suo talento).

20.000 specie di api è una produzione di Gariza Films, Inicia Films e Sirimiri Films. Dopo il passaggio alla Berlinale, il film parteciperà al Festival di Malaga, a marzo, prima di uscire nelle sale spagnole il 21 aprile, distribuito da Bteam Pictures. Delle sue vendite si occupa Luxbox.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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