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CANNES 2023 Quinzaine des cinéastes

La Quinzaine des Cinéastes di Cannes torna alle origini

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- La selezione ricentrata sulla singolarità include 19 lungometraggi in prima mondiale, tra cui spiccano gli ultimi titoli di Michel Gondry, Bertrand Mandico, Cédric Kahn e Hong Sang-soo

La Quinzaine des Cinéastes di Cannes torna alle origini
Le livre des solutions di Michel Gondry

C'era un’attesa particolare per la presentazione oggi a Parigi della 55a edizione della Quinzaine des Cinéastes (che si svolgerà dal 17 al 26 maggio nell'ambito del 76° Festival di Cannes). Il nuovo delegato generale Julien Rejl avrà cambiato la linea editoriale della sezione parallela del festival? Ebbene, l’aspettativa non è stata delusa: il nuovo direttore della Quinzaine ha presentato un programma più ristretto, di 19 lungometraggi ("per offrire una migliore esposizione ai film") all'insegna di un ritorno alle radici della rassegna creata nel 1969 per valorizzare le forme libere del cinema.

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"Cercare la singolarità della scrittura cinematografica al di là delle categorie e dei generi e dare il benvenuto alle forme ibride, rifiutare ogni tipo di quota di nazionalità, sesso o genere, non favorire i film che hanno già un distributore e un venditore, evitare le trappole dei film troppo formattati e non dare la priorità ai lungometraggi di qualità che potrebbero potenzialmente essere candidati al concorso ufficiale, perché la Quinzaine è prima di tutto un luogo di scoperta". Julien Rejl ha annunciato chiaramente le idee guida, aggiungendo che i film ammessi alla Quinzaine dovevano rispettare la cronologia dei media francesi, ovvero uscire prima nelle sale. Il risultato è una selezione che si potrebbe definire da puristi, che comprende sei opere prime, quattro opere seconde e sei film diretti da donne. Una line-up dominata da sette titoli europei e cinque asiatici, affiancati da tre lungometraggi americani, due film provenienti dalla frontiera euro-asiatica e due africani.

Sono comunque presenti alcuni registi noti, tra cui i francesi Michel Gondry, Bertrand Mandico e Cédric Kahn (che apriranno con Le procès Goldman [+leggi anche:
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intervista: Cédric Kahn
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) e il sudcoreano Hong Sang-soo (che chiuderà con In Our Day). A loro si affiancano altri nomi noti come il marocchino Faouzi Bensaïdi (già passato una volta a Un Certain Regard, con la sua opera prima Mille mois, e due volte alle Giornate degli Autori di Venezia) e il duo portoghese Filipa Reis - João Miller Guerra (rivelatisi in concorso a Rotterdam nel 2018 con la loro opera prima Djon Africa [+leggi anche:
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).

Da notare che sul versante europeo, il numero di film francesi è volutamente ridotto (quattro in totale, con la sorpresa Pierre Creton che si aggiunge ai tre registi già citati), il belga Claude Schmitz (leggi la news), la spagnola Elena Martín Gimeno (news) e i portoghesi già citati.

L'Asia torna prepotentemente in auge con lungometraggi provenienti da Vietnam, India, Cina, Corea del Sud e Pakistan. Al confine tra il continente europeo e quello asiatico, spiccano un'opera prima russa (descritta come "totalmente indipendente") e un film georgiano (di Elene Naveriani, a Locarno nel 2021 con Wet Sand [+leggi anche:
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).
Per quanto riguarda l'America, sono presenti tre opere prime (tra cui quella del direttore della fotografia Sean Price Williams). Per quanto riguarda l'Africa, sarà rappresentata dal marocchino Faouzi Bensaïdi e dalla camerunense Rosine Mbakam (di base in Belgio). Da notare la totale assenza del Sud America in una selezione che Julien Rejl ipotizza essere disomogenea in termini di continenti e territori e che proporrà fantasy, avventura, thriller, road movie, coming of age e cinema queer. Infine, il programma sarà completato da una proiezione speciale della riedizione di La valle del peccato (1993) di Manoel de Oliveira e da dieci cortometraggi.

La selezione:

Lungometraggi

Le procès Goldman [+leggi anche:
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- Cédric Kahn (Francia) (film di apertura)
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- Kanu Behl (India/Francia)
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 - Claude Schmitz (Belgio/Francia)
Inside the Yellow Cocoon Shell [+leggi anche:
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- Thien An Pham (Vietnam/Singapore/Francia/Spagna)
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 - Elene Naveriani (Svizzera/Georgia)
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 - Ilya Povolotsky (Russia)
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 - Bertrand Mandico (Lussemburgo/Belgio/Francia)
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- Elena Martín Gimeno (Spagna)
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intervista: Faouzi Bensaïdi
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- Faouzi Bensaïdi (Francia/Germania/Marocco/Belgio)
In Flames - Zarrar Kahn (Pakistan/Canada)
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intervista: Filipa Reis, João Miller G…
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- Filipa Reis & João Miller Guerra (Portogallo/Francia/Italia)
Le Livre des solutions [+leggi anche:
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 - Michel Gondry (Francia)
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intervista: Rosine Mbakam
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- Rosine Mbakam (Belgio)
Riddle of Fire [+leggi anche:
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 - Weston Razooli (Stati Uniti/Francia)
The Feeling That the Time for Doing Something Has Passed - Joanna Arnow (Stati Uniti)
The Sweet East - Sean Price Williams (Stati Uniti)
Un prince [+leggi anche:
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intervista: Pierre Creton
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 - Pierre Creton (Francia)
A Song Sung Blue - Zihan Geng (Cina)
In Our Day - Hong Sang-soo (Corea del Sud) (film di chiusura)

Proiezioni speciale

Val Abraham - Manoel de Oliveira (1993) (Portogallo)

Cortometraggi

The House Is on Fire, Might as Well Get Warm (La maison brûle, autant se réchauffer) - Mouloud Aït Liotna
Dans la tête un orage (A Storm Inside) - Clément Pérot
Il compleanno di Enrico (The Birthday Party/L’Anniversaire d’Enrico) - Francesco Sossai
J'ai vu le visage du diable (I Saw the Face of the Devil) - Julia Kowalski
Lemon Tree - Rachel Walden
Margarethe 89 - Lucas Malbrun
Mast-del - Maryam Tafakory
Oyu - Atsushi Hirai
The Red Sea Makes Me Wanna Cry - Faris Alrjoob
Talking to the River - Yue Pan

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(Tradotto dal francese)

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