Recensione: Les Âmes sœurs
- Nel suo film in chiaroscuro interpretato da Noémie Merlant e Benjamin Voisin, André Téchiné esplora una relazione fusionale fratello-sorella su uno sfondo di amnesia, trauma e cura

"Non si può far finta di non essere esistiti prima". Come la memoria cancellata di una delle due protagoniste del suo nuovo film, Les Âmes sœurs [+leggi anche:
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scheda film], distribuito nelle sale francesi il 12 aprile da Ad Vitam, André Téchiné è un cineasta che ama spingersi ai margini dei mondi, dove la realtà rivela segreti sepolti nel buio, nel passato, nell'istinto. Fantasmi più o meno inconsci che pesano sul presente, complicando le scelte per il futuro, attingendo alla ricerca dell'identità e generando una tensione esistenziale in cui si scontrano i desideri dell'amore e della morte, le forze della natura e della società. Sono tutti temi molto ampi che il regista affronta spesso dall'angolazione delle relazioni familiari, crogiolo in cui si esasperano attrazioni e conflitti.
"Questa è la nostra valle… non riconosco nulla". David (Benjamin Voisin) è appena uscito da diversi mesi di ospedale. La sua vita di soldato è esplosa in Mali, ma è tornato dall’aldilà, dopo il limbo del coma e una lenta ricostruzione della sua forma fisica (imparando di nuovo a parlare, a camminare). Tuttavia soffre di amnesia dissociativa e sua sorella Jeanne (Noémie Merlant) si prende cura di lui nella loro casa di famiglia immersa nel cuore della natura ai piedi dei Pirenei. Amorevole e premurosa, la donna si impegna a fargli rivivere i ricordi, curando al contempo le sue gravi ustioni. Con il passare delle stagioni, in uno stato di indecisa agitazione e frustrazione, David oscilla tra il riscoprire i riflessi della sua vita precedente (il gusto per la natura, la passione per il motociclismo) e il confrontarsi con l'estraneo non necessariamente affabile che era, o il cedere all'impulso di rinascere totalmente, di fondersi in questa tabula rasa. E per Jeanne, altri problemi emergono da questa esistenza all'ombra del fratello, dietro la quale si annidano anche i desideri di una sorella che vuole vivere la propria vita...
Salvare o essere salvati? Proteggere o proteggersi? Immergendo la sua storia in un'atmosfera crepuscolare dopo una prima parte potente e quasi documentaristica, André Téchiné distilla le tensioni sotto il realismo della vita quotidiana in campagna (il vicino depresso e misantropo interpretato da André Marcon, la sindaca lungimirante interpretata da Audrey Dana). Un profumo di liquidazione aleggia sul film, che rivelerà la sua verità in un finale che ribalta i valori e offre ruoli molto belli (e piuttosto difficili) all'elastica Noémie Merlant e al vivace Benjamin Voisin. Scavando lentamente in un materiale che alcuni potrebbero considerare inquietanti ossessioni psicoanalitiche, Les Âmes sœurs rispecchia la tormentata poesia di Paul Eluard che si ascolta nel film: "Sulla speranza senza memoria Scrivo il tuo nome E con la forza di una parola Ricomincio la mia vita Sono nato per conoscerti Per chiamarti Libertà". E la libertà non è mai semplice.
Prodotto da Curiosa Films in coproduzione con Arte France Cinéma, Legato Films, HBB 26 e Ad Vitam, Les Âmes sœurs è venduto da Playtime.
(Tradotto dal francese)
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