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BERLINALE 2023 Forum

Recensione: Leaving and Staying

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- BERLINALE 2023: Volker Koepp ha realizzato una cronaca ponderata e personale che segue le orme dello scrittore tedesco del dopoguerra Uwe Johnson

Recensione: Leaving and Staying
Volker Koepp in Leaving and Staying

È da notare la presenza plurima dello scrittore tedesco del dopoguerra Uwe Johnson al 73° Festival Internazionale del Cinema di Berlino: nel concorso gli viene intitolata una suite d'albergo in Afire [+leggi anche:
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di Christian Petzold (Petzold ha anche intitolato il suo film Jerichow [+leggi anche:
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in omaggio alla città fittizia preferita da Johnson); inoltre, pur non essendo direttamente presente in Ingeborg Bachman – Journey into the Desert [+leggi anche:
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di Margrethe von Trotta, ha fatto parte dello stesso gruppo di scrittori (Gruppe 47) di Bachmann. Ma la presenza maggiore di Johnson si trova senza dubbio nella sezione Forum, dove Leaving and Staying [+leggi anche:
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del documentarista Volker Koepp gli offre una completa esposizione.

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Il che non è affatto male per uno scrittore che negli ultimi decenni è passato più o meno inosservato. A suo tempo, Uwe Johnson si è fatto conoscere con scritti come il romanzo in quattro volumi Anniversari: dalla vita di Gesine Cressphal, pubblicato tra il 1970 e il 1983, come curatore di opere di Berthold Brecht e Samuel Beckett e come traduttore di Herman Melville, solo per citare alcuni risultati. Il suo background - nato nel 1934 nella regione del Meclemburgo-Pomerania, nel nord-est della Germania, cresciuto durante la Seconda Guerra Mondiale, affinato il suo mestiere nella DDR degli anni Cinquanta, partito per Berlino Ovest nel 1959 e poi stabilitosi a New York e infine nella piccola isola di Sheppey, nel sud-est dell'Inghilterra - è una storia a sé.

In Leaving and Staying, il regista conterraneo Koepp porta con sé la macchina da presa per raccontare questa storia, viaggiando nelle terre d'origine di Johnson e cercando varie persone che hanno legami personali o territoriali con l'autore. Nella città di Anklam, la scrittrice Judith Zander, cresciuta nella casa di fronte a quella dell'infanzia di Johnson, riflette sul suo rapporto affettivo con la sua letteratura. A Nossendorf, Hans-Jürgen Syberberg racconta dell'arrivo dei soldati russi nella zona nel 1945 e del suo successivo trasferimento verso ovest (dopo il quale è diventato un importante regista cinematografico). A Goldberg, l'attore Peter Kurth parla di radici e di viaggi, così come molti altri abitanti della zona, limitati dalla reclusione nella DDR ma ancora molto legati ai loro luoghi d'origine. Un contadino che non ha alcun legame con Johnson, ma che ha vissuto tutta la sua vita nella regione, condivide la sua posizione pragmatica sulla guerra e sulle sue conseguenze in modo molto colorito.

Gemme di questo tipo non vengono mai ignorate da Koepp, che sembra seguire l'istinto, spesso con risultati degni di nota. Spostandosi nei centri urbani, lo studioso di teatro Thomas Irmer di Lipsia e l'esperto di Brecht Erdmut Wizisla di Berlino condividono le loro riflessioni e conoscenze sul mondo di Johnson. In quest'ultima città incontriamo anche il fotografo Heinz Lehmbäcker e sua moglie Hanna, che hanno stretto amicizia e lavorato con Johnson. Infine, c'è lo stesso regista Koepp, pomeriano e un tempo residente nella DDR, la cui presenza si fa sentire in tutto il film. Nel suo intento di raccontare la sua Germania e i suoi tempi, ha trovato nel film il catalizzatore perfetto.

Leaving and Staying è prodotto dalla tedesca Vineta Film.

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(Tradotto dall'inglese)

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