Recensione: Eastern Front
- BERLINALE 2023: Vitaly Mansky e Yevhen Titarenko presentano un film che può essere considerato ad oggi il documentario definitivo sull'aggressione russa all'Ucraina
Ora possiamo dire di avere il documentario definitivo sui primi sei mesi dell'aggressione russa all’Ucraina: si tratta di Eastern Front [+leggi anche:
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intervista: Vitaly Mansky, Yevhen Tita…
scheda film] di Vitaly Mansky e Yevhen Titarenko, presentato in anteprima nella sezione Encounters della Berlinale. Mansky, nato a Leopoli (per i dettagli sul complicato albero genealogico, si rimanda al suo film del 2016 Close Relations [+leggi anche:
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scheda film]), colpisce ancora una volta per la sua chiarezza espressiva, l'impareggiabile sensibilità per le dinamiche degli avvenimenti e il punto di vista umanistico senza compromessi.
Titarenko è un regista ed anche un volontario che, nel 2014, ha fondato il battaglione medico “gli Ospedalieri" per evacuare i soldati feriti a Donetsk. Il film si apre con lui e un altro membro del gruppo in piedi davanti a un carro armato russo arrugginito sul viale principale di Kiev il 24 agosto 2022, giorno dell'indipendenza dell'Ucraina, esattamente sei mesi dopo che il mondo si era finalmente accorto della guerra che era realmente iniziata otto anni prima.
Il film è composto da due filoni principali montati in parallelo da Andrey Paperny. Le riprese effettuate con un iPhone nel taschino della tuta di Titarenko, che iniziano a febbraio a Kharkiv e seguono le loro azioni in prima linea, si alternano alle immagini idilliache della telecamera del direttore della fotografia Ivan Fomichenko, catturate mentre il gruppo si prende una pausa in agosto in un villaggio dell'Ucraina occidentale, dopo essersi riunito per celebrare il battesimo del figlio di un membro.
I segmenti girati in prima linea sono frenetici: i protagonisti raccolgono soldati feriti e li portano di corsa all'ospedale più vicino, aggirando barricate e superando dossi, con il loro furgone crivellato di proiettili e schegge. Nella prima di queste scene sono letteralmente in corsa con la morte, la macchina da presa riprende caoticamente all'interno dello spazio angusto mentre cercano di rianimare un uomo per il quale potrebbe essere già troppo tardi. Ci sono tre scene come questa, urgenti, viscerali e mozzafiato, in cui l'immagine ha un tono seppia scuro a forte contrasto.
Lo spettatore può finalmente riprendere fiato solo quando Mansky ci porta nell'Ucraina occidentale, in agosto, per un suggestivo contrappunto: tre ospedalieri in costume da bagno siedono tra la vegetazione lussureggiante del fiume, con donne e bambini che fanno il bagno sullo sfondo, avvolti da una delicata luce solare. I tre uomini parlano di come sia cambiata la percezione della guerra per i loro parenti più anziani, che erano stati sottoposti alla propaganda russa, e di come i russofoni dell'Est siano passati all'ucraino.
La scena del battesimo del figlio di Subbota in chiesa è di una calma surreale ed è seguita da una festa nel cortile di Soupchik, la cui famiglia ha ospitato 25 rifugiati. I discorsi sull'arruolamento nell'esercito nonostante i problemi di salute o sulla conservazione dello sperma nelle banche "per ogni evenienza" evidenziano un aspetto profondamente umano: la vita deve continuare e lo spirito indomito di queste persone, rafforzato dalla resistenza a un'aggressione non provocata, la garantirà.
Nonostante lo spettatore sia costantemente consapevole del tributo umano alla guerra, il film riesce comunque a scioccarci con la scena apocalittica di una mandria di mucche bloccata nel fango dopo il bombardamento della fattoria. "Sembra la Seconda Guerra Mondiale", dice un ospedaliero.
Alla fine c’è una dissolvenza al bianco: questo orrore continuerà, e Mansky non ci lascia dubbi sul suo punto di vista, che può avere un solo esito. È un film coraggioso, profondamente umano e, soprattutto, vero, che lascia lo spettatore commosso e risoluto come i protagonisti e i registi.
Eastern Front è una coproduzione tra la lettone Vertov, l’ucraina Braha Production, la ceca Hypermarket Film e la nordamericana Current Time TV. Deckert Distribution si occupa dei diritti internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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