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FILM / RECENSIONI Regno Unito

Recensione: Meet Me In The Bathroom

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- Il documentario di Will Lovelace e Dylan Southern sulla scena punk rock newyorkese dei primi anni 2000 è un coinvolgente viaggio nel tempo, prima che il mondo cambiasse per sempre

Recensione: Meet Me In The Bathroom

L’emergere dell’ultima e più significativa scena punk rock prima che il mondo cambiasse per sempre, e che smartphone, social network e Spotify stravolgessero abitudini, estetica e industria discografica globali. Ha il sapore di un viaggio nel tempo quello che offre Meet Me In The Bathroom, il nuovo documentario del duo di registi britannici Will Lovelace e Dylan Southern (già autori di No Distance Left to Run, sui Blur, e di Shut Up and Play the Hits, dedicato agli LCD Soundsystem), un lavoro interamente basato su immagini d’archivio che fotografa la New York dei primi anni 2000 e le giovani band che ne animavano le serate della scena musicale underground. Una scena da cui avrebbero poi spiccato il volo gruppi come The Strokes, Yeah Yeah Yeahs, Interpol, LCD Soundsystem e The Moldy Peaches.

Il film è stato presentato in anteprima al Sundance 2022 e ora, dopo aver girato vari festival come il 9° Seeyousound International Music Film Festival a Torino, in quella che si è rivelata una delle serate più partecipate e calde della manifestazione, esce nelle sale nel Regno Unito e in Irlanda il 10 marzo con Dogwoof Pictures. Il film connette sin dai primi istanti, e in modo netto, gli artisti che racconta con l’ambiente in cui hanno preso forma. Lo spettatore è catapultato a Manhattan, nel 1999, tra i festeggiamenti per l’inizio del nuovo millennio, la psicosi del Millennium bug e un manipolo di giovani che cercano il posto giusto dove suonare la loro musica. Foto e video amatoriali, girati nei primi formati digitali, catturano coloro che con il loro sound avrebbero poi conquistato folle adoranti in tutto il mondo (Julian Casablancas, Karen O, Paul Banks, per citarne solo alcuni), e li ritraggono alle loro prime armi, musicisti poco più che adolescenti appassionati, scanzonati, autentici, come sembra non essercene più, oggi che è tutto marketing.

Questi materiali inediti, oltre ai filmati di concerti e interviste dell’epoca, si alternano alle immagini della città di quel tempo (il montaggio ultra dinamico è firmato da Andrew Cross e Sam Rice-Edwards), includendo i drammatici fatti dell’11 settembre 2001 – e anche la Brooklyn dove molti di questi giovani artisti migrano dopo l’attacco alle Torri Gemelle – in un vortice di immagini e suoni coinvolgente e ininterrotto, dove la narrazione procede esclusivamente in voice over, comprese le interviste raccolte più di recente da Lovelace e Southern. Basato sull’omonimo libro della giornalista musicale Lizzie Goodman, che ha scritto anche la sceneggiatura, il film evita infatti le teste parlanti e non mostra nemmeno i protagonisti come sono oggi (sono tutti ancora in attività, fra l’altro), rendendo ancora più forte l’effetto “capsula del tempo” che trasmette il documentario. Sono passati vent’anni o poco più, e sembra un secolo fa.

I fan di quel genere di musica, e di quelle band in particolare, avranno pane per i loro denti, poiché gli autori intrecciano i vari percorsi creando per ciascuno di questi gruppi una linea narrativa precisa ed evidenziandone le singolarità. Per tutti gli altri, un ritratto che sprigiona un gran fascino di un mondo a un passo dal cambiamento, così vicino eppure così lontano.

Meet Me In The Bathroom è prodotto da Pulse Films.

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