email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

GLASGOW 2023

Recensione: Typist Artist Pirate King

di 

- La regista britannica Carol Morley si affida all'attrice protagonista Monica Dolan e accompagna il pubblico in un viaggio immaginario nella vita dell'"artista outsider" Audrey Amiss

Recensione: Typist Artist Pirate King
Kelly Macdonald (sinistra) e Monica Dolan in Typist Artist Pirate King

Dopo il semi-documentario Dreams of a Life [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
del 2011, che esplorava la vita di una donna i cui resti furono scoperti più di due anni dopo la sua morte, la regista britannica Carol Morley torna sull'argomento di coloro che in qualche modo sfuggono alle maglie della società. Questa volta, affronta la vita dell'artista Audrey Amiss, che – sebbene lodata dopo la sua morte avvenuta all'età di 79 anni nel 2013 – ha trascorso gran parte della sua vita senza essere riconosciuta, in parte a causa delle continue lotte con la malattia mentale. In Typist Artist Pirate King [+leggi anche:
trailer
intervista: Carol Morley
scheda film
]
– che prende il nome da ciò che Amiss (una viaggiatrice prolifica durante la sua vita) scrisse sul suo passaporto alla voce "occupazione" – Morley ci accompagna in un viaggio immaginario nella sua vita che mira a riportare l'artista spesso trascurata al suo legittimo posto nella storia. Dopo essere stato presentato al Tallinn Black Nights nel 2022, il film è stato recentemente proiettato in anteprima britannica al Glasgow Film Festival.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Audrey Amiss (Monica Dolan) – afflitta dai problemi causati dalla schizofrenia – rimane rintanata nel suo appartamento di Londra, circondata dalle sue opere d'arte. Dagli album pieni di appunti, le lettere e gli imballaggi alimentari ritagliati ai numerosi schizzi ispirati alla vita di tutti i giorni, la sua arte è prolifica, ma la sua esistenza sembra solitaria. Ma con la sua capacità di persuasione unica, Audrey convince la sua infermiera psichiatrica, Sandra (Kelly Macdonald), a intraprendere un viaggio nella città natale della prima, Sunderland, dove spera di poter esporre il suo lavoro in una galleria locale. Mentre le due si dirigono verso il nord dell'Inghilterra, Audrey – in mezzo a episodi maniacali – inizia a rivelare di più sulla sua vita, dal periodo trascorso nei reparti psichiatrici a un misterioso evento della sua adolescenza. Cosa scoprirermo quando arriveranno a destinazione?

Molti momenti del film (come la volontà di Sandra di seguire il piano di Audrey) forzano un po’ i limiti della credulità. Ma diventa chiaro che questa è una scelta stilistica, poiché Morley gioca costantemente con molti dei principi del realismo sociale britannico. Diversi momenti durante il viaggio – come l'inquietante incontro di Audrey con uno squallido autista o la sua "incoronazione" da parte di un gruppo di giocatori di guerra – si presentano come piccole favole, incontri evocati dall'immaginazione di Audrey mentre vaga attraverso i complessi canyon della sua mente. Ma ci sono anche momenti di più crudo realismo (come il suo incontro con la polizia dopo un "episodio" in un hotel) che ci ricordano che la malattia mentale di Audrey non è qualcosa che si può romanzare e far passare come musa creativa. Morley svolazza tra questi due mondi, offrendoci sia l'onirico che il reale.

Ciò può creare una relazione spesso staccata e sconnessa. Sebbene la narrazione offra una certa coesione, è Dolan che riunisce il tutto. Ancora una delle attrici più sottovalutate del Regno Unito, è brillante nel suo rappresentare una massa di contraddizioni, una rabbia spaventosa e una vulnerabilità straziante.

Sebbene sia davvero una lettera d'amore per Amiss e il suo lavoro, è anche un amaro colpo all'establishment artistico britannico e alla società in generale. In effetti, mentre la sua malattia mentale è stata comprensibilmente un enorme ostacolo (anche se in parte creato dai suoi maltrattamenti negli ospedali), il film suggerisce che il fatto che Amiss fosse una donna e che fosse del Nord sono cose che hanno ugualmente ostacolato la sua carriera. Sebbene a volte sia disordinato e caotico, qui ci sono una passione e una verve che danno al film un cuore genuino.

Typist Artist Pirate King è un film britannico guidato da Cannon and Morley Productions in associazione con MBK Productions. Le sue vendite internazionali sono curate da Metro International Entertainment.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy