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BERLINALE 2023 Generation

Recensione: Mary e lo spirito di mezzanotte

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- BERLINALE 2023: L'animazione di Enzo d'Alò troverà il suo pubblico, ma non ai festival cinematografici

Recensione: Mary e lo spirito di mezzanotte

Non è chiaro il motivo per cui Mary e lo spirito di mezzanotte [+leggi anche:
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di Enzo d'Alò - tratto da un romanzo di Roddy Doyle - sia arrivato fino alla Berlinale, dove è stato proiettato in Generation Kplus. Non perché sia brutto, ma perché non è un film per il pubblico dei festival. Anche la sua tecnica di animazione, un po' troppo semplice per colpire, sarebbe molto più adatta al piccolo schermo.

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Dopotutto, i riferimenti sono proprio alla TV: la piccola Mary ama cucinare e all'inizio viene mostrata mentre litiga con critici gastronomici spocchiosi che sostengono che il "soufflé è una delusione". Se questo fa pensare al reality irlandese di cucina The Great Irish Bake Off, un'altra scena è davvero troppo simile a Ratatouille. Non è appagante e fa venire fame. Persino con quel soufflé sospetto.

Ma c'è una certa dolcezza in questo film, anche se manca di originalità e di un proprio stile? Certo che c'è. È una storia bonaria sul dover dire addio, sul trovare la propria voce invece di fare da eco alle paure di qualcun altro, anche quando si tiene molto a questo qualcuno. Potrebbe rendere un po' più semplice per i genitori quella difficile conversazione sulla morte imminente di qualcuno.

È quello che deve accettare anche Mary: la sua amata nonna è malata. Non potranno più cucinare e non avranno più tanto tempo da trascorrere insieme e questo rende le cose difficili, anche per la madre stressata. Ma Mary si fa presto una nuova amica, un po' più anziana e vestita in modo strano, ma che sembra sapere molto della sua folle famiglia di rosse lentigginose. In altre parole, è ora di portare la nonna fuori dall'ospedale, anche perché il cibo fa schifo, e partire per un viaggio in auto con i fantasmi.

Il cast delle voci è all'altezza - Brendan Gleeson borbotta in modo rassicurante per tutto il film - ma non si può fare a meno di aspettarsi qualcosa di più: l'unica sottotrama veramente interessante è l'inspiegabile odio di Mary per i cani - si, i cani! - anche se alla fine riuscirà a superare anche questo. È curioso come i traumi, soprattutto quelli mai risolti, continuino a circolare nelle famiglie. Rompere lo schema significa affrontarlo, dire perché qualcosa fa così male e poi lasciarlo andare. È più facile farlo insieme, suggerisce d'Alò, mostrando generazioni di donne che finalmente si offrono reciprocamente pace e sostegno, anziché disapprovazione. E dare una tregua a quei poveri cani.

Mary e lo spirito di mezzanotte è prodotto da Paul Thiltges Distributions (Lussemburgo), Aliante (Italia), Jam Media (Irlanda), GOAG Production (Regno Unito), Rija Films (Lettonia), Amrion Production (Estonia) e Fish Blowing Bubbles (Germania). GFM Animation si occupa delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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